Lo «Steering committee» vigilerà sui lavori a Pompei
Lo «Steering committee» vigilerà sui lavori a Pompei
Vincenzo Esposito
Corriere del Mezzogiorno, Napoli, 21/12/2012
Vincenzo Esposito
Corriere del Mezzogiorno, Napoli, 21/12/2012
Il
ministro Fabrizio Barca arriva agli Scavi di Pompei per studiare la
situazione e contemporaneamente viene varato il decreto (firmato con i
colleghi Ornaghi, Passera e Cancellieri) che fa diventare operativo lo
Steering Committee, l'organismo deputato ad accompagnare e verificare
l'attuazione del piano di interventi per il rilancio dell'area
archeologica. Avrà la rappresentanza dei ministeri competenti e dei
rappresentanti Ue. Qualcuno potrebbe parlare di «commissariamento» dei
lavori. Ma è la garanzia, chiesta anche dall'Unione europea per evitare
ciò che lo stesso ministro denunciò pochi mesi fa: lo sperpero di fiumi
di denaro in progetti inutili o fantasma. Ora arrivano 105 milioni. I
primi sei verranno impiegati per l'apertura di due cantieri a gennaio
che si occuperanno, nella Regio VI, del restauro di cinque Domus.
«Saremo ferrei sul cronoprogramma», ha detto Barca. I lavori di restauro
e messa in sicurezza termineranno nel 2015.
Sarà una specie di direttore dei lavori a garanzia dei fondi, 105 milioni, stanziati per rimettere in sesto gli Scavi di Pompei. E da buon direttore ha voluto toccare con mano quello che c'è da fare e la situazione reale del sito archeologico che ogni anno continua ad ospitare due milioni di turisti. Quella di ieri è stata, per il ministro Fabrizio Barca, una visita da finanziatore. Ha incontrato il sovrintendente Teresa Elena Cinquantaquattro e i tecnici impegnati nei primi cantieri che partiranno a gennaio. Sono i lavori legati al primo bando, quello per la manutenzione e il restauro di cinque domus, prime fra tutte quella delle Pareti Rosse e poi quella dei Dioscuri nella Regio VI. Il bando di gara assorbe risorse per 6 milioni di euro. «Con gli interventi in programma - ha detto Barca - entro il 2015 si potranno vedere cose non accessibili al pubblico ma soprattutto si realizzeranno opere di riqualificazione eliminando i problemi alla radice, come nel caso delle infiltrazioni d'acqua che minano la solidità delle mura». Ma non è finita qua. Nel pomeriggio Barca ha incontrato nella sala consiliare del Comune di Pompei gli industriali presentando un bando di gara per idee d'impresa da realizzare nella zona circostante gli scavi. Attività economiche quali la filiera dell'artigianato e quella della floricoltura. Quello che deve nascere, nelle intenzioni del ministero, è un sistema integrato per attrarre ancora più turisti e non fare del sito archeologico una cattedrale nel deserto. «La nostra - ha spiegato Barca - vuole essere la testimonianza che l'area archeologica di Pompei non è quella specie di obbrobrio che viene descritta da qualche tempo ma che comunque ci sono difficoltà di accessibilità che vanno risolte». Stavolta nessuna parola sugli sprechi passati, la valanga di denaro ingoiato in progetti inutili. Parla solo di futuro, il ministro: «Nel corso dei prossimi mesi non solo abbiamo in animo di fornire un punto costante sugli interventi svolti, ma abbiamo soprattutto l'obiettivo di evidenziare con chiarezza il cronoprogramma degli interventi ancora da compiere, per arrivare alla scadenza del 2015 con tutti i progetti portati a termine. Un momento importante sarà a febbraio del prossimo anno, quando a Pompei arriverà il commissario europeo per valutare in prima persona lo stato dell'arte degli interventi fino ad allora avviati». Pompei aprirà tutte le sue porte comprese quelle oggi inaccessibili. Domus e ville da cui verrà tolto il cartello no entry e che sono attualmente gestite da un pugno di persone che le fanno visitare dietro laute mance. Il sistema Pompei deve cambiare. La città di cui Plinio narrò la distruzione deve diventare una ricchezza per tutti e non solo per pochi. E a vigilare su tutto sarà lo «Steering Committee» che con un decreto firmato dai ministri Barca, Ornaghi, Passera e Cancellieri diventa operativo. A presiedere il Comitato, composto da sette rappresentanti dei diversi ministeri e della Comunità Europea, sarà Giampiero Marchesi, dello sviluppo economico. La mission pensata per il comitato è quella di accompagnare e verificare l'attuazione del piano di interventi per il rilancio dell'area archeologica. Possiamo parlare di commissariamento? Apparentemente sembra di sì. Anzi, pare che stia accadendo proprio ciò che «Le Monde» e i francesi da tempo sostengono: Pompei è una ricchezza dell'umanità, non può essere gestita solo dagli italiani.
Sarà una specie di direttore dei lavori a garanzia dei fondi, 105 milioni, stanziati per rimettere in sesto gli Scavi di Pompei. E da buon direttore ha voluto toccare con mano quello che c'è da fare e la situazione reale del sito archeologico che ogni anno continua ad ospitare due milioni di turisti. Quella di ieri è stata, per il ministro Fabrizio Barca, una visita da finanziatore. Ha incontrato il sovrintendente Teresa Elena Cinquantaquattro e i tecnici impegnati nei primi cantieri che partiranno a gennaio. Sono i lavori legati al primo bando, quello per la manutenzione e il restauro di cinque domus, prime fra tutte quella delle Pareti Rosse e poi quella dei Dioscuri nella Regio VI. Il bando di gara assorbe risorse per 6 milioni di euro. «Con gli interventi in programma - ha detto Barca - entro il 2015 si potranno vedere cose non accessibili al pubblico ma soprattutto si realizzeranno opere di riqualificazione eliminando i problemi alla radice, come nel caso delle infiltrazioni d'acqua che minano la solidità delle mura». Ma non è finita qua. Nel pomeriggio Barca ha incontrato nella sala consiliare del Comune di Pompei gli industriali presentando un bando di gara per idee d'impresa da realizzare nella zona circostante gli scavi. Attività economiche quali la filiera dell'artigianato e quella della floricoltura. Quello che deve nascere, nelle intenzioni del ministero, è un sistema integrato per attrarre ancora più turisti e non fare del sito archeologico una cattedrale nel deserto. «La nostra - ha spiegato Barca - vuole essere la testimonianza che l'area archeologica di Pompei non è quella specie di obbrobrio che viene descritta da qualche tempo ma che comunque ci sono difficoltà di accessibilità che vanno risolte». Stavolta nessuna parola sugli sprechi passati, la valanga di denaro ingoiato in progetti inutili. Parla solo di futuro, il ministro: «Nel corso dei prossimi mesi non solo abbiamo in animo di fornire un punto costante sugli interventi svolti, ma abbiamo soprattutto l'obiettivo di evidenziare con chiarezza il cronoprogramma degli interventi ancora da compiere, per arrivare alla scadenza del 2015 con tutti i progetti portati a termine. Un momento importante sarà a febbraio del prossimo anno, quando a Pompei arriverà il commissario europeo per valutare in prima persona lo stato dell'arte degli interventi fino ad allora avviati». Pompei aprirà tutte le sue porte comprese quelle oggi inaccessibili. Domus e ville da cui verrà tolto il cartello no entry e che sono attualmente gestite da un pugno di persone che le fanno visitare dietro laute mance. Il sistema Pompei deve cambiare. La città di cui Plinio narrò la distruzione deve diventare una ricchezza per tutti e non solo per pochi. E a vigilare su tutto sarà lo «Steering Committee» che con un decreto firmato dai ministri Barca, Ornaghi, Passera e Cancellieri diventa operativo. A presiedere il Comitato, composto da sette rappresentanti dei diversi ministeri e della Comunità Europea, sarà Giampiero Marchesi, dello sviluppo economico. La mission pensata per il comitato è quella di accompagnare e verificare l'attuazione del piano di interventi per il rilancio dell'area archeologica. Possiamo parlare di commissariamento? Apparentemente sembra di sì. Anzi, pare che stia accadendo proprio ciò che «Le Monde» e i francesi da tempo sostengono: Pompei è una ricchezza dell'umanità, non può essere gestita solo dagli italiani.
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