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Visualizzazione dei post da maggio, 2009

Cento anni dal ritrovamento della Villa dei Misteri

Cento anni dal ritrovamento della Villa dei Misteri SUSY MALAFRONTE 23/05/2009 IL MATTINO Pompei. Sono trascorsi cento anni dal ritrovamento della domus più bella, suggestiva e interessante dell'area archeologica, la Villa dei Misteri. A scoprirla e a regalarla agli occhi del mondo fu il cavaliere Aurelio Item. L'evento è stato ricordato nel convegno, organizzato dalla città di Pompei in collaborazione con la soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, che si è tenuto nell'Auditorium degli Scavi. Nel corso della manifestazione «1909-2009 i cento anni della villa dei Misteri, Aurelio Item, le sue origini e la storia della scoperta», il nipote dello scopritore, Nico Item, ha presentato il libro nel quale racconta i segreti del suo illustre avo legati alla scoperta della «misteriosa» domus. «Il nipote di Aurelio Item, Nico - spiega il sindaco di Pompei Claudio D'Alessio - il cavalier Aurelio Item scopriva uno dei monumenti archeologici più belli e significativi dell

AGORÀ, e il mondo cambiò per sempre! Alejandro Amenábar, 2009

Vetulonia, pioggia di monete

Vetulonia, pioggia di monete VENERDÌ, 15 MAGGIO 2009 IL TIRRENO -- Grosseto Una straordinaria mostra apre all’Isidoro Falchi VETULONIA. Sono 121 monete in oro, argento e bronzo che raccontano la storia dell’Etruria, e saranno esposte al museo archeologico di Vetulonia in una mostra che s’inaugura domani alle 21 nell’ambito de “La Notte Europea dei Musei” promossa dal Museo del Louvre di Parigi. “Vetulonia: le monete degli Etruschi” è il titolo di questa mostra che sarà visitabile fino all’8 giugno. Dopo l’inaugurazione della mostra la serata proseguirà oltre mezzanotte. Alle 22 il pubblico potrà conversare con il numismatico Fiorenzo Catalli, direttore Monetiere al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, per approfondire tutti gli aspetti relativi alle monete che sono indicatori del prestigio e della condizione socio economica delle città etrusche. Alle 23 è previsto un “dolce dessert” con il ristorante “la Vecchia Cantina” di Vetulonia. La mostra è stata curata, oltre che dal diretto

Dal Guercino ad Artemisia Gentileschi, la risposta dell’arte alla rivoluzione galileiana

l’Unità Firenze 10.1.09 La mostra A Pisa la raffigurazione del cannocchiale dello scienziato datata già 1614 Dal Guercino ad Artemisia Gentileschi, la risposta dell’arte alla rivoluzione galileiana La prima volta di Galileo Galilei di Gianni Caverni Il primo dipinto, dello Spagnoletto, che già nel 1614 raffigura il cannocchiale di Galileo, quadri e strumenti: l’unione tra arte e scienza all’ombra dello scienziato in una poderosa mostra allestita a Pisa. Si chiama «La vista» e pare proprio si tratti della prima rappresentazione del cannocchiale di Galileo: la tela si deve a Jusepe De Ribera detto Lo Spagnoletto che la dipinse nel 1614 all’indomani della pubblicazione a Roma dell’Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari (1613). Proveniente dal Museo Franz Mayer di Città del Messico è forse il pezzo più curioso fra i molti capolavori esposti in «Il Cannocchiale e il pennello. Nuova scienza e nuova arte nell’età di Galileo», la mostra, curata da Lucia Tomasi Tongiorgi e Alessand

Ostuni, scoperta una necropoli

Ostuni, scoperta una necropoli Marcello Orlandini Corriere del Mezzogiorno – Bari 9/5/2009 Individuate 18 tombe di bambini, 6 sepolture di adulti e mura perimetrali Ostini. Molti ostunesi non lo sanno ancora ma il professore Donato Coppola, quando nel 1983 allegò ad un suo studio un grafico in cui tracciava lo sviluppo dell'antica cinta muraria messapica della città, aveva colto nel segno. Ed ha avuto ragione, lo stesso direttore del Museo delle Civiltà predassiche, a chiedere la precedenza assoluta per le ragioni della tutela del patrimonio storico di fronte a quelle dell'urgenza di completare un'opera pubblica. E' un vecchio problema per il nostro Paese, lo è anche per Ostuni. E lì, in contrada Spirito Santo, nella parte nord della fascia degli antichi orti terrazzati che cingeva e cinge la Città Bianca da secoli, a poche decine di metri dal punto in cui le ruspe sono state fermate dalla Soprintendenza di Taranto, sta affiorando una necropoli a ridosso di opere monume

Leoni ruggenti alle pareti, pittura rosso fuoco Gli archeologi: «È un evento incredibile»

Leoni ruggenti alle pareti, pittura rosso fuoco Gli archeologi: «È un evento incredibile» di LUCA LIPPERA Venerdì 16 Giugno 2006, Il Messaggero Le “rivelazioni” raccolte da un pm «È un ritrovamento eccezionale dicono al museo di Villa Giulia, sede della Soprintendenza per l’Etruria Meridionale Ha un secolo in più delle sepolture di Tarquinia ed è più vecchia di quelle già molto antiche ritrovate a Veio. Ci sono fregi con uccelli acquatici e migratori, simbolo del passaggio dalla vita alla morte, e poi, alle pareti, i dipinti con i leoni. È un ritrovamento che di sicuro accrescerà le conoscenze complessive sulla pittura nell’antichità del mondo occidentale. E di certo non era la tomba di una persona qualunque. Molto probabilmente fu costruita per un principe». Il sarcofago non è stato ritrovato. Ma il saccheggio, secondo gli esperti, «deve risalire a molto tempo fa», perché invece c’erano vasellame e suppellettili funerarie. Veio, rasa al suolo dal generale Furio Camillo nel 396 a.C., a

La più antica tomba dipinta degli estruschi

La più antica tomba dipinta degli estruschi Giulia Salvatori Il Mattino 17/6/2006 Una vera e propria tomba principesca. Il più antico monumento della pittura non solo d'Etruria ma dell'intero bacino del Mediterraneo occidentale ha avuto per un giorno un cicerone d'eccezione: il ministro per i Beni e le Attività culturali, Francesco Rutelli, che ha presentato ai media la «Tomba dei Leoni Ruggenti», l'ultima scoperta archeologica avvenuta circa due settimane fa a Veio, nei pressi di Roma. In una conferenza stampa nel bel mezzo di un campo di grano dove è stata rinvenuta la tomba, il ministro ha descritto le fasi di questo «ritrovamento unico ed eccezionale», come lo ha definito, che presto sarà aperto al pubblico. «Nell'ambito di un'importante indagine sviluppata già due anni fa dal nucleo per la tutela del patrimonio dei carabinieri, attraverso la collaborazione di una persona - ha detto Rutelli -abbiamo individuato quest'area. Scavando è venuta alla luce una

La tomba dei leoni

La tomba dei leoni Andrea Barcariol Il Tempo - cronaca Roma 17/6/2006 Scoperto il più antico monumento funebre affrescato non solo d'Etru-ria ma dell'intero bacino del Mediterraneo. All'interno del Parco archeologico di Veio è stata rinvenuta infatti una tomba a camera dipinta che dovrebbe essere appartenuta a un principe etrusco. Gli affreschi raffigurano dei leoni ruggenti. Il ritrovamento è stato presentato ieri pomeriggio dal ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli Anche i tombaroli hanno un'anima. E proprio la confessione di uno di loro ha consentito al Reparto operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, guidato dal generale Ugo Zottin, di individuare, all'interno del parco archeologico di Veio, una tomba a camera dipinta che dovrebbe essere appartenuta a un principe etrusco. Una scoperta tenuta nascosta per due settimane al fine di consentire agli studiosi di effettuare i primi rilevamenti che hanno dato un risultato eccezionale. La to

Presentata ieri la più antica tomba etrusca dipinta - E i leoni di Veio tornano a ruggire

Presentata ieri la più antica tomba etrusca dipinta - E i leoni di Veio tornano a ruggire Francesca De Sanctis 17/06/2006, L'Unità Una freccia con la scritta «Terre di Veio», pochi chilometri fuori Roma, conduce verso una delle tante stradine che tagliano il Parco, esteso a vista d’occhio rivestito dall’oro dei campi di grano, macchiati qua e là dal verde capace di nascondere sorprese archeologiche imprevedibili. La più preziosa è venuta alla luce un paio di settimane fa e ieri è stata annunciata dal ministro della Cultura Francesco Rutelli, accompagnato dal presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra e dall’assessore capitolino alla Cultura Gianni Borgna: una “tomba ipogea”, scavata nella roccia, risalente al 690 a. C. Èla più antica tomba etrusca dipinta mai rinvenuta prima. «Una scoperta unica» ha detto Rutelli. Probabilmente il più antico monumento della pittura non solo d’Etruria ma dell’intero bacino del Mediterraneo occidentale, ritrovato grazie all’attività del Repar

A Fuorigrotta un villaggio di 35 secoli fa

A Fuorigrotta un villaggio di 35 secoli fa Carlo Avvisati Il Mattino, 26 giugno 2006 I NAPOLETANI di 3500 anni fa erano anche agricoltori e pastori. Ma il loro Dna era comunque strutturato perché fossero marinai e pescatori. Alcuni galleggianti per reti da posta, costruiti magistralmente e sagomando in forma circolare delle pietre pomici scelte tra le tante espulse nel corso delle eruzioni vesuviane o flegree, ritrovati dagli archeologi, hanno dato la cifra dell'importanza di quel rinvenimento. Nella zona di Piazzale Tecchio, proprio nell'area oggi occupata dal palazzone della Facoltà di Ingegneria, secondo gli esperti della Soprintendenza archeologica di Napoli, trentacinque secoli fa, ci doveva essere un villaggio abitato da pescatori, pastori e agricoltori. La parte periferica dell'insediamento, datato dagli archeologi al «Bronzo medio», è stata intercettata durante i lavori per la realizzazione del metrò cittadino a una profondità di quasi dieci metri, al centro della p

Una tomba di età ellenistica torna alla luce nel municipio

Una tomba di età ellenistica torna alla luce nel municipio Gianni Sollitto La Gazzetta del Mezzogiorno (Capitanata) 09/07/2006 VIESTE Una struttura funeraria, presumibilmente di età ellenistica (III secolo a.C.) è venuta alla luce a Vieste, nel cortile interno dell'edificio municipale, dove è ospitata anche una scuola elementare, durante i lavori di costruzione di una vasca antincendio. Secondo gli esperti, si tratta di una scoperta «di estremo interesse», poiché nell'area garganica e tra i ritrovamenti recenti «tale tipologia architettonico-funeraria, appare nuova e forse unica nel suo genere». Come spesso accade, la scoperta archeologica è avvenuta per caso. Sono stati gli operai dell'impresa «Florio costruzioni», intenti a scavare un vano sotterraneo nel cortile interno dell'imponente edificio del Comune, a rinvenire la struttura funeraria, in un primo momento scambiata per un grosso masso di roccia calcarea. Appena resisi conto che quella lastra non era una semplice

Sull’acqua sacra del Vallo di Diano

Sull’acqua sacra del Vallo di Diano FRANCESCA GARGIULO Corriere del Mezzogiorno 29/04/2009 Un prezioso e raris­simo, quasi unico gioiello dell’arte tardoantica cam­pana sarà oggi re­stituito alla fruizione dei visita­tori. È il battistero paleocristia­no di San Giovanni in Fonte, a Sala Consilina, in provincia di Salerno. L’antica struttura è sta­ta sottoposta a una lunga serie di restauri (costo complessivo: un milione e 200 mila euro), nel­l’ambito di un progetto di riqua­lificazione dell’intera area ar­cheologica di San Giovanni in Fonte, nella quale è stato realiz­zato tra l’altro un percorso in trekking adatto anche ai disabi­li. Stamane alle 10 la cerimonia di riapertura, presenti il vesco­vo della diocesi di Teggiano-Po­licastro monsignor Angelo Spi­nillo, il presidente della Provin­cia di Salerno Angelo Villani, il soprintendente ai Beni architet­tonici e paesaggistici Giuseppe Zampino e la soprintendente ai Beni archeologici di Salerno e Avellino Maria Luisa Nava. Costruito ne

Museo Archeologico Corredi, armi e splendore dei principi di 2.700 anni fa

Museo Archeologico Corredi, armi e splendore dei principi di 2.700 anni fa BRUNELLA TORRESIN GIOVEDÌ, 30 APRILE 2009 LA REPUBBLICA - Bologna Sono esposti fino al 13 settembre i reperti emersi dalle necropoli di Matelica, nelle Marche Viaggio nel tempo, fino a risalire all´VIII secolo avanti Cristo, sulle pendici dell´Appennino marchigiano: la mostra Potere e Splendore. Gli antichi Piceni a Matelica, allestita al Museo Archeologico conduce il visitatore all´interno di una comunità italica, la cui aristocrazia praticava la guerra e il commercio di generi di lusso, commissionava oggetti di squisito artigianato e si apriva di buon grado agli influssi della vicina civiltà etrusca, ma anche, lungo la via Adriatica, delle più lontane civiltà della Grecia e del Medio Oriente. Ne sono la prova i corredi funerari portati alla luce, restaurati e interpretati nell´arco di vent´anni di campagne di scavo condotte dalle soprintendenze archeologica e regionale nel territorio di Matelica (Macerata). Ne

Tesori (e segreti) funerari dei Sanniti

Tesori (e segreti) funerari dei Sanniti Giancarlo Izzo CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, 01 MAGGIO 2009 La scoperta Dagli scavi di Trebula, nell’alto Casertano, un ricco corredo di vasi. Con residui di essenze profumate Dopo duemilacinquecento anni ritornano alla luce testimonianze dell’opulenza e dello splendore dell’antica Trebula. I lavori di scavo nel perimetro dell’antica città, roccaforte sannita sulle colline del Montemaggiore, in provincia di Caserta, restituiscono alcuni eccezionali reperti. In una sepoltura — datata fra il V e il IV secolo avanti Cristo — gli archeologi hanno infatti rinvenuto diversi crateri in bronzo e due grandi vasi in terracotta rossa, finemente decorati. Ma una ulteriore sorpresa è rappresentata dal contenuto rinvenuto in uno dei crateri di bronzo, all’interno del quale è stata accertata, ancora ben conservata, la presenza di una sostanza che gli esperti ipotizzano essere il residuo di essenze usate per accompagnare i defunti nel viaggio verso l’aldilà. La sost