Scoperto osservatorio preistorico

Scoperto osservatorio preistorico
ANTONELLO CARRUCOLI
SABATO, 08 MAGGIO 2010 IL TIRRENO - Grosseto

Il luogo dove gli antichi “dialogavano” con il firmamento si trova nella zona di Sovana. Gli studi saranno presentati in Francia

PITIGLIANO. L’associazione culturale Tages conduce studi relativi ai personaggi, ai beni culturali-ambientali del comprensorio dei tufi ed alle’tracce’ che l’uomo antico ha lasciato: ultima, in ordine di tempo, l’individuazione di un’area preistorica a carattere archeoastronomico nel sovanese. E a settembre Tages sarà rappresentata al convegno internazionale di Saint Martin de Vesubie -Francia- dal paleoastronomo Enrico Calzolari e dal tecnico gnomonista Luigi Torlai.
Prof. Calzolari, lei e Torlai parteciperete a questo convegno, portando studi condotti nel nostro comprensorio; di cosa si tratta?
«Il convegno riguarderà le rappresentazioni degli astri, degli ammassi stellari e delle costellazioni nella preistoria e nell’antichità; è in corso fra gli studiosi di archeoastronomia una disputa se sia credibile che gli antichi rappresentassero con le coppelle gli astri del cielo. Gli studiosi francesi intendono riaprire la discussione su come gli uomini della preistoria rappresentassero le costellazioni, offrendo come testimonianza le coppelle di Monte Bego, interpretate come rappresentazioni delle Pleiadi. Nel territorio dei tufi ci sono moltissime testimonianze di tipo archeoastronomico».
Alcuni soci della Tages hanno segnalato la presenza di un nuovo sito preistorico a valenza archeoastronomica vicino a Sovana. Lei si è recato sul posto per una prima indagine...
«Dopo il sopralluogo sono convinto del valore archeoastronomico del sito, che presenta una collocazione astronomica del tutto simile a Poggio Rota nel settore dei tramonti».
Strutture megalitiche, petroglifi, si trovano in più parti d’Europa. Secondo lei, c’è stato un nucleo originario?
«La domanda è ricorrente fra gli studiosi; personalmente accetto il nucleo originario per la formazione del linguaggio, ma per le rappresentazioni visive ritengo possibile sia la trasmissione nello spazio dovuta alle migrazioni, sia la identica risposta a stimoli visivi offerti dalla natura: basti pensare alla rappresentazione della svastica in Eurasia e nel Messico. una’analisi approfondita sulla psicologia dell’uomo primitivo è pubblicata sul mio sito www.paleoastronomia.com».

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