Mari e Ebla


Mari e Ebla

È grazie alle scoperte archeologiche che oggi conosciamo l'importanza che ebbero due città, Mari e Ebla. Mari, sul medio Eufrate, è stata scavata da una missione archeologica francese, che ha rivelato una grande città con una reggia immensa (30.000 m²) e un archivio contenente 25.000 tavolette scritte in cuneiforme in una lingua simile all'accadico. La città di Mari non dominò mai un vasto territorio, ma aveva raggiunto, in particolare verso il 1800 a.C. una grande prosperità, grazie alla sua posizione geografica, crocevia di importanti vie di comunicazione. Più volte sottomessa da altri popoli fu distrutta da Hammurabi. Ebla, nella Siria settentrionale, era appena conosciuta per nome, prima che una missione archeologica italiana, tra 1964 e 1976, ne scoprisse le rovine. Le migliaia di tavolette cuneiformi in arcaico semita ritrovate a Ebla hanno dato un grande contributo alla conoscenza della storia orientale, accertando che Ebla fu la capitale di un ricco regno, ben organizzato, che esercitò, verso il 2400 a.C., l'egemonia su tutta l'Alta Siria e su altre terre dall'Anatolia meridionale al medio Tigri e Eufrate, compresa Mari, con una penetrazione commerciale più ampia. L'impero di Ebla fu indebolito e poi distrutto da Sargon e dai suoi successori.

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