La tomba dell'uovo non è una tomba e non è etrusca

La tomba dell'uovo non è una tomba e non è etrusca
02-11-2012,  IL TIRRENO,  Empoli

Giancarlo Sani si dedica allo studio dei segni dell’uomo in ambiente montano, e in particolare alla ricerca, catalogazione e studio delle incisioni rupestri presenti in Toscana, da alcuni anni. Ha al suo attivo numerosi articoli a carattere divulgativo e scientifico, e alcuni suoi lavori sono stati presentati a convegni internazionali e simposi sull'arte rupestre. È coautore del libro “La Valle delle rocce Sacre” edito nel 2007. Nel 2009 ha pubblicato “I Segni dell'Uomo - Incisioni rupestri della Toscana, corpus dei graffiti presenti sui rilievi montuosi della Toscana”. Il suo ultimo libro “Le rocce dei pennati - Sulle tracce delle rocce sacre dei Liguri - Apuani” (2011) getta uno sguardo affascinato e curioso intorno ai segni dei “pennati” incisi sulle rocce delle Apuane. Nel 2005 è stato nominato coordinatore toscano del Gruppo Terre Alte - Comitato Scientifico del Cai Centrale. È socio del Centro Camuno di studi preistorici e collaboratore del dipartimento Valcamonica e Lombardia del Ccsp. È socio dell'Associazione Archeologica del Medio Valdarno. CAPRAIA E LIMITE «La tomba dell’uovo di Pulignano in realtà non è una tomba e soprattutto non è etrusca. Anzi, secondo me e secondo l'autorevole parere di alcuni affermati studiosi e archeologi lì di etrusco non c’è proprio niente». Ad affermarlo è Giancarlo Sani, ricercatore empolese, che svela le sue tesi su uno dei ritrovamenti archeologici più celebrati degli ultimi anni. Dopo un sopralluogo ha evidenziato elementi che possono indirizzare verso un'altra ipotesi interpretativa del sito. «Non si trattava - precisa - di una tomba etrusca, ma probabilmente di una piattaforma sulla quale si svolgevano delle ritualità in periodo pre-etrusco». E questo potrebbe essere messo in relazione, aggiungiamo noi, all'altra recente scoperta, in località Bibbiani, di un insediamento abitato risalente al periodo protovillanoviano, un villaggio del periodo pre-etrusco risalente al 1000 a.C. «Quel che rimane della struttura riferibile alla presunta tomba etrusca datata al VI secolo a.C. e denominata “dell'Uovo” è un ampio tamburo di circa 25 metri di diametro, un ingresso e un podio. Certo è che, se si tratta di una tomba, ha subito la completa rasatura ed è stata depredata perché gli scavi non hanno portato alla scoperta di nessun reperto». L'affermazione di Sani è incontrovertibile. Gli archeologi a suo tempo segnalarono che all'apice del tumulo si trovava un masso con la forma di un uovo perfetto. Ed ecco il primo dubbio. Si tratta di un masso naturalmente venuto alla luce o è stato modellato? «La prima cosa notata - prosegue Sani - è la somiglianza, costruttiva e dimensionale, della piattaforma con le strutture adiacenti a raggruppamenti di steli e massi monumentali presenti in Valcamonica e adibite a riti cultuali. La struttura che domina la scenografia è l'imponente monolite a forma di uovo». Poi, interpellato da Sani, è entrato in scena il prof. Graziano Baccolini dell'Università di Bologna, non nuovo a interpretazioni dall'impatto dirompente su simboli e monumenti etruschi; per lui queste pietre erano «per le culture arcaiche simbolo religioso molto importante che ritroviamo in quasi tutti i centri oracolari attorno al mediterraneo. Il simbolo dell'Uovo cosmico da cui nacque l'Universo lo ritroviamo anche nei miti pelasici e di altre culture in tutti i continenti e si ricollega al culto della Dea Madre». «Quindi - chiosa Sani - le pietre ovali non sono cippi o segnacoli tombali come sostenuto da eminenti studiosi ma probabilmente l'uovo rappresentava un simbolo religioso, elemento di una simbologia della rinascita». Sulla pietra sono incise alcune lettere, identificate nel 2006 come etrusche, ma non completamente leggibili. «Un'attenta visione e analisi dei segni sul masso - prosegue Sani - ha portato alla conclusione che non ci sia niente di etrusco nelle scritte; le sigle Bm e Sm sono vecchiotte ma non antiche e quelle rilevate in basso quasi a contatto col terreno sembrano recenti. Sul masso sono incise anche 3 piccole coppelle disposte a triangolo e la figura di un giglio inciso in maniera grezza, a colpi di martellina. Interessantissimi i segni situati nella parte alta del monolite, con una possibile rappresentazione della casa dell'universo, come in Valcamonica, casa con piedistallo con una radice verso il basso e una verso il cielo e un rettangolo diviso in due, rappresentazione della dualità tra bene e male, vita e morte». Infine la pietra. «Basta osservare la porzione di roccia finora presentata come l'alloggiamento originario dell'uovo. Da un esame attento, è evidente che questa sorta di portauovo è composto da una roccia diversa rispetto all'uovo, quindi uno dei due blocchi di pietra viene da un altro luogo». Paolo Santini

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