L’antica necropoli cancellata per un campo di calcetto

La Stampa 2.1.12
L’antica necropoli cancellata per un campo di calcetto
Il sindaco di Oria: “Troppi siti”. Ma c’è chi insorge: “Distrutto un tesoro del Salento”
di Valentina Roberto

BRINDISI. Una partita di calcetto vale più di una necropoli messapica risalente al III secolo avanti Cristo? Probabilmente sì, visto che a Oria, in provincia di Brindisi e nel cuore del Salento, un sito archeologico composto da quindici tombe con corredo funebre è stato cancellato per lasciare spazio a un campetto da calcio a cinque. Fatto ancora più singolare è che l’impianto sportivo sorge nel cortile del palazzo dei missionari di San Vincenzo sul colle di Sant’Andrea, una zona sottoposta a rigidi vincoli dettati da un decreto del 16 marzo 1998 a firma dell’allora ministro ai Beni culturali e ambientali, Willer Bordon, che poneva inviolabili limiti di edificabilità tuttora in vigore.
Ma nessuno fermò le ruspe. Gli scavi per realizzare l’area ricreativa su questo terreno di proprietà della Curia iniziarono nel 2002 e da quei lavori emersero in maniera sorprendente le radici della comunità brindisina: il cimitero dei padri era celato lì, da millenni, sotto un sottile tappeto di terra ai piedi di quel monastero settecentesco. Nessuno avrebbe potuto immaginare che a pochi centimetri dal suolo fossero nascoste rarissime tombe con camera e una grotta destinata ad ancestrali riti religiosi. La Soprintendenza, debitamente avvertita, scrisse una perizia nella quale annotava «la presenza in loco di diverse tombe di grandi dimensioni, assimilabili a semicamere. L’area necropolare è di notevole rilevanza - si legge nella relazione – e densamente utilizzata tra l’ultimo venticinquennio del IV e il III secolo a. C.». Un sito, verrebbe di alto valore e dunque da tramandare all’umanità. Ma evidentemente non è stato ritenuto tale visto che i lavori per il campo da calcio, oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica, sono andati avanti fino ad offrire attualmente un impianto sportivo con tanto di palestra per il fitness annessa.
«Il campetto da calcio - spiega il sindaco Cosimo Pomarico - è utile alla comunità e ai nostri giovani che possono fare riferimento ad un centro sempre a loro disposizione. C’è una scuola calcio per i bambini molto frequentata e una palestra dove tanti ragazzi si ritrovano per tenersi in forma. Un impianto del genere non c’era in città, mentre di siti archeologici qui a Oria, ve ne sono tanti». Il primo cittadino fa riferimento alla caserma dei carabinieri, la cui realizzazione non è mai stata portata a termine a causa dei numerosi reperti antichi ritrovati durante gli scavi. «Ora però in quella zona - continua Pomarico - vi sono solo più macerie. Ecco, rispetto a un cumulo di terra abbandonato e non fruibile nemmeno ai turisti, avere un campo da calcetto è certamente più utile ai cittadini». Una versione, quella del sindaco, che non convince tutti gli oritani. Infatti mentre i seminaristi e le scuole calcio della città rincorrono il pallone a 3,5 euro all’ora per ogni giocatore in campo, alcuni cittadini guidati da Franco Arpa, ispettore superiore di Polizia in pensione, stanno organizzando una petizione per chiedere una commissione d’inchiesta sulla necropoli distrutta. «Non riusciamo a capire come un impianto sportivo abbia potuto sostituire in toto, senza trovare nessun ostacolo nè dalla Soprintendenza nè dal Comune, un’area archeologica - precisa Arpa e come sia stato possibile concedere le autorizzazioni edilizie. Vogliamo chiarezza perchè non tutti pensano sia meglio fare delle partitelle di calcio proprio lì, dove sorgeva la culla della civiltà salentina».

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