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Visualizzazione dei post da febbraio, 2009

Ultima speranza per Tuvixeddu

Ultima speranza per Tuvixeddu m.l. La Nuova Sardegna 23/02/2009 CAGLIARI. A chi ha lottato in questi anni perchè attorno alla necropoli punico-romana di Tuvixeddu non nascesse un complesso edilizio resta una sola speranza: il giudizio del Tar sul ricorso presentato dagli Amici della Terra nel 1999. Qualsiasi altra iniziativa legale promossa dalla Regione guidata da Renato Soru si è arenata nelle sabbie della giustizia amministrativa. Ma se gli avvocati hanno perso, un risultato è comunque arrivato: è cresciuta verticalmente la sensibilità per la sorte del sito archeologico. Tuvixeddu è diventato un caso nazionale, la controversia tra Nuove Iniziative Coimpresa e l’amministrazione Soru ha interessato i grandi quotidiani e i settimanali, la tivù di stato e quella privata. Così, se fino a quattro anni fa di quelle tombe abbandonate si parlava solo nei ristretti circoli culturali della città, oggi l’esistenza dell’area sepolcrale punica più grande e ricca del Mediterraneo è un dato di cono

Quel nome che evoca la sabbia mutuato da una divinità fenicia

Quel nome che evoca la sabbia mutuato da una divinità fenicia FRANCESCO GALIOTO DOMENICA, 08 FEBBRAIO 2009 LA REPUBBLICA - Palermo È con i Florio che l´Arenella intraprende il suo sviluppo, accelerato poi nel 1915 dall´insediamento della fabbrica chimica dei tedeschi Goldenberg. Ma per una giusta individuazione delle sue origini occorre rintracciare le sue più antiche connotazioni e le radici del suo nome. Alla fine del Cinquecento l´architetto Camillo Camilliani, navigando da Palermo verso Trapani, individua l´Arenella e riferisce che alla "Punta di Santa Margherita seu Renella" vi è un immenso scoglio capace di offrire nascondiglio e ricovero a un brigantino. Che fine ha fatto questo scoglio? Può esser stato demolito e raso a pelo d´acqua per costruirvi sopra, con gli stessi conci da esso ricavati, tutto il complesso edile della Tonnara? È questa l´ipotesi storica più accreditata. Però alcune scoperte, compiute negli anni Ottanta dall´associazione Speleo-Archeologica sicili

In Africa l’uomo scoprì l’arte centomila anni fa

l’Unità 2.2.09 In Africa l’uomo scoprì l’arte centomila anni fa di Pietro Greco Sudafrica. In una cava reperti con simboli incisi da mano umana Finora si credeva che il pensiero simbolico fosse nato 35.000 anni fa Onde, croci, spine di pesce. Disegni fatti senza uno scopo ma con intenzione dalla mano di un nostro antenato vissuto ben 99.000 anni fa. La scoperta di 13 ocre incise retrodata la scoperta dell’arte. Le incisioni hanno forme diverse: a spina di pesce, a croce, a onde. Sono state effettuate su 13 diversi pezzi di ocra, l’argilla rossastra usata come pigmento, con una pietra finemente appuntita da mani abili e precise. Non hanno alcuna funzione. Non apparente, almeno. In compenso hanno molti anni: 99.000, per l’esattezza (millennio più, millennio meno). E costituiscono le più antiche manifestazioni artistiche mai trovate. I 13 preziosi manufatti sono stati rinvenuti da Christopher Henshilwood e dalla sua squadra di archeologi della University of the Witwatersrand di Johannesbu

SCOPERTA UNA STELE DAUNIA del VI a.c. a CATTOLICA ( RN )

SCOPERTA UNA STELE DAUNIA del VI a.c. a CATTOLICA ( RN ) antikitera, 31-12-2008 Cattolica, mescolata alla terra di riporto proveniente da un cantiere edile, è stata scoperta una stele che ha poco in comune con le vicine stele di Novilara, ed è invece di produzione daunia. Istoriata su entrambre le facce, una delle quali è per il momento assai poco leggibile, appartiene, come dice Maria Luisa Nava, al "terzo periodo" delle stele daunie, la cui datazione si colloca intorno alla metà del VI secolo a.C. A chi scrive si devonol'identificazione e la segnalazione (insieme a Maria Lucia de Nicolò) alle competenti autorità del prezioso manufatto. In attesa della sua pubblicazione da parte del soprintendente Luigi Malnati e dell'ispettrice Monica Miari, possiamo solo dire che si tratta di un reperto di eccezionale rilevanza per la storia dell'Adriatico in età arcaica, che difficilmente gli studiosi si sarebbero aspettati di rinvenire in un'area tanto distante dal Gargan