Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2009

Albinia produce vino da più di 2000 anni

Albinia produce vino da più di 2000 anni Paola Tana 29-08-09, IL TIRRENO Grosseto Quando si parla di industrie ad Albinia vengono in mente il settore agroalimentare che esporta in tutta Italia, i vivai di piante e fiori, e aziende vitivinicole. Ma fino a pochi anni fa pochi sapevano che avevano una tradizione ultrasecolare. Uno degli artefici di queste importantissime scoperte che hanno dato nuova visibilità alla frazione, in bilico tra economia e storia, è stato il professor Daniele Vitali, docente di archeologia celtica all’Università di Bologna che oggi sarà a parlare dei suoi ritrovamenti nella sala del museo della Cultura Contadina a partire dalle ore 18,30. “Albinia: terra di vini dall’antichità ad oggi” è il tema della conferenza promossa dagli assessori alla cultura e turismo del Comune di Orbetello, con il sostegno di numerosi sponsor tra i quali il consorzio Welcome Maremma che al termine dell’illustrazione teorica passerà alla stuzzicante pratica offrendo una degustazione di

Il mare restituisce un'ancora nuragica

Il mare restituisce un'ancora nuragica Andrea Piras L'Unione Sarda 30/08/2009 Era poggiata su una pianoro di roccia a quindici metri di profondità. A individuarla, confusa tra gli altri grossi massi del fondale, l'occhio allenato di Davide Morelli, istruttore subacqueo e titolare del diving center del Chia laguna resort, impegnato l'altra mattina, nelle acque di Capo Teulada, in un'escursione con allievi e turisti appassionati d'immersione. Non era un semplice masso, era ben altro. Un manufatto antico che gli archeologi della Soprintendenza di Cagliari, lunedì mattina, hanno riportato in superficie dopo aver esaminato a fondo l'area della scoperta. LA CERTEZZA. Nessun dubbio. Quel sasso di forma triangolare con gli angoli smussati e arrotondati, e con un foro di una ventina di centimetri di diametro ricavato nella parte superiore, altro non era che un'ancora litica dell'eta del Bronzo, simile ad altre rinvenute all'Isola Rossa, alla fine degli an

Necropoli ellenistica riportata alla luce durante lavori idrici

Necropoli ellenistica riportata alla luce durante lavori idrici 26.08.2009, LA SICILIA Gela.Dal sottosuolo gelese continuano ad affiorare i "tesori" dell'antica città greca. L'ultima scoperta, in ordine di tempo, risale a ieri ed è avvenuta, casualmente, durante i lavori di scavo per il rifacimento della condotta idrica di fronte la chiesa dei Cappuccini. E' emerso così un lembo di necropoli sulla cui presenza - già nei primi anni del secolo scorso - erano state avanzate ipotesi da parte di archeologi del calibro di Paolo Orsi che già in quegli anni aveva indicato il quartiere Borgo, la zona, cioè, dove è affiorata la necropoli, di interesse archeologico alla stessa stregua di Caposoprano. L'ipotesi ha trovato conferma ieri con la scoperta della necropoli di età greca, utilizzata tra il VII e V secolo a.C. Alcune sepolture di tipo "enchytrismos" alla cappuccina e un piccolo sarcofago litico in parte violato sono emersi durante gli scavi, al di sotto

Affiora una necropoli greca nel centro di Gela

Affiora una necropoli greca nel centro di Gela Stefano Zurlo 26 agosto 2009, IL GIORNALE Alcuni operai che stavano posano i tubi dell'acqua hanno trovato quattro tombe ed un piccolo sarcofago Una necropoli arcaica è stata scoperta a Gela. Sono stati alcuni operai, al lavoro per posare i tubi dell'acquedotto in una zona centrale della città, ad aver trovato i resti. Si tratta di quattro tombe e di un piccolo sarcofago litico. Sono stati inoltre rinvenuti corredi ceramici di tipo corinzio, attico e ionico. Le tombe sarebbero state realizzate fra il quinto e il settimo secolo avanti Cristo, in età greca: il ritrovamento è davvero molto importante. Per questo i lavori di scavo per la condotta idrica sono stati immediatamente interrotti e la zona è ora presidiata 24 ore su 24 ore per impedire ai tombaroli di profanare quel che è affiorato. L'area potrebbe far parte di una più ampia necropoli già individuata ai primi del Novecento dall'archeologo Paolo Orsi durante una campag

Le anfore di Panarea, tesoro sconosciuto

Le anfore di Panarea, tesoro sconosciuto LUIGI BARRICA GIOVEDÌ, 20 AGOSTO 2009 LA REPUBBLICA - Palermo Ritrovate da una nave oceanografica a duecento metri di profondità Ora, tangibile, c´è la prova: altri due relitti carichi di anfore sono stati individuati a poco meno di duecento metri di profondità, nelle acque antistanti Panarea. Relitti praticamente intatti, vista l´ubicazione degli stessi e quindi difficilmente raggiungibili. Una scoperta possibile tramite l´utilizzo dell´ecoscandaglio, posizionato a bordo d´una nave oceanografica, impiegata proprio per quelle ricerche. E a comprovare la presenza di quelle navi, risalenti forse al III e II secolo a. C., esistono delle foto nelle quali sono evidenti i contorni dei natanti e i loro carichi quasi completamente sommersi dalla sabbia. I responsabili della ricerca non hanno specificato la latitudine e longitudine delle navi, proprio per evitare che tombaroli marini, anche muniti di batiscafo, facciano scempio di quelle anfore, così com

Misteri etruschi senza fine, nuovi scavi a Tarquinia

Misteri etruschi senza fine, nuovi scavi a Tarquinia LAURA MARI MERCOLEDÌ, 19 AGOSTO 2009 LA REPUBBLICA - Roma A fine mese nella località Doganaccia parte l´ultima campagna per riportare alla luce due importanti tumuli del VII secolo avanti Cristo Dipingere la vita nel passaggio verso l´aldilà. Una religiosità figurativa che si declina in scene quotidiane, motivi artistici di una civiltà che con la sua pittura funeraria pare abbia ispirato persino il genio rinascimentale di Michelangelo che, si racconta, per un disegno di Aita, dio dell´Averno, avrebbe più volte studiato e osservato un dipinto di un sepolcro tarquinese. E oggi sulla necropoli etrusca di Tarquinia, che si estende per circa cinque chilometri di lunghezza sulla collina dei Monterozzi (così chiamata per gli imponenti tumuli di terra che un tempo coprivano gli ipogei), continua ad aleggiare un velo di fascinoso mistero, un crogiolo di storie e leggende che si fondono con quei sepolcri e quelle aree ancora da scoprire. Se in

Monte Sannace svela i tesori dei Peuceti

Monte Sannace svela i tesori dei Peuceti 18/08/09, CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Fino al 14 ottobre una mostra dedicata ai reperti rinvenuti a Gioia del Colle: elementi decorativi in avorio, armi in ferro e l’elmo di un guerriero Vasi della storia Un reperto al centro della mostra Che volto aveva la Puglia del più lontano passato, e come viveva chi la popolava? Lo ricostruisce la mostra archeologica «Scene del mito in Peucezia», aperta al pubblico a Bari, presso Palazzo Simi, nel cuore della città vecchia, fino al prossimo 14 ottobre. L’esposizione che è stata promossa dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia, dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, e dall’Assessorato al Mediterraneo - si avvale del lavoro di un gruppo di esperti: Angela Ciancio, per il progetto scientifico e la coordinazione generale; Teresa Follino, per la collaborazione scientifica; Antonia Petrafesa, per il restauro dei reperti. L’obiettivo della mostra è quello di f

Spunta una necropoli.Scoperta di valore storico alla periferia cittadina

Spunta una necropoli. Scoperta di valore storico alla periferia cittadina Paolo Lerario 04/04/2006, La Gazzetta del Mezzogiorno Risale al IV secolo avanti Cristo circa. Otto le tombe ritrovate MONTEIASI. Una necropoli, risalente al IV - III secolo a. C., sta venendo alla luce in questi giorni nella periferia della cittadina. La scoperta, ritenuta di importante valore storico, è avvenuta in seguito allo spostamento di una condotta idrica nell'ambito dei lavori dell'ampliamento del Cimitero, appaltati dall'Amministrazione comunale. Il ritrovamento, inizialmente costituito da qualche manufatto in terracotta, è stato segnalato alla Soprintendeza del ministero per i Beni ed Attività culturali, che ha fatto intervenire la dottoressa Assunta Cocchiaro. L'esperta archeologa ha immediatamente avviato gli scavi d'indagine, ben prevedendo che in quella zona di Monteiasi vi potessero ancora essere sepolte testimonianze di valore. Gli esigui fondi assegnati alla Soprintendenza,

La Pompei pisana mette in vetrina gli antichi tesori

La Pompei pisana mette in vetrina gli antichi tesori Il Tirreno, 4/4/2006 Imbarcazioni, anfore e gioielli venuti alla luce nel 1998 durante i lavori in Piazza dei Miracoli si potranno ammirare a Roma da oggi al 31 maggio ROMA. Un'esposizione itinerante per presentare le eccezionali scoperte effettuate negli scavi del Cantiere delle Navi Antiche di Pisa che hanno portato alla luce una vera e propria Pompei dell'acqua. È la mostra "Pisa. Un viaggio nel mare dell'antichità" allestita, in occasione della sua prima tappa, nel Cortile delle Carrette e Cripta del Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande di Roma. Il ritrovamento di una innumerevole quantità di reperti, solo in parte in rassegna, risale al 1998, ossia a quando gli operai impegnati nei lavori per la costruzione del centro direzionale delle Ferrovie dello Stato, dietro piazza dei Miracoli a Pisa, si imbatterono nei resti di tre navi. Da quel giorno, sono tornati alla luce trenta, tra imbarcazioni e

Una Pompei lombarda nel sottosuolo di Cremona

Una Pompei lombarda nel sottosuolo di Cremona Andrea Silla Corriere della Sera, 4/4/2006 Dagli scavi in piazza Marconi affiora l'urbs imperiale distrutta da Vespasiano nel 69 dopo Cristo. Ma i reperti non fermano il maxi parcheggio CREMONA — A due passi da piazza Duomo c'è un'enorme voragine. Sette, forse otto metri di profondità, per una buca di cinquanta metri per trenta. Di passaggio decine di curiosi si affacciano alle transenne di piazza Marconi. E tra terra, teli e ruspe al lavoro vedono spuntare la Cremona romana. Un intero quartiere di epoca augustea emergente dagli scavi. Prima uno strato medievale, poi la città romana in pietra. «Adesso ci aspettiamo edifici pubblici e laboratori in legno», spiega Lynn Passi Pitcher, ispettore ai Beni archeologici della Lombardia. Il guaio è che la «Pompei lombarda», come l'ha battezzata qualcuno, sarà visibile solo per pochi mesi. A settembre inizieranno i lavori per un maxiparcheggio sotterraneo da cinquecento posti. Gli sca

Un anfiteatro e un tempio fra i tesori dell'antica Cuma

Un anfiteatro e un tempio fra i tesori dell'antica Cuma PASQUALE DE VITA e LUCA ROMANO La Repubblica (Napoli) 06/04/2006 UN ANFITEATRO fra i più antichi d'Italia finalmente riportato alla luce. La scoperta di mura fortificate del VI secolo a.C, un tempio di età ellenistica e una necropoli. Sono alcune delle novità emerse dagli scavi di Cuma, che in parte ridisegnano la geografia dell'antica città. Gli appassionati dovranno tuttavia aspettare almeno un paio d'anni, fino al 2008, per l'apertura al pubblico dei nuovi siti. La fruizione di queste meraviglie è, infatti, l'obiettivo del "Progetto Kyme", un programma di scavi iniziato nel 1994 e giunto alla sua fase conclusiva. Quattro i gruppi di ricerca coinvolti: insieme alla Soprintendenza per i Beni archeologici, il Centre Jean Bérard di Napoli, l'Università Federico II e L'Orientale. Il percorso del futuro Parco Museale si svilupperà lungo un itinerario che va oltre l'acropoli e il mito dell

Sorpresa! Sotto Cremona ho scoperto un'altra Pompei

Sorpresa! Sotto Cremona ho scoperto un'altra Pompei Chiara Moniaci Oggi 26-APR-2006 Affreschi meravigliosi, ricchi mosaici, fontane decorate: «Qui ci fu un insediamento paragonabile alla città sepolta dal Vesuvio», dice Lynn Passi Pitcher. «Ed è la conferma che Vespasiano, nel 69 d.C., mise a ferro e fuoco la città latina». I segreti degli scavi che stanno facendo la storia E' Cremona, aprile nata negli Stati Uniti, ha fatto l'asilo in Alaska, le elementari in Virginia, medie e liceo in Germania, due anni di università in America e si è laureata alla Statale di Milano. Ma passerà alla storia per avere scoperto la «Pompei lombarda»: nell'urbe dove studiò Virgilio c'era un insediamento paragonabile per ricchezza a Pompei, la città sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Esattamente dieci anni prima, nel 69 d.C, 40 mila soldati misero a ferro e fuoco Cremona, l'antica colonia latina fondata nel 218 a.C: lo narra Tacito nel capitolo 33 del terzo li

Piramidi in Europa? In Bosnia ci credono

Piramidi in Europa? In Bosnia ci credono Vittorio Sabadin La Stampa 22/4/2006 Gli abitanti di Visoko, una cittadina di 50.000 persone a poche decine di chilometri da Sarajevo, lo sapevano da sempre. Fin dal 1300 i loro antenati avevano chiamato la grande collina di 650 metri che sovrasta la città «La piramide», perché di una piramide ha l'evidente forma. La vegetazione che la ricopre da millenni non è infatti sufficiente a nascondere le sue anomalie: quattro lati squadrati, con una inclinazione di circa 45 gradi e un quasi perfetto orientamento con i punti cardinali. Da qualche giorno, l'archeologo bosmaco Semir Osmanagic ha avviato una campagna di scavi sul sito, scoprendo pochi metri sottoterra una pavimentazione fatta di enormi blocchi di pietra e l'ingresso di un impressionante tunnel lungo un paio di chilometri. Osmanagic vive negli Stati Uniti, ha una certa esperienza di piramidi Maya e il suo cappello alla Indiana Jones suscita una certa diffidenza nella comunità sci

Gli antichi scacchi sulla via di Venafro

Gli antichi scacchi sulla via di Venafro IL TEMPO 15/08/2009 L'amministrazione comunale ha inoltrato una richiesta ufficiale per riavere i celebri oggetti Dopo il ritrovamento giacciono in un magazzino del museo di Napoli Potrebbero far presto ritorno a Venafro. Parliamo degli scacchi di Venafro, pezzi risalenti al x secolo rinvenuti nel 1935, in maniera del tutto casuale e considerati i pezzi più antichi d'Italia e tra i più vetusti del mondo occidentale. Questi scacchi furono ritrovati durante uno scavo archeologico nei pressi del teatro romano ma, negli ultimi anni nessuno ha potuto anche solo vederli, in quanto conservati in un magazzino del Museo archeologico nazionale di Napoli. L'Amministrazione comunale di piazza Cimorelli, su sollecitazione di alcune associazioni culturali come "Venafro Antica" e "Musa" ha inoltrato una richiesta ufficiale per poter riavere i celebri scacchi di Venafro nel Museo Archeologico di Santa Chiara. Determinante in tal

Cori mura ciclopiche

Immagine
Cori mura ciclopiche

Scoperte a Tharros due tombe fenice

Scoperte a Tharros due tombe fenice La Nuova Sardegna 12/08/2009 CABRAS. Non accadeva da almeno 100 anni: la necropoli di Tharros da circa un secolo non rivelava segreti come quelli portati alla luce ieri dall’equipe di archeologi e studenti guidati dalla professoressa Carla Del Vais. Nell’area settentrionale della necropoli, su un costone che si affaccia sulla spiaggia di San Giovanni, sono state scoperte due rarissime tombe a incinerazione di epoca fenicia, datate al settimo secolo a.c. L’eccezionalità del ritrovamento sta nel fatto che si tratta di tombe perfettamente integre. Entrambe erano coperte da lastre di arenaria. Una era scavata nella sabbia, l’altra nella roccia. Sotto la lastra di pietra i ricercatori hanno trovato le ceneri dei defunti e i corredi funerari in ceramica. «Da quasi cento anni non veniva alla luce una tomba fenicia integra a Tharros - dice Carla Del Vais -. La ricerca ci ha portato anche a trovare alcuni lembi intatti di tombe puniche scavate nella roccia».

Portus Pisanus: scoperto e presto di nuovo interrato

Portus Pisanus: scoperto e presto di nuovo interrato Roberto Riu GIOVEDÌ, 13 AGOSTO 2009 IL TIRRENO - Livorno Via Firenze. Il ritrovamento dell’antico sito a rischio perché la Sovraintendenza non ha soldi Un tratto di molo a forma di L che appartiene quasi certamente al Portus Pisanus, l’antico insediamento costiero che precedette la nascita di Livorno. E’ questo il risultato delle ricerche iniziate nel 2003 dal team di Silvia Ducci e Marinella Pasquinucci. Il ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi in via Firenze ma rischia di finire presto di nuovo interrato a causa della scarsità di finanziamenti a disposizione della Sovraintendenza. Ma torniamo alla scoperta: si tratterebbe dell’avamposto sud del porto che fu utilizzato anche dalla Repubblica Marinara di Pisa, in epoca medioevale. Conosciuto dagli studiosi sin dal ’700 il sito di Portus Pisanus è stato oggetto di recenti campagne di scavo che hanno appunto riportato alla luce uno scorcio del antico fondale portuale databile al IV

La principessa dall'ascia di piombo. Nell'agro sarnese scoperte quasi 50 tombe risalenti a circa tremila anni fa

La principessa dall'ascia di piombo. Nell'agro sarnese scoperte quasi 50 tombe risalenti a circa tremila anni fa Carlo Avvisati Il Mattino, 24 aprile 2006 Trovati i resti e il corredo di una donna altolocata LA SEPPELLIRONO con quanto di più prezioso aveva avuto in vita: un cinturone di bronzo, bracciali dello stesso materiale, collane, anelli e vasi in ceramica. E perché fosse ben chiaro che si trattava di una donna, le misero accanto anche pesi da telaio e un'ascia di piombo. Li hanno rinvenuti così, tremila anni dopo, alla periferia di San Valentino Torio, i resti di quella che in vita dovette essere una principessa - o, quanto meno, una persona di rango elevato, considerato il corredo tombale - gli archeologi della Soprintendenza Archeologica di Salerno. Lo scheletro era tumulato in una sepoltura a fossa ed è stato intercettato durante i lavori di scavo fatti per riportare alla luce quanto rimaneva di due necropoli, antiche di 30 secoli. I cimiteri individuati? Ricchi d

Sila, i misteri della necropoli

Sila, i misteri della necropoli Gazzetta del Sud Cosenza 06/maggio/2006 SPEZZANO SILA - In arrivo le prime risposte ai misteri nell'insediamento preistorico del Cupone sulle sponde del lago Cecità. Oggi alle 18 presso la sala convegni di via Roma il direttore del Servizio di Preistoria e Protostoria della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria Domenico Marino illustrerà i risultati di laboratorio relativi al sito archeologico scoperto nel 2005. Marino, direttore della campagna di scavo ancora in corso, annuncia novità. Pare che le tracce di sepoltura abbiano rivelato la presenza di una necropoli. L'archeologo ha riportato alla luce uno dei più grandi .stanziamenti preistorici d'Italia a quota 1130-1140 metri. «Lo scavo è partito da 4 ettari di area archeologica», spiega, «e si è esteso in orizzontale fino a 10 ettari circa. n materiale rinvenuto dimostra che i preistorici silani erano specialisti nella produzione, in loco, di lame». La campagna di scavi è sta

Dagli scavi spunta la tomba del Re

Dagli scavi spunta la tomba del Re FARA SABINA Il Messaggero (Rieti) 09/05/2006 Prima apparizione, anzi, riapparizione della straordinaria tomba di dimensioni monumentali e dotata di ricco corredo appartenente ad un re sabino della seconda metà del VI secolo a.C.. Ecco il tema della conferenza stampa della campagna di scavi 2005 nella necropoli di Colle del Forno, al confine tra Fara e Montelibretti. L’appuntamento è per giovedì 11 maggio alle 12 nella sala conferenze dell’Apt di Rieti. La presenza della sepoltura di un personaggio così eminente evidenzia la vitalità e l’importanza politica e sociale della città di Eretum, la cui necropoli già negli anni passati aveva restituito strutture funerarie pertinenti ad esponenti della classe aristocratica e sacerdotale, oggi esposti nel museo archeologico di Fara in Sabina. Gli scavi e gli studi sono il frutto della collaborazione avviata tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, gli Istituti di ricerca Iscima (Istituto per gli

Il giallo di Nello morto 4.500 anni fa

Il giallo di Nello morto 4.500 anni fa Francesco Gironi Gente 16/8/2009 Nettuno (Roma). La scena del crimine, come direbbero gli investigatori di Csi, è a pochi passi dal mare. seminascosta da un cespuglio di macchia mediterranea, nei pressi di Nettuno, sul litorale laziale. L’assassino, o gli assassini, sono stati sfortunati: per 4.500 anni erano infatti riusciti a farla franca. Il caso, invece, ha voluto che lo scorso maggio (ma la notizia è stata resa nota in questi giorni) una pattuglia dei carabinieri passasse proprio di lì e che l'occhio allenato di uno dei militari notasse una fenditura del terreno. Per uno di quei casi di cui la letteratura poliziesca è piena, decide di avvicinarsi. Tra la sabbia e i cespugli si intravvede un piccolo vaso. L’uomo scava intorno con le mani: chissà, forse solo per recuperarlo e magari buttarlo a mare evitando così che qualche turista possa finire con il calpestarlo e tagliarsi. Ma tra la sabbia affiorano anche delle ossa. Umane. E tutto cambi

Trovato un relitto dei IV secolo sui fondali al largo dell'antica Eloro

Trovato un relitto dei IV secolo sui fondali al largo dell'antica Eloro Simonetta Trovato Giornale di Sicilia 10/8/2009 Durante una campagna di rilievi nell'intera area del Plemmirio per l'ampliamento del porto di Siracusa Almeno otto le anfore custodite nella nave. La speranza di trovare la «triremi» di Atene Fondamentali i rilevamenti col sonar che a volte, però, s'imbatte in qualcosa di pi recente (ad esempio, le reti in ferro antisommergibili della seconda guerra mondiale). SIRACUSA. Il sommozzatore sbuca dall'acqua, alza la mano, indice e pollice chiusi a cerchio: okay, il relitto è sotto, possono immergersi fotografi subacquei e cineoperatori, pronti a documentare anfore, legni, scafi sommersi. Questa volta si tratta di un bel reperto, scoperto da Ninni Di Grazia, della Polizia di Stato che collabora con la Soprintendenza del Mare: al largo dell'antica Eloro, nella zona di Avola, è stato individuato un relitto del IV secolo, sommerso dalla sabbia del fonda

Metrò, riaffiora l'antica strada di Chiaia

Metrò, riaffiora l'antica strada di Chiaia Marisa La Penna Il Mattino – Napoli 8/8/2009 Nel cantiere di Monte di Dio la parte terminale della rampa del 500 inglobata nel Ponte. Sospesi i lavori Il sovrintendente Gizzi «Cercheremo di esporla ma senza compromettere tempi e costi della stazione» Intorno al 1500 c'era una strada che collegava Monte di Dio a Chiaia. Era lastricata di ciottoli di pietra lavica e ne racconta la testimonianza la cinquecentesca «Tavola storica» di Antony Lafrery. Da secoli quella strada era scomparsa, seppellita dalle stratificazioni della città nuova. Qualche giorno fa una rampa dell'antica via, lunga una mezza dozzina di metri, è emersa dagli scavi che la società Ansaldo sta effettuando in piazza Santa Maria degliAngeli per la realizzazione della fermata di Chiaia del metrò della linea 6. Un rinvenimento importante. Ne parla il sovrintendente ai Beni architettonici e paesaggistici, Stefano Gizzi. «Non appena abbiamo saputo della scoperta abbiamo a

Nell’antica Nersae il santuario della fertilità

Nell’antica Nersae il santuario della fertilità di ANDREA LIPAROTO Giovedì 1 Giugno 2006 Il Messaggero Misteri sabini. Agli inizi degli anni '90, in località Civitella (Pescorocchiano), nei sotterranei della chiesa cimiteriale di S. Angelo, fu scoperto dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio un santuario italico contenente depositi votivi risalenti al periodo medio-repubblicano (fine IV-metà II sec. a.C.). Si tratta probabilmente di resti appartenenti all'antica cittadina di Nersae. L'edificio in questione è formato da una grande terrazza recintata. Su di un muro, sono scolpiti due falli. Arriviamo ai depositi. Gli oggetti votivi offerti alle divinità, non potendo essere spostati dal santuario quando aumentavano di numero, venivano collocati all'interno di grandi fosse ricavate nel terra. Alcuni di quelli in questo modo rinvenuti nel nostro santuario, ricordano quelli etrusco-laziali, centro-italici e campani, destinati alle guarigioni: questo rito era legato ad

guerriero dell'eneolitico Trovato dopo cinquemila anni

guerriero dell'eneolitico Trovato dopo cinquemila anni Gabriele Simongini Il Tempo – Roma 1/8/2009 Torre Astura. Lo scheletro affiorato dopo la mareggiata nel maggio scorso. La tomba era invasa dall'acqua. La scoperta resa nota solo ora Amichevolmente viene già chiamato Nello ed ha circa cinquemila anni. Forse era un guerriero, probabilmente è stato ucciso e l'ennesima mareggiata se lo sarebbe portato via per sempre. E’ lui il protagonista di una scoperta archeologica eccezionale, avvenuta a maggio sul litorale di Torre Astura, nei pressi di Nettuno e resa nota ora. Come hanno raccontato ieri Marina Sapelli Ragni, Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio e il Ten.Col. Raffaele Mancino, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, lo scheletro del presunto guerriero è stato trovato a dieci metri dalla riva, sulla spiaggia della località denominata «Osservatorio Cortese», dai Carabinieri della Sezione Archeologia e dai funzionari della Soprintendenza per i Ben

Il «giallo» dell’uomo con la freccia in petto sepolto 4.500 anni fa

Il «giallo» dell’uomo con la freccia in petto sepolto 4.500 anni fa Edoardo Sassi 01/08/2009 CORRIERE DELLA SERA La scoperta Rinvenuta tomba dell’Eneolitico: forse era un guerriero Una corsa contro il tempo e contro l’alta marea. Poche ore di scavo stratigrafico condotto con urgenza immediatamente dopo la scoperta, per salvare in extremis quel ritrovamento sulla spiaggia di Nettuno — una sessantina di chilometri a sud di Roma — che gli archeologi preistorici definiscono «eccezionale »: lo scheletro, praticamente integro e con relativo corredo funerario intatto, di un uomo vissuto circa 4.500 anni fa, Età del Rame o Eneolitico, e dunque coevo di Oetzi, celebre mummia rinvenuta al di sotto del ghiacciaio di Similaun nel 1991. Alto «meno di un metro e 70», ha già un nome anche lui, forse meno suggestivo e poetico del suo «cugino» delle nevi. Ma si è deciso di ribattezzarlo così, Nello , dal nome del carabiniere a capo dell’indagine che ha portato alla sua scoperta a pochi metri dalla batt

Età del rame, la tomba del guerriero ucciso da una freccia al cuore

Età del rame, la tomba del guerriero ucciso da una freccia al cuore CARLO ALBERTO BUCCI SABATO, 01 AGOSTO 2009 LA REPUBBLICA - Roma L´hanno ritrovato con una punta di freccia all´altezza del petto e disteso sulla spiaggia di Torre Astura dove si addormentò 5000 anni fa. Ma ora gli archeologi aspettano di sapere dagli antropologi se quella punta di selce era sopra o nella carne del guerriero sepolto. «Sì, potrebbe essere stato seppellito con in corpo l´arma che lo uccise». La suggestione dell´arma del delitto è forte. Come l´emozione per lo scavo eseguito a maggio in un solo giorno con l´acqua del mare che, lì a pochi metri, rischiava di portarsi via il corredo funerario: sei vasi e due pugnali in selce. «Non avevamo nessuna notizia sulla presenza di uomini dell´età del rame, ossia dell´eneolitico, in questa zona» dice l´archeologo della Soprintendenza del Lazio Francesco Di Mario. «Lo scheletro è quasi integro ma le ossa sono state leggermente spostate dal mare. Ora il vasellame verrà