Cadaveri a strati sotto la chiesa
Cadaveri a strati sotto la chiesa
LA SICILIA Mercoledì 28 Aprile 2010 Caltanissetta
Resti umani risalenti al 1200, poi nel 1866 avvenne la trasformazione in caserma
Luigi Scivoli
«Si è rivelato un vero disastro la trasformazione della chiesa in caserma perché sono state gravemente danneggiate le strutture archeologiche e architettoniche esistenti che erano di grande pregio e di grande interesse»: ha detto così il soprintendente ai beni culturali Rosalba Panvini nella presentazione dei lavori di restauro in corso nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli alla quale hanno partecipato gli architetti Daniela Vullo, Alessandro Ferrara, Carla Guzzone, Marco Cocciodiferro, e Giancarlo La Rocca, nonché la dott. Marina Conciu. È stato quindi spiegato che sono state rinvenute tre stratificazioni architettoniche importanti che passano attraverso una prima chiesa medievale «un po' più piccola e illuminata da poche finestrelle», la modifica effettuata tra il 500 e il 600 con la realizzazione di un altare dedicato al francescano San Diego D'Alcalà ritratto in un quadro che si conserva nella chiesa di Santa Flavia, e la realizzazione nel 700 delle arcate con numerosi quadri.
Intanto la sorpresa maggiore è stata la scoperta sotto la chiesa di un vero e proprio cimitero. Durante lo scavo è affiorata una grande quantità di resti umani sottoposti attualmente ad analisi antropologiche da parte della dott.ssa Rosaria Di Salvo di Palermo. «Soltanto nella parte esterna dell'abside - ha detto la dott. Panvini - sono stati rinvenuti i resti di 19 corpi tra cui due giovanetti, un maschio e una femmina, di 11 e 12 anni morti contemporaneamente, ma anche di un adulto con due anelli digitali di argento».
Ma i morti seppelliti sotto il pavimento della chiesa sono tanti e si riferiscono soprattutto al periodo tra il 1200 e il 1440/1500. «Venivano sistemati a strati - ha detto il soprintendente - nel senso che i nuovi morti venivano collocati sugli altri». Sono state rinvenute fosse comuni e anche cappelle gentilizie.
Dopo la chiusura delle cripte delle chiese (disposta nel 1838), nella chiesa di Santa Maria degli Angeli si continuarono a seppellire i morti per decreto speciale concesso forse per procurare un guadagno ai Frati Minori Riformati dell'annesso convento (c'erano apposite tariffe), per cui altri morti si aggiunsero a quelli precedenti «15 o 20 alla settimana nell'800 e per trovare loro posto - è stato spiegato - si schiacciavano gli scheletri esistenti e si faceva posto per i nuovi morti». La cosa che impressiona maggiormente è che quando nel 1866 la chiesa venne trasformata in caserma, i militari pensarono di realizzare un solaio i cui pilastri di sostegno furono "affondati" tra gli scheletri esistenti.
Nel corso dei lavori è stato portato alla luce l'abside della chiesa «al quale - ha detto la dott. Panvini - sono da collegare le finestre della chiesa originaria del 1239 che pare sia stata dedicata a S. Maria delle Grazie». Ma sono stati rinvenuti nelle murature più antiche, e più precisamente nelle finestrelle e nei cantonali «molti segni strani e incomprensibili - ha detto l'arch. Daniela Vullo - che si sta cercando di decifrare». L'arch. Carla Guzzone ha ricordato che nella contrada "Pietrarossa" sono state trovare tracce di un centro abitato e di un luogo venerato del sesto secolo avanti Cristo «per cui - ha detto - ci sarebbe una continuazione della sacralità del posto».
Nelle aree esterne dell'annesso convento sono stati asportati gli strati di cemento e altri "impasti" che l'impresa alla quale erano state affidate utilizzava per la realizzazione di "travi" per l'edilizia. Sono così venuti fuori gli originari pavimenti del chiostro e del cortile da quale, attraverso una scala, si accedeva al Castello di Pietrarossa. I lavori di restauro sono eseguiti dalla società consortile arl "Chiesa S. Maria degli Angeli". Dovrebbero essere conclusi entro la fine dell'anno, ma è impensabile. Mentre per il completamento del restauro occorreranno altre somme oltre ai 4.620.000 euro finanziati.
LA SICILIA Mercoledì 28 Aprile 2010 Caltanissetta
Resti umani risalenti al 1200, poi nel 1866 avvenne la trasformazione in caserma
Luigi Scivoli
«Si è rivelato un vero disastro la trasformazione della chiesa in caserma perché sono state gravemente danneggiate le strutture archeologiche e architettoniche esistenti che erano di grande pregio e di grande interesse»: ha detto così il soprintendente ai beni culturali Rosalba Panvini nella presentazione dei lavori di restauro in corso nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli alla quale hanno partecipato gli architetti Daniela Vullo, Alessandro Ferrara, Carla Guzzone, Marco Cocciodiferro, e Giancarlo La Rocca, nonché la dott. Marina Conciu. È stato quindi spiegato che sono state rinvenute tre stratificazioni architettoniche importanti che passano attraverso una prima chiesa medievale «un po' più piccola e illuminata da poche finestrelle», la modifica effettuata tra il 500 e il 600 con la realizzazione di un altare dedicato al francescano San Diego D'Alcalà ritratto in un quadro che si conserva nella chiesa di Santa Flavia, e la realizzazione nel 700 delle arcate con numerosi quadri.
Intanto la sorpresa maggiore è stata la scoperta sotto la chiesa di un vero e proprio cimitero. Durante lo scavo è affiorata una grande quantità di resti umani sottoposti attualmente ad analisi antropologiche da parte della dott.ssa Rosaria Di Salvo di Palermo. «Soltanto nella parte esterna dell'abside - ha detto la dott. Panvini - sono stati rinvenuti i resti di 19 corpi tra cui due giovanetti, un maschio e una femmina, di 11 e 12 anni morti contemporaneamente, ma anche di un adulto con due anelli digitali di argento».
Ma i morti seppelliti sotto il pavimento della chiesa sono tanti e si riferiscono soprattutto al periodo tra il 1200 e il 1440/1500. «Venivano sistemati a strati - ha detto il soprintendente - nel senso che i nuovi morti venivano collocati sugli altri». Sono state rinvenute fosse comuni e anche cappelle gentilizie.
Dopo la chiusura delle cripte delle chiese (disposta nel 1838), nella chiesa di Santa Maria degli Angeli si continuarono a seppellire i morti per decreto speciale concesso forse per procurare un guadagno ai Frati Minori Riformati dell'annesso convento (c'erano apposite tariffe), per cui altri morti si aggiunsero a quelli precedenti «15 o 20 alla settimana nell'800 e per trovare loro posto - è stato spiegato - si schiacciavano gli scheletri esistenti e si faceva posto per i nuovi morti». La cosa che impressiona maggiormente è che quando nel 1866 la chiesa venne trasformata in caserma, i militari pensarono di realizzare un solaio i cui pilastri di sostegno furono "affondati" tra gli scheletri esistenti.
Nel corso dei lavori è stato portato alla luce l'abside della chiesa «al quale - ha detto la dott. Panvini - sono da collegare le finestre della chiesa originaria del 1239 che pare sia stata dedicata a S. Maria delle Grazie». Ma sono stati rinvenuti nelle murature più antiche, e più precisamente nelle finestrelle e nei cantonali «molti segni strani e incomprensibili - ha detto l'arch. Daniela Vullo - che si sta cercando di decifrare». L'arch. Carla Guzzone ha ricordato che nella contrada "Pietrarossa" sono state trovare tracce di un centro abitato e di un luogo venerato del sesto secolo avanti Cristo «per cui - ha detto - ci sarebbe una continuazione della sacralità del posto».
Nelle aree esterne dell'annesso convento sono stati asportati gli strati di cemento e altri "impasti" che l'impresa alla quale erano state affidate utilizzava per la realizzazione di "travi" per l'edilizia. Sono così venuti fuori gli originari pavimenti del chiostro e del cortile da quale, attraverso una scala, si accedeva al Castello di Pietrarossa. I lavori di restauro sono eseguiti dalla società consortile arl "Chiesa S. Maria degli Angeli". Dovrebbero essere conclusi entro la fine dell'anno, ma è impensabile. Mentre per il completamento del restauro occorreranno altre somme oltre ai 4.620.000 euro finanziati.
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