Le testimonianze funerarie della rupestre Cava Ispica

Le testimonianze funerarie della rupestre Cava Ispica
LA SICILIA Mercoledì 07 Marzo 2012

Annunciate nuove rivelazioni archeologiche sugli antichi insediamenti nel corso dell'appuntamento di «Ergasterion» in programma venerdì pomeriggio a Ragusa Ibla

Michele farinaccio
Si rivelano sempre più preziose le numerose testimonianze funerarie di natura rupestre di Cava Ispica che, soprattutto per quanto riguarda l'età preistorica e quella tardoromana, consentono agli studiosi di ricavare dati che diventano sempre più precisi e puntuali. Non solo riguardo alle loro intrinseche connotazioni di natura architettonica, ma anche in merito al quadro distributivo e alla stessa consistenza degli insediamenti antichi. Proprio partendo dallo studio di questi reperti, è stato possibile ricavare nuovi ed interessanti dati sull'architettura funeraria rupestre del comprensorio di Cava Ispica, che saranno resi noti nel corso del nuovo appuntamento di "Ergasterion-Fucina di archeologia", il terz'ultimo di questo ciclo di incontri, promosso dalla sezione di Ragusa dell'associazione "SiciliAntica".
La conferenza-dibattito è in programma venerdì 9 marzo, a partire dalle 17,30, nell'auditorium di Santa Teresa a Ragusa Ibla.
Sarà Giuseppe Terranova, dottorando in Scienze archeologiche e storiche presso l'Università degli studi di Messina, ad illustrare i risultati delle più recenti indagini che sono state effettuate sul campo (come gli interventi di archeologia preventiva, gli scavi archeologici, i "survey" sistematici). Le indagini sono state condotte nell'altopiano ibleo, ad Est dell'Irminio, e più specificatamente nel comprensorio di Cava Ispica, e sono state realizzate sotto la stretta direzione della Soprintendenza ai beni culturali di Ragusa. Si tratta di indicazioni che, come accennato, stanno via via aggiungendo nuovi ed importanti tasselli per permettere agli studiosi una sempre più precisa ricostruzione del tessuto insediativo antico delle popolazioni che vivevano nell'intera zona.
Maria Federica Gianchino, laurea magistrale presso l'Università "La Sapienza" di Roma, si soffermerà, invece, sulla ceramica di Thapsos. La dottoressa Gianchino, in particolare, chiarirà l'attribuzione cronologica dei materiali ceramici che sono stati rinvenuti durante la campagna di scavo che è stata effettuata a Bruca-Arizzi (in territorio di Scicli) nel corso del 2002. I reperti di questo scavo si trovano oggi all'interno di cinquantacinque cassette, che sono conservate nei magazzini del museo Civico di Modica, intitolato a Franco Libero Belgiorno. Il sito di Bruca-Arizzi, attribuito già dagli scavatori (Di Stefano e Sammito) alla facies di Thapsos del Bronzo medio, tra l'altro, riveste particolare importanza anche per la propria posizione. Si trova, infatti, in un'area strategica, che si pone come una sorta di punto di snodo tra due coste: quella siracusana e quella agrigentina.
Per quanto riguarda i materiali oggetto di studio, sono stati inizialmente selezionati e documentati, quindi sono stati divisi per classi ceramiche e per morfologia, attraverso la realizzazione di una tipologia formale, che successivamente è stata estesa a tutti i contesti thapsiani.
Sarà infine Orazio Palio, ricercatore in Preistoria e Protostoria, a rivolgersi all'uditorio, relazionando sulle testimonianze del bicchiere campaniforme, di provenienza europea, nonché della facies ad esso connessa e che è riferita alla prima età del Bronzo siciliano. Ancora una serie di informazioni interessanti che si aggiungono a completare un quadro multiforme e variegato quale quello della preistoria negli Iblei. E' quanto promette il prossimo appuntamento di «Ergasterion».

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