CAMAIORE. Salgono a 45 gli scheletri sotto la piazza
CAMAIORE. Salgono a 45 gli scheletri sotto la piazza
Marco Pomella
SABATO, 22 NOVEMBRE 2008 IL TIRRENO - Viareggio
A giorni il responso degli esami per la datazione dei reperti
Per gli archeologi che stanno rinvenendo tutti i giorni reperti è quasi una corsa contro il tempo. La prossima settimana - dieci giorni al massimo - i lavori per il piastrellamento di piazza Diaz si sposteranno e riguarderanno la sezione oggi al vaglio degli esperti e, a quel punto, gli scavi saranno ricoperti. E con loro quello che, forse, poteva essere portato alla luce.
Gli esperti sono la dottoressa Francesca Anichini, la direttrice del museo Stefania Campetti, gli archeologi Elisa Bertelli, Luca Parodi e Alessandra Del Freo e l’antropologa Giuliana Pagni.
Gli ultimi due “ritrovamenti”, mercoledì pomeriggio. Due scheletri, perfettamente conservati. Due maschi adulti, uno di venti anni, l’altro di una cinquantina, alti un po’ più di un metro e settanta. Due scheletri, che portano a 45 il numero complessivo di cadaveri rinvenuti lì sotto dalla prima “scoperta”, a fine estate. Uomini, donne e anche molti bambini. Datarli è difficile. Sicuramente, sono di epoca medievale. Tra una quindicina di giorni arriveranno i risultati delle analisi al carbonio dei campioni di osso. Per una datazione precisa. E’ quasi certo, però, che i 45 scheletri risalgono ad epoche diverse tra loro. Erano, infatti, disposti su più livelli. Impossibile dire a che strato sociale appartenessero: con loro, nelle tombe scavate direttamente nel terreno e ricoperte da terra senza alcuna bara, non è stato rinvenuto, né una ceramica, né un documento. Solo, in un caso, alcuni bottoni. Che, però, non sono d’aiuto per capirne molto di più.
Sotto piazza Diaz c’è, però, anche dell’altro. Mercoledì, insieme ai due scheletri, sono emersi anche due pilastri. E una parte di un muro, su cui poggia il primo scalino della chiesa di San Michele (che risale ad un’epoca vicina all’anno 1.000; il primo documento che la cita è del 1.180).
«Non possiamo dire - spiegano i ricercatori impegnati negli scavi - se e in che modo la struttura sia legata, sia alla chiesa, che alla sepoltura di quella gente».
Per capirlo bisognerebbe trovare qualcos’altro. Ma ormai di tempo ne rimane poco.
La prossima settimana, infatti, i lavori per la riqualificazione della piazza si sposteranno nell’area degli scavi.
«A meno che - dice l’assessore ai lavori pubblici Mauro Santini - qui sotto non si trovi qualcosa di clamorosamente importante. Purtroppo, questi scheletri senza altri reperti d’intorno sono di scarsa importanza».
Gli archeologi sperano allora di poter trovare qualcosa che riesca meglio a spiegare anche la nascita della chiesa di San Michele nell’altro lato della piazza, quello ancora non interessato dai lavori.
«Se, dopo la bonifica della zona, si scoprisse qualcosa di importante - afferma Santini - potremmo, da quella parte, garantire anche più tempo per gli scavi. Perché lì non ci sarà piastrellato, ma sarà realizzata un’aiuola. Ma non perderemmo tempo, se si trattasse solo di scheletri».
Marco Pomella
SABATO, 22 NOVEMBRE 2008 IL TIRRENO - Viareggio
A giorni il responso degli esami per la datazione dei reperti
Per gli archeologi che stanno rinvenendo tutti i giorni reperti è quasi una corsa contro il tempo. La prossima settimana - dieci giorni al massimo - i lavori per il piastrellamento di piazza Diaz si sposteranno e riguarderanno la sezione oggi al vaglio degli esperti e, a quel punto, gli scavi saranno ricoperti. E con loro quello che, forse, poteva essere portato alla luce.
Gli esperti sono la dottoressa Francesca Anichini, la direttrice del museo Stefania Campetti, gli archeologi Elisa Bertelli, Luca Parodi e Alessandra Del Freo e l’antropologa Giuliana Pagni.
Gli ultimi due “ritrovamenti”, mercoledì pomeriggio. Due scheletri, perfettamente conservati. Due maschi adulti, uno di venti anni, l’altro di una cinquantina, alti un po’ più di un metro e settanta. Due scheletri, che portano a 45 il numero complessivo di cadaveri rinvenuti lì sotto dalla prima “scoperta”, a fine estate. Uomini, donne e anche molti bambini. Datarli è difficile. Sicuramente, sono di epoca medievale. Tra una quindicina di giorni arriveranno i risultati delle analisi al carbonio dei campioni di osso. Per una datazione precisa. E’ quasi certo, però, che i 45 scheletri risalgono ad epoche diverse tra loro. Erano, infatti, disposti su più livelli. Impossibile dire a che strato sociale appartenessero: con loro, nelle tombe scavate direttamente nel terreno e ricoperte da terra senza alcuna bara, non è stato rinvenuto, né una ceramica, né un documento. Solo, in un caso, alcuni bottoni. Che, però, non sono d’aiuto per capirne molto di più.
Sotto piazza Diaz c’è, però, anche dell’altro. Mercoledì, insieme ai due scheletri, sono emersi anche due pilastri. E una parte di un muro, su cui poggia il primo scalino della chiesa di San Michele (che risale ad un’epoca vicina all’anno 1.000; il primo documento che la cita è del 1.180).
«Non possiamo dire - spiegano i ricercatori impegnati negli scavi - se e in che modo la struttura sia legata, sia alla chiesa, che alla sepoltura di quella gente».
Per capirlo bisognerebbe trovare qualcos’altro. Ma ormai di tempo ne rimane poco.
La prossima settimana, infatti, i lavori per la riqualificazione della piazza si sposteranno nell’area degli scavi.
«A meno che - dice l’assessore ai lavori pubblici Mauro Santini - qui sotto non si trovi qualcosa di clamorosamente importante. Purtroppo, questi scheletri senza altri reperti d’intorno sono di scarsa importanza».
Gli archeologi sperano allora di poter trovare qualcosa che riesca meglio a spiegare anche la nascita della chiesa di San Michele nell’altro lato della piazza, quello ancora non interessato dai lavori.
«Se, dopo la bonifica della zona, si scoprisse qualcosa di importante - afferma Santini - potremmo, da quella parte, garantire anche più tempo per gli scavi. Perché lì non ci sarà piastrellato, ma sarà realizzata un’aiuola. Ma non perderemmo tempo, se si trattasse solo di scheletri».
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