Pericle
Pericle
Pericle, nato nel 495 a.C., si
mise in luce sulla scena politica ateniese a partire dal 463 a.C., accanto ad
Efialte, capo del partito "democratico". Per iniziativa di Efialte e
poi di Pericle, furono votati una serie di provvedimenti che consentivano concretamente
a tutti i cittadini di partecipare alla vita politica. Si stabilì che le
cariche, tranne quelle di tipo tecnico, fossero sorteggiate tra tutti i
cittadini e che chi assolveva un incarico pubblico ricevesse dallo stato una
indennità giornaliera: in questo modo l'esercizio delle magistrature era
consentito anche a chi viveva del proprio lavoro. La sua politica mirava a
consolidare l'impero che Atene si era costituita con la lega di Delo: da una
parte tentò di continuare la controffensiva antipersiana in modo da estendere
la penetrazione commerciale e politica di Atene in Oriente, dall'altra riprese
l'idea di Temistocle di contrastare la supremazia spartana. Suo strenuo
avversario in questa politica imperialistica fu Tucidide, ostracizzato nel 443
a.C.. A partire da questa data Pericle non ebbe più avversari in grado di
contrastarlo e fu eletto stratego ogni anno fino alla morte. Sotto la sua guida
ad Atene furono realizzate splendide opere pubbliche, tra cui il Partenone. Con
lo scoppio della guerra del Peloponneso, voluta da Pericle, e l'infierire della
pestilenza ad Atene, l'influenza di Pericle vacillò: venne privato della
carica, processato per peculato e condannato a pagare un'ammenda. Riuscì a
riacquistare il favore della popolazione e a essere rieletto stratego, ma poco
dopo morì di peste (429).
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