Albinia produce vino da più di 2000 anni
Albinia produce vino da più di 2000 anni
Paola Tana
29-08-09, IL TIRRENO Grosseto
Quando si parla di industrie ad Albinia vengono in mente il settore agroalimentare che esporta in tutta Italia, i vivai di piante e fiori, e aziende vitivinicole. Ma fino a pochi anni fa pochi sapevano che avevano una tradizione ultrasecolare. Uno degli artefici di queste importantissime scoperte che hanno dato nuova visibilità alla frazione, in bilico tra economia e storia, è stato il professor Daniele Vitali, docente di archeologia celtica all’Università di Bologna che oggi sarà a parlare dei suoi ritrovamenti nella sala del museo della Cultura Contadina a partire dalle ore 18,30. “Albinia: terra di vini dall’antichità ad oggi” è il tema della conferenza promossa dagli assessori alla cultura e turismo del Comune di Orbetello, con il sostegno di numerosi sponsor tra i quali il consorzio Welcome Maremma che al termine dell’illustrazione teorica passerà alla stuzzicante pratica offrendo una degustazione di prodotti tipici locali. Un modo, dunque, per parlare del vino nostrano di ieri e di oggi a cominciare da quello che si produceva e si esportava, soprattutto in Francia un secolo prima di Cristo. Ad evidenziare questa attività che rese la valle dell’Albegna famosa in mezza Europa è stato proprio il professor Vitali nelle sue campagne di scavi condotte a più riprese mediante un progetto frutto della collaborazione fra Cnsr (Consulta Nazionale Scientifica), College de France, Centre Archeologique du Munt Beuvrey di Bibracte, Comune Di Orbetello, Università di Bologna e Siena e Soprintendenza Archeologica della Toscana. Campagne di scavi lunghe e complesse che hanno portato alla luce centinaia di anfore vinarie e fornaci altissime che andavano a formare quasi una cittadina. Una grande area industriale, insomma, attiva fin dal 120 a. C. di cui si venne a sapere in Borgogna, quando, durante alcuni scavi a Bibract vennero alla luce anfore vinarie i cui timbri alfabetici hanno ricondotto proprio ad Albinia. Naturalmente un progetto del genere, a cui hanno partecipato anche molti studenti delle scuole del comprensorio, non è di facile attuazione e spesso si scontra con la mancanza di fondi, lamentata in special modo dal Comune lagunare. Ma, se negli anni sta proseguendo, questo dimostra che ancora altissimo è l’interesse per il sottosuolo nei pressi di Albinia che, se tanto ha già mostrato, altrettanto ha ancora da far vedere ad appassionati di archeologia ed enologia, due materie che appaiono destinate a correre su strade parallele e che qui, invece, si intrecciano in modo mirabile e stimolante anche per chi non ha mai visto un reperto archeologico. E oggi avremo la conferma con questo convegno che l’amministratore ha voluto proporre al termine di una stagione povera di eventi di richiamo.
Paola Tana
Paola Tana
29-08-09, IL TIRRENO Grosseto
Quando si parla di industrie ad Albinia vengono in mente il settore agroalimentare che esporta in tutta Italia, i vivai di piante e fiori, e aziende vitivinicole. Ma fino a pochi anni fa pochi sapevano che avevano una tradizione ultrasecolare. Uno degli artefici di queste importantissime scoperte che hanno dato nuova visibilità alla frazione, in bilico tra economia e storia, è stato il professor Daniele Vitali, docente di archeologia celtica all’Università di Bologna che oggi sarà a parlare dei suoi ritrovamenti nella sala del museo della Cultura Contadina a partire dalle ore 18,30. “Albinia: terra di vini dall’antichità ad oggi” è il tema della conferenza promossa dagli assessori alla cultura e turismo del Comune di Orbetello, con il sostegno di numerosi sponsor tra i quali il consorzio Welcome Maremma che al termine dell’illustrazione teorica passerà alla stuzzicante pratica offrendo una degustazione di prodotti tipici locali. Un modo, dunque, per parlare del vino nostrano di ieri e di oggi a cominciare da quello che si produceva e si esportava, soprattutto in Francia un secolo prima di Cristo. Ad evidenziare questa attività che rese la valle dell’Albegna famosa in mezza Europa è stato proprio il professor Vitali nelle sue campagne di scavi condotte a più riprese mediante un progetto frutto della collaborazione fra Cnsr (Consulta Nazionale Scientifica), College de France, Centre Archeologique du Munt Beuvrey di Bibracte, Comune Di Orbetello, Università di Bologna e Siena e Soprintendenza Archeologica della Toscana. Campagne di scavi lunghe e complesse che hanno portato alla luce centinaia di anfore vinarie e fornaci altissime che andavano a formare quasi una cittadina. Una grande area industriale, insomma, attiva fin dal 120 a. C. di cui si venne a sapere in Borgogna, quando, durante alcuni scavi a Bibract vennero alla luce anfore vinarie i cui timbri alfabetici hanno ricondotto proprio ad Albinia. Naturalmente un progetto del genere, a cui hanno partecipato anche molti studenti delle scuole del comprensorio, non è di facile attuazione e spesso si scontra con la mancanza di fondi, lamentata in special modo dal Comune lagunare. Ma, se negli anni sta proseguendo, questo dimostra che ancora altissimo è l’interesse per il sottosuolo nei pressi di Albinia che, se tanto ha già mostrato, altrettanto ha ancora da far vedere ad appassionati di archeologia ed enologia, due materie che appaiono destinate a correre su strade parallele e che qui, invece, si intrecciano in modo mirabile e stimolante anche per chi non ha mai visto un reperto archeologico. E oggi avremo la conferma con questo convegno che l’amministratore ha voluto proporre al termine di una stagione povera di eventi di richiamo.
Paola Tana
Commenti