Scomparso lo scudo di un Bronzo di Riace
Scomparso lo scudo di un Bronzo di Riace
Giovedì 25 Settembre 2008 L'ARENA
ARCHEOLOGIA. LO STRUMENTO DI DIFESA IN UNA FOTO SCATTATA IL GIORNO DEL RECUPERO
Diventa sempre più intricata e misteriosa la vicenda del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Una fotografia, scattata il giorno del recupero delle statue, dimostrerebbe, secondo il ricercatore vibonese, Giuseppe Braghò, l’esistenza di uno scudo che però non è stato mai trovato. La foto amatoriale è stata esposta durante una mostra svoltasi quest’estate a Riace e organizzata dalla Pro Loco. Nel visionare le foto Braghò, autore di una ricerca e di un libro in cui si sostiene il furto di uno scudo e di una lancia appartenuti ai Bronzi, ha notato che dalla mano della statua cosiddetta «Giovane» c’era un maniglione dello scudo che non è stato mai trovato. «Dalle foto», sostiene Braghò, «si vede un oggetto che fuoriesce dalla mano sinistra del bronzo. È intuibile che si tratta del maniglione dello scudo appartenuto alla statua che non è stato mai ritrovato. Dopo aver visto le foto della Pro Loco di Riace, scattate al momento del recupero delle statue, mi sono recato al Museo di Reggio Calabria e tra gli oggetti esposti, trovati con i bronzi, non c’è traccia di quell’oggetto che si vede nella foto». Braghò, autore di due libri nei quali si sostiene il furto di oggetti appartenuti ai Bronzi, sostiene anche che le statue erano tre e non due. A suffragare questa tesi, secondo il ricercatore, c’è una relazione fatta durante il ritrovamento delle statue al largo delle acque di Riace. «Nella relazione», dice, «si fa riferimento a un gruppo di statue. Se fossero state due avrebbero sicuramente indicato il numero preciso. E sempre nella stessa relazione vengono descritti i due Bronzi e viene scritto che c’era uno scudo sul braccio sinistro di una delle due statue. A supportare la tesi del furto degli oggetti appartenuti ai bronzi c’è anche la testimonianza di una donna, di cui parlo nel mio ultimo libro». Sulla vicenda è stata avviata un’indagine dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico.
Giovedì 25 Settembre 2008 L'ARENA
ARCHEOLOGIA. LO STRUMENTO DI DIFESA IN UNA FOTO SCATTATA IL GIORNO DEL RECUPERO
Diventa sempre più intricata e misteriosa la vicenda del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Una fotografia, scattata il giorno del recupero delle statue, dimostrerebbe, secondo il ricercatore vibonese, Giuseppe Braghò, l’esistenza di uno scudo che però non è stato mai trovato. La foto amatoriale è stata esposta durante una mostra svoltasi quest’estate a Riace e organizzata dalla Pro Loco. Nel visionare le foto Braghò, autore di una ricerca e di un libro in cui si sostiene il furto di uno scudo e di una lancia appartenuti ai Bronzi, ha notato che dalla mano della statua cosiddetta «Giovane» c’era un maniglione dello scudo che non è stato mai trovato. «Dalle foto», sostiene Braghò, «si vede un oggetto che fuoriesce dalla mano sinistra del bronzo. È intuibile che si tratta del maniglione dello scudo appartenuto alla statua che non è stato mai ritrovato. Dopo aver visto le foto della Pro Loco di Riace, scattate al momento del recupero delle statue, mi sono recato al Museo di Reggio Calabria e tra gli oggetti esposti, trovati con i bronzi, non c’è traccia di quell’oggetto che si vede nella foto». Braghò, autore di due libri nei quali si sostiene il furto di oggetti appartenuti ai Bronzi, sostiene anche che le statue erano tre e non due. A suffragare questa tesi, secondo il ricercatore, c’è una relazione fatta durante il ritrovamento delle statue al largo delle acque di Riace. «Nella relazione», dice, «si fa riferimento a un gruppo di statue. Se fossero state due avrebbero sicuramente indicato il numero preciso. E sempre nella stessa relazione vengono descritti i due Bronzi e viene scritto che c’era uno scudo sul braccio sinistro di una delle due statue. A supportare la tesi del furto degli oggetti appartenuti ai bronzi c’è anche la testimonianza di una donna, di cui parlo nel mio ultimo libro». Sulla vicenda è stata avviata un’indagine dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico.
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