Presentata ieri la più antica tomba etrusca dipinta - E i leoni di Veio tornano a ruggire
Presentata ieri la più antica tomba etrusca dipinta - E i leoni di Veio tornano a ruggire
Francesca De Sanctis
17/06/2006, L'Unità
Una freccia con la scritta «Terre di Veio», pochi chilometri fuori Roma, conduce verso una delle tante stradine che tagliano il Parco, esteso a vista d’occhio rivestito dall’oro dei campi di grano, macchiati qua e là dal verde capace di nascondere sorprese archeologiche imprevedibili. La più preziosa è venuta alla luce un paio di settimane fa e ieri è stata annunciata dal ministro della Cultura Francesco Rutelli, accompagnato dal presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra e dall’assessore capitolino alla Cultura Gianni Borgna: una “tomba ipogea”, scavata nella roccia, risalente al 690 a. C. Èla più antica tomba etrusca dipinta mai rinvenuta prima. «Una scoperta unica» ha detto Rutelli. Probabilmente il più antico monumento della pittura non solo d’Etruria ma dell’intero bacino del Mediterraneo occidentale, ritrovato grazie all’attività del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale con la collaborazione di un tombarolo austriaco di 82 anni fermato nell’ambito dell’operazione denominata “Mozart”. L’hanno chiamata “Tomba dei leoni ruggenti” ed ha qualche anno in più rispetto alla vicina “Tomba delle anatre” risalente al 680-690 circa a. C.. Il nome deriva dai disegni incisi sulle pareti: in alto due file di uccelli acquatici in movimento verso destra e in basso dei leoni con le fauci spalancate e la coda arricciata (che se non fosse per le quattro zampe ben visibili sarebbero più simili a dei pesci). «Si tratta di figure animali disposte su due livelli - ha detto la sovrintendente archeologico per l’Etruria Meridionale Annamaria Moretti - carichi di significati come la morte e il passaggio dalla vita alla morte». A chi apparteneva questa tomba a camera? Senza dubbio era una tomba principesca. Tant’è vero che lì sotto erano custoditi anche materiali di particolare pregio, vasellame, ornamenti preziosi e perfino un carro bronzeo, ha spiegato Francesca Boitani, che ha curato lo scavo. La dottoressa Moretti aggiunge che «sono la solennità del corridoio di accesso, la porta ad arco, e il carro stesso che sottolineano il rango del personaggio». Per un tipo di pittura parietale precedente a questa bisogna risalire al paleolitico, ha precisato l’etruscologo Giovanni Colonna: «Non c’è nulla di simile nel Mediterraneo - ha aggiunto -. Questo è un esempio di “pictura linearis”, proiettata e scontornata su una parete bianca a cui sarebbe seguita la pittura a campitura. Siamo al centro di un immenso sepolcreto villanoviano. Qui ci sono migliaia di tombe». Non a caso Gasbarra ha parlato di un possibile «parco etrusco», un vasto parco archeologico che vada da Roma a Formello, fino a Cerveteri, e si spinga anche sul mare.«Un grande lavoro - ha detto -, che ha bisogno anche di grandi fondi». E Rutelli già annuncia altre sorprese: «Nel Parco di Veio scopriremo altre tombe etrusche e trasformeremo questa zona in una grande area archeologica visitabile ».
Francesca De Sanctis
17/06/2006, L'Unità
Una freccia con la scritta «Terre di Veio», pochi chilometri fuori Roma, conduce verso una delle tante stradine che tagliano il Parco, esteso a vista d’occhio rivestito dall’oro dei campi di grano, macchiati qua e là dal verde capace di nascondere sorprese archeologiche imprevedibili. La più preziosa è venuta alla luce un paio di settimane fa e ieri è stata annunciata dal ministro della Cultura Francesco Rutelli, accompagnato dal presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra e dall’assessore capitolino alla Cultura Gianni Borgna: una “tomba ipogea”, scavata nella roccia, risalente al 690 a. C. Èla più antica tomba etrusca dipinta mai rinvenuta prima. «Una scoperta unica» ha detto Rutelli. Probabilmente il più antico monumento della pittura non solo d’Etruria ma dell’intero bacino del Mediterraneo occidentale, ritrovato grazie all’attività del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale con la collaborazione di un tombarolo austriaco di 82 anni fermato nell’ambito dell’operazione denominata “Mozart”. L’hanno chiamata “Tomba dei leoni ruggenti” ed ha qualche anno in più rispetto alla vicina “Tomba delle anatre” risalente al 680-690 circa a. C.. Il nome deriva dai disegni incisi sulle pareti: in alto due file di uccelli acquatici in movimento verso destra e in basso dei leoni con le fauci spalancate e la coda arricciata (che se non fosse per le quattro zampe ben visibili sarebbero più simili a dei pesci). «Si tratta di figure animali disposte su due livelli - ha detto la sovrintendente archeologico per l’Etruria Meridionale Annamaria Moretti - carichi di significati come la morte e il passaggio dalla vita alla morte». A chi apparteneva questa tomba a camera? Senza dubbio era una tomba principesca. Tant’è vero che lì sotto erano custoditi anche materiali di particolare pregio, vasellame, ornamenti preziosi e perfino un carro bronzeo, ha spiegato Francesca Boitani, che ha curato lo scavo. La dottoressa Moretti aggiunge che «sono la solennità del corridoio di accesso, la porta ad arco, e il carro stesso che sottolineano il rango del personaggio». Per un tipo di pittura parietale precedente a questa bisogna risalire al paleolitico, ha precisato l’etruscologo Giovanni Colonna: «Non c’è nulla di simile nel Mediterraneo - ha aggiunto -. Questo è un esempio di “pictura linearis”, proiettata e scontornata su una parete bianca a cui sarebbe seguita la pittura a campitura. Siamo al centro di un immenso sepolcreto villanoviano. Qui ci sono migliaia di tombe». Non a caso Gasbarra ha parlato di un possibile «parco etrusco», un vasto parco archeologico che vada da Roma a Formello, fino a Cerveteri, e si spinga anche sul mare.«Un grande lavoro - ha detto -, che ha bisogno anche di grandi fondi». E Rutelli già annuncia altre sorprese: «Nel Parco di Veio scopriremo altre tombe etrusche e trasformeremo questa zona in una grande area archeologica visitabile ».
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