Tharros, il porto emerge dallo stagno

SARDEGNA - Tharros, il porto emerge dallo stagno
NICOLA PINNA
L'Unione Sarda 26/09/2008

Mistras: scoperto lo scalo punico sommerso dalla laguna
Lo scalo era scavato nella roccia: le ricerche si sono concentrate a Mistras grazie a una foto che ha svelato una grande struttura sommersa. Le navi che partivano da Cartagine e arrivavano a Tharros attraccavano su una banchina lunga oltre duecento metri, in un angolo del Golfo di Oristano protetto da un grande molo frangiflutti. Il porto dell'antica città del Sinis era stato realizzato (anzi, scavato) in un tratto di costa riparato dai venti, in uno specchio di mare che nel corso dei secoli è stato intrappolato da una striscia di terra. E che quindi si è trasformato in una grande palude, la pescosissima laguna di Mistras. GLI STUDI I resti dell'antico porto di Tharros gli archeologi li hanno ritrovati al centro dello stagno, dove prima arrivavano le onde spinte dal maestrale. Per due secoli gli studiosi hanno creduto all'ipotesi che il grande molo si trovasse nella zona della spiaggia di Mare Morto, ma i ricercatori dell'Università di Cagliari e quelli dell'ateneo di Sassari (che per caso si sono trovati a curare la stesso studio) hanno recuperato in un'altra zona della costa ciò che rimane del grande scalo. La scoperta è importante ed è il frutto delle indagini curate contemporaneamente dai responsabili del museo civico di Cabras, dai tecnici della cooperativa Penisola del Sinis e dagli studenti della facoltà di Archeologia subacquea di Oristano. Supportati dai militari del Nucleo sommozzatori della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto di Oristano. Tutti coordinati dalla Sovrintendenza archeologica, che è riuscita ad affiancare gli studiosi dell'ateneo cagliaritano e di quello sassarese. IL GRANDE PORTO Mettendo insieme i risultati delle due ricerche si scopre dunque che i punici avevano scavato nell'arenaria il grande porto di Tharros e realizzato la banchina a ridosso della sponda occidentale della laguna di Mistras. «Il primo indizio lo abbiamo avuto grazie a una foto aerea molto dettagliata che ci ha permesso di notare la presenza di una struttura monumentale sott'acqua - ha spiegato il direttore del museo archeologico di Cabras, Carla Del Vais - Con la ricerca, inziata nel 2003, abbiamo scoperto un grande muro che quasi certamente è la banchina del porto». LE VECCHIE SCOPERTE E a Mare Morto cosa è rimasto? «Da tempo si credeva che il porto fosse proprio da quelle parti, in realtà le strutture individuate ci sembrano semplici blocchi squadrati che non c'entrano nulla con lo scalo: l'unico porto di Tharros si trovava nella zona occidentale dell'attuale laguna di Mistras - ha precisato Raimondo Zucca, archeologo e docente dell'Università di Sassari - Nella zona di Murru Mannu l'archeologo israeliano Elisha Linder, tra il 1984 e il 1987, aveva ritrovato un molo che credeva fosse la banchina del porto, in realtà era una struttura creata per bloccare la potenza delle onde che si infrangevano sulla città». I NUOVI SCAVI Per scoprire il resto dei segreti che da millenni sono nascosti sotto le acque di Mistras sarà necessario uno scavo subacqueo approfondito che gli archeologi stanno già organizzando. «Le ricerche su questo angolo del Sinis ci hanno permesso anche di accertare che il porto punico di Tharros è stato dismesso nell'età tardo-bizantina, quando le esigenze difensive erano cambiate - ha aggiunto Piergiorgio Spanu, docente della facoltà di Archeologia subacquea - Un altro scalo, successivamente, era stato realizzato nella zona di Torregrande, anche se ancora non lo abbiamo localizzato».

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