Quel nome che evoca la sabbia mutuato da una divinità fenicia

Quel nome che evoca la sabbia mutuato da una divinità fenicia
FRANCESCO GALIOTO
DOMENICA, 08 FEBBRAIO 2009 LA REPUBBLICA - Palermo

È con i Florio che l´Arenella intraprende il suo sviluppo, accelerato poi nel 1915 dall´insediamento della fabbrica chimica dei tedeschi Goldenberg. Ma per una giusta individuazione delle sue origini occorre rintracciare le sue più antiche connotazioni e le radici del suo nome. Alla fine del Cinquecento l´architetto Camillo Camilliani, navigando da Palermo verso Trapani, individua l´Arenella e riferisce che alla "Punta di Santa Margherita seu Renella" vi è un immenso scoglio capace di offrire nascondiglio e ricovero a un brigantino. Che fine ha fatto questo scoglio? Può esser stato demolito e raso a pelo d´acqua per costruirvi sopra, con gli stessi conci da esso ricavati, tutto il complesso edile della Tonnara? È questa l´ipotesi storica più accreditata.


Però alcune scoperte, compiute negli anni Ottanta dall´associazione Speleo-Archeologica siciliana, portano a un passato più remoto in cui questa borgata è stata un crocevia di popoli, un epicentro di culto, sin dal tempo dei Fenici e forse anche da prima. Tali scoperte sono la rilettura della grotta del Trizzanà, ritenuta prima solo malfaraggio, che ha svelato la sua funzione primitiva di antro oracolare; tanti ipogei, dalle inconfondibili caratteristiche a dromos e a pozzo, ancora in corso di studio; porti e canali di collegamento, dalla via della Leva alla Chimica Arenella e oltre, che ancora giacciono sotto una coltre di detriti; macine e pulegge in pietra dura di basalto, resti di antica ingegneria, dentro la stessa Chimica Arenella dove, tra l´altro, è stato rilevato un qanat con dei pozzi seriali e dove sono state riscoperte le Bottegarelle, caverne misteriose, citate pure dal Camilliani; reperti subacquei, come un´anfora arcaica del VI Secolo avanti Cristo e alcuni anelli per sartie di navi antiche, vari reperti di superficie.
Qui all´Arenella, probabilmente al Trizzanà, si sarebbe sviluppato il culto per una divinità fenicia che in tempi successivi, per sincretismo, fu trasferito in quello cristiano per Sant´Antonino, patrono dell´Arenella, di cui è nota la leggenda del ritrovamento in mare. Il nome della vecchia divinità risulta dal termine fenicio Horon-El che significa «il dio della caverna». Sicché, il percorso per il luogo sacro era pertanto la via all´Horon-El, per corruzione lessicale «all´Arenella», così come era detta un tempo la strada principale che quivi conduceva.
Ed è proprio da qui che scaturisce il nome stesso della borgata. Non dalla sabbia, come altri hanno erroneamente sempre immaginato, che mai è stata tanto abbondante da determinarne il nome, essendo peraltro l´Arenella tutta scogliera. A memoria d´uomo e fino a prova contraria.

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