La scrittura giapponese
La scrittura giapponese
Il Giappone, dapprima
sottoposto all'influenza culturale cinese, ne assorbì lentamente la scrittura,
dando origine ad uno dei sistemi di scrittura più complicati tuttora in uso.
I segni ideografici cinesi, di
volta in volta, potevano essere usati come ideogrammi, esprimendo un'idea in
qualche modo vicina all'oggetto rappresentato dal carattere, o come segni
fonetici, assumendo il suono della parola cinese equivalente.
A questo si aggiunga che, nei
secoli, la lingua cinese variava nella pronuncia e quindi agli stessi segni
venivano attribuiti in giapponese nuovi valori fonetici.
Verso il IX secolo, infine,
una serie di segni prese un valore puramente fonetico: ogni segno rappresentava
il suono di una sillaba, e più suoni collegati rappresentavano il suono di una
parola.
Questi segni formano oggi due
sillabari distinti e di uso parallelo: il Katakana composto di 47 segni e lo
Hiragana con circa trecento segni, ma non tutti di uso frequente.
Nonostante l'esistenza dei
caratteri sillabici, in Giappone si continuano ad utilizzare anche i segni
ideografici di origine cinese: spesso in una frase i verbi, i sostantivi e gli
aggettivi vengono espressi con segni ideografici, mentre le desinenze, le
particelle e le preposizioni sono rappresentati foneticamente.
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