Pisa, sotto i Miracoli resta nascosta tutta un’altra storia

Pisa, sotto i Miracoli resta nascosta tutta un’altra storia
GIOVEDÌ, 14 MARZO 2013 IL TIRRENO - Piombino - Elba

La scoperta di una cattedrale più antica ma mai finita e tracce etrusche e romane che raccontano la città

I Segreti del passato

Gli appassionati affollano le conferenze degli archeologi In attesa di poter ammirare le navi romane di San Rossore

di Maria Teresa Giannoni wPISA Il Duomo, la Torre, il grande prato. Un'immagine famosa in tutto il mondo che frutta a Pisa migliaia di turisti. E che suscita il legittimo orgoglio dei suoi abitanti perché la cattedrale medievale - iniziata nel 1064 dall'architetto Buschetto- è un capolavoro assoluto e l'architettura della piazza è pura poesia. La storia ha fatto grande la città e sempre nuove vicende vengono alla luce. Sotto l'erba verde del prato, sotto la Piazza dei Miracoli, si nasconde ancora storia. Non resta che cercarne le tracce. Un compleanno da festeggiare. Si celebrerà l'anno prossimo il 950esimo anniversario dalla fondazione del Duomo, intanto la città cambia attraverso grandi ristrutturazioni che ne ridisegnano il profilo, a partire dalla zona dell'ex Saint Gobain e dei Navicelli. E, in attesa che venga aperto al pubblico l’antico porto con le navi romane e il museo con i reperti, crescono gli appassionati, come dimostrano le conferenze - organizzate dall'Opera della Primaziale e dalla Soprintendenza, in collaborazione con l'Archeoclub - che sono sempre più affollate. Proprio oggi - alle 16,30 all'Auditorium della Primaziale in piazza dell'Arcivescovado - gli archeologi medievisti Antonio Alberti e Luca Parodi parleranno di quello che si nasconde sotto il prato e che è venuto alla luce tra il 2003 e il 2009 e poi è stato ricoperto. Il dottor Alberti, che collabora da anni con la Soprintendenza, ha anche scritto un libro, insieme ad Emanuela Paribeni, pubblicato da Felici ("Archeologia in piazza dei Miracoli. Gli scavi 2003-2009"). «Le conferenze sono sempre molto frequentate - dice - e questa lo sarà particolarmente perché si parla di una delle piazze più famose del mondo. Si sapeva già che c'erano insediamenti precedenti sotto la piazza, ma in quella occasione abbiamo riportato alla luce i resti di una cattedrale preesistente». Gli scavi. Una vera sorpresa per gli archeologi perché nessun documento ne aveva mai parlato. Ma perché questo silenzio? «I dati che abbiamo raccolto ci fanno pensare - dice Alberti - che non sia mai stata finita per questo non se ne parlava. Era un edificio grande, a tre navate, ma non abbastanza per rappresentare quello che Pisa stava diventando. Dagli intonaci e dai dipinti di cui abbiamo trovato frammenti nella cripta, si è fatta risalire a una sessantina di anni prima della costruzione dell'attuale Duomo. Abbiamo capito che non era mai stata terminata perché non c'erano tracce di crolli, abbiamo trovato invece le fosse che successivamente sono servite a smontare l'edificio precedente». La Repubblica di Pisa si avviava a dominare il Mediterraneo, come rappresentazione della sua potenza le serviva qualcosa di più sontuoso. Una lunga storia. In tutte le città italiane se si scava un po' si trova di tutto. Figuriamoci a Pisa. «È improponibile lasciare a vista quello che si trova - spiega Alberti - Altrimenti non si camminerebbe più. E poi ci sarebbero problemi di mantenimento. Meglio collocare i ritrovamenti in un museo di appoggio. Stiamo proprio lavorando alla documentazione dei reperti per offrirla poi al pubblico». La piazza ha una lunga storia. «In epoca etrusca era un'area sacra - dice l'archeologo - tracce di templi sono state trovate nel prato dietro l'abside del Duomo. Al tempo dei romani invece era occupata da edifici civili, dalle domus di personaggi illustri. Nel Medio Evo ha ritrovato la sua vocazione religiosa». Archeologi di città. Del passato più antico sono rimaste poche tracce visibili. Ma intanto chi tra via San Martino e piazza della Pera e si imbatte in quel blocco di marmo che le ha dato il nome sappia che è un cippo di epoca etrusca. Importanti sono i resti delle terme romane di epoca imperiale (I secolo dopo Cristo), i Bagni dei Nerone, a cui si passa accanto guidando l’auto dalle parti di Porta a Lucca. Ma la scoperta più sensazionale fatta a metà degli anni Novanta è stato il Tumulo del Principe Etrusco, una tomba circolare imponente tra via San Jacopo e via Pietrasantina. Tutte testimonianze che però ancora non hanno abbastanza visibilità. È auspicabile che vengano valorizzate come si deve con visite guidate organizzate.

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