Rinvenute altre tombe del III secolo a.C.
Rinvenute altre tombe del III secolo a.C.
Luigina Pileggi
Catanzaro (08/09/2010) GAZZETTA DEL SUD
Gli studiosi non escludono la possibilità che in questa zona si trovi la necropoli dell'antica Terina
È una tomba unica nel suo genere. Come non se n'erano mai viste prima. La scoperta del sarcofago del III secolo a.C. in un oliveto vicino alla caserma dei vigili del fuoco a Caronte, così come anticipato ieri dalla Gazzetta del Sud, è di certo una delle scoperte più importanti avvenute negli ultimi anni nel nostro territorio.
Si tratta infatti di una tomba monumentale che non ha precedenti nel lametino e che di certo, per la fattura e le accurate lavorazioni, doveva appartenere a qualche personaggio importante dell'epoca. La cassa è infatti formata da ben otto lastre calcaree: due laterali, due testate e quattro usate per la copertura. I due lati lunghi del sarcofago sono formati da pezzi monolitici, mentre nella parte interna della lastra superiore sono state trovate delle incisioni.
All'interno del sarcofago, che al momento del ritrovamento era ancora integro, non "profanato", gli archeologi hanno rinvenuto una lucerna e un pezzo femore.
Il fatto anomalo è che all'interno della tomba è stata rinvenuta solo una lucerna: all'epoca si usava invece deporre un cinturone se si trattava di un uomo o un braccialetto di bronzo se si trattava di una donna. Anche se ci sono stati molti casi in cui all'interno delle sepolture non è stato rinvenuto alcunchè.
Il dato certo, è che si tratta si una tomba appartenente ad una personalità importante, anche perchè le sepolture comuni erano fatte da lastre di terracotta, proprio come quella esposta al Museo archeologico del Complesso monumentale San Domenico, venuta alla luce durante uno scavo a Caposuvero condotto dai volontari dell'Associazione archeologica lametina.
Il sarcofago rinvenuto vicino al fiume Bagni è molto profondo e anche molto pesante, infatti gli archeologi dovrebbero smontarlo, catalogare i vari pezzi e poi rimontarlo all'interno del Museo, col supporto di una gru.
Questa importante scoperta potrebbe comunque non essere l'unica: intorno all'area transennata sono state già intraviste altre sepolture, anche se non magnificenti come il sarcofago in lastre calcaree.
Non è escluso che in quest'area, non molto lontana da Terina, possa essere localizzata la necropoli della sub colonia di Crotone. Un'ipotesi che, se fosse confermata, rappresenterebbe una scoperta dal valore inestimabile, che porterebbe la città di Lamezia alla ribalta delle cronache mondiali, e questa volta non per fatti di cronaca.
La scoperta della tomba è avvenuta fortuitamente, solo perchè su questo terreno (privato) si stanno effettuando dei lavori per il passaggio del metanodotto. Anche se gli studiosi sanno bene quanto sia importante questa zona dal punto di vista archeologico.
Due sono però gli ostacoli da sormontare: il primo è rappresentato dai proprietari dei terreni, spesso restii a lasciare le proprie terre coltivate a fini archeologici e culturali; il secondo sono le Istituzioni, che troppo spesso "disperdono" energie e fondi per manifestazioni passeggere e festaiole (per carità sono importanti anche queste!) invece di investire su progetti che puntino alla riscoperta del nostro passato e che possano riportare alla luce pezzi della nostra storia.
Bisognerebbe infatti investire di più sugli scavi archeologici, anche perchè ci sono zone, come quelle di Sant'Eufemia Vetere, dove basta spostare un po' la terra per trovare reperti storici dall'inestimabile importanza.
Lamezia non ha bisogno di mega progetti irrealizzabili per poter sviluppare il turismo, basta solo scavare qualche metro di terra: il suo tesoro ce l'ha già, basta solo volerlo scoprire.
Luigina Pileggi
Catanzaro (08/09/2010) GAZZETTA DEL SUD
Gli studiosi non escludono la possibilità che in questa zona si trovi la necropoli dell'antica Terina
È una tomba unica nel suo genere. Come non se n'erano mai viste prima. La scoperta del sarcofago del III secolo a.C. in un oliveto vicino alla caserma dei vigili del fuoco a Caronte, così come anticipato ieri dalla Gazzetta del Sud, è di certo una delle scoperte più importanti avvenute negli ultimi anni nel nostro territorio.
Si tratta infatti di una tomba monumentale che non ha precedenti nel lametino e che di certo, per la fattura e le accurate lavorazioni, doveva appartenere a qualche personaggio importante dell'epoca. La cassa è infatti formata da ben otto lastre calcaree: due laterali, due testate e quattro usate per la copertura. I due lati lunghi del sarcofago sono formati da pezzi monolitici, mentre nella parte interna della lastra superiore sono state trovate delle incisioni.
All'interno del sarcofago, che al momento del ritrovamento era ancora integro, non "profanato", gli archeologi hanno rinvenuto una lucerna e un pezzo femore.
Il fatto anomalo è che all'interno della tomba è stata rinvenuta solo una lucerna: all'epoca si usava invece deporre un cinturone se si trattava di un uomo o un braccialetto di bronzo se si trattava di una donna. Anche se ci sono stati molti casi in cui all'interno delle sepolture non è stato rinvenuto alcunchè.
Il dato certo, è che si tratta si una tomba appartenente ad una personalità importante, anche perchè le sepolture comuni erano fatte da lastre di terracotta, proprio come quella esposta al Museo archeologico del Complesso monumentale San Domenico, venuta alla luce durante uno scavo a Caposuvero condotto dai volontari dell'Associazione archeologica lametina.
Il sarcofago rinvenuto vicino al fiume Bagni è molto profondo e anche molto pesante, infatti gli archeologi dovrebbero smontarlo, catalogare i vari pezzi e poi rimontarlo all'interno del Museo, col supporto di una gru.
Questa importante scoperta potrebbe comunque non essere l'unica: intorno all'area transennata sono state già intraviste altre sepolture, anche se non magnificenti come il sarcofago in lastre calcaree.
Non è escluso che in quest'area, non molto lontana da Terina, possa essere localizzata la necropoli della sub colonia di Crotone. Un'ipotesi che, se fosse confermata, rappresenterebbe una scoperta dal valore inestimabile, che porterebbe la città di Lamezia alla ribalta delle cronache mondiali, e questa volta non per fatti di cronaca.
La scoperta della tomba è avvenuta fortuitamente, solo perchè su questo terreno (privato) si stanno effettuando dei lavori per il passaggio del metanodotto. Anche se gli studiosi sanno bene quanto sia importante questa zona dal punto di vista archeologico.
Due sono però gli ostacoli da sormontare: il primo è rappresentato dai proprietari dei terreni, spesso restii a lasciare le proprie terre coltivate a fini archeologici e culturali; il secondo sono le Istituzioni, che troppo spesso "disperdono" energie e fondi per manifestazioni passeggere e festaiole (per carità sono importanti anche queste!) invece di investire su progetti che puntino alla riscoperta del nostro passato e che possano riportare alla luce pezzi della nostra storia.
Bisognerebbe infatti investire di più sugli scavi archeologici, anche perchè ci sono zone, come quelle di Sant'Eufemia Vetere, dove basta spostare un po' la terra per trovare reperti storici dall'inestimabile importanza.
Lamezia non ha bisogno di mega progetti irrealizzabili per poter sviluppare il turismo, basta solo scavare qualche metro di terra: il suo tesoro ce l'ha già, basta solo volerlo scoprire.
Commenti