Castelli e cattedrali di Puglia, il segno dei normanni
Castelli e cattedrali di Puglia, il segno dei normanni
di COSIMO DAMIANO FONSECA*
Corriere del Mezzogiorno - LECCE - 2009-01-21 num: - pag: 12
Lo sviluppo dei primi centri urbani durante il Medioevo avvenne intorno ai simboli del potere civile e religioso costruiti dai nuovi dominatori
Il professor Fonseca anticipa al Corriere del Mezzogiorno i temi della sua conferenza di oggi a Bari (ore 17.30, biblioteca Ricchetti in via Sparano 149) sul tema «Castello e Cattedrale » per il ciclo dei «Mercoledì con la Storia» del Centro di Studi Normanno Svevi
Il tema della ubicazione dei due principali centri rappresentativi del potere, la cattedrale e il castello, nelle città medievali meridionali, non è argomento risolvibile in poche battute. Già negli anni Sessanta alcuni studi evidenziarono la duplicità delle valenze culturali risultanti dall'ubicazione, contrapposta, delle cattedrali e dei castelli o palazzi pubblici, elementi simbolici di forte impatto e sedi dei poteri politici territoriali.
L'assetto urbano pugliese prima della conquista normanna appariva caratterizzato da pochi centri risalenti al periodo romano e in molti casi decadenti. Per dare un adeguato risalto al tema relativo all'organizzazione territoriale e alle istituzioni ecclesiastiche legate alla conquista normanna, si deve far riferimento al generale fenomeno che, tra la fine dell'XI secolo e i primi due decenni del secolo seguente, vide coinvolto in maniera significativa l'intero Mezzogiorno italiano. In quel periodo, infatti, da una parte l'erezione di castelli e la riorganizzazione su base comitale e signorile dei centri politico-ammi-nistrativi, e dall'altra l'istituzione di nuove diocesi con la conseguente costruzione delle cattedrali e il riassetto dell'ordinamento ecclesiastico all'interno di un contesto segnato da due diverse obbedienze religiose, la romana e la bizantina, furono tra i tratti distintivi dell'arrivo dei normanni e della strutturazione del regno meridionale.
Si tratta peraltro di temi che hanno riscosso particolare e mirata attenzione, e che nelle sedicesime Giornate normanno-sveve su «I caratteri originari della conquista normanna» hanno conosciuto un momento di sintesi di indubbia efficacia e utilità. Gli studi di Errico Cuozzo strettamente collegati alle ricerche di Evelyne Jamison, quelli di Leon- Réne Menager, Dione Clementi, Gerardo Sangermano, fino ai saggi di Jean-Marie Martin sul Ducato e di Franco Porsia proprio su «I segni sul territorio», riferiti a città e fortificazioni, non sottacendo gli studi di Paolo Delogu su Salerno e, più in generale, sul Mezzogiorno normanno, hanno posto le basi per una definitiva comprensione della questione.
Nell'incontro di questo pomeriggio per il ciclo «I mercoledì con la Storia» del Centro di Studi Normanno-Svevi, dal titolo «Castello e Cattedrale: un problema non solo urbanistico», si proverà, dunque, a ragionare su alcuni punti nodali che riguardano la nascita e l'evoluzione della città meridionale, delle sue componenti politiche, istituzionali e culturali insistenti nel tempo. La distrettuazione episcopale nella politica normanna che introduce per la prima volta nel Mezzogiorno, tradizionalmente carente di città, un sistema territoriale a carattere urbano; l'ubicazione delle Cattedrali e dei Castra che privilegia un sito strategico rispetto alla cinta muraria, alle porte di accesso alla città e segnatamente all'altro polo di rilevante peso urbanistico costituito dal castrum; l'ubicazione delle Cattedrali nel centro urbano in salda correlazione con le strutture castellari, da non considerare una mera o casuale scelta urbanistica, ma il risultato di due piste convergenti, l'una di carattere politico, l'altra di interesse ecclesiastico. Questo processo si accompagna a una vera e propria scelta ideologica sul ruolo della Chiesa cattedrale e che trova significativi riscontri nel capitolo XIX del libro III della Cronaca di Goffredo Malaterra e in un alcune laudes civitatis dell'Italia meridionale normanna. Tutto ciò inserisce pienamente il regno nell'Europa medievale e nel Mediterraneo in generale, in una prospettiva naturale che permane ancora oggi nella mentalità e nelle esperienze culturali dei territori meridionali, tanto da poter dire che la Puglia delle città sia iniziata con i Normanni.
* Accademico dei Lincei, già rettore dell'università della Basilicata e docente di Storia medievale all'università di Bari
Il cambiamento
Tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del successivo la nuova organizzazione territoriale coincise con il riassetto dell'ordinamento ecclesiastico
di COSIMO DAMIANO FONSECA*
Corriere del Mezzogiorno - LECCE - 2009-01-21 num: - pag: 12
Lo sviluppo dei primi centri urbani durante il Medioevo avvenne intorno ai simboli del potere civile e religioso costruiti dai nuovi dominatori
Il professor Fonseca anticipa al Corriere del Mezzogiorno i temi della sua conferenza di oggi a Bari (ore 17.30, biblioteca Ricchetti in via Sparano 149) sul tema «Castello e Cattedrale » per il ciclo dei «Mercoledì con la Storia» del Centro di Studi Normanno Svevi
Il tema della ubicazione dei due principali centri rappresentativi del potere, la cattedrale e il castello, nelle città medievali meridionali, non è argomento risolvibile in poche battute. Già negli anni Sessanta alcuni studi evidenziarono la duplicità delle valenze culturali risultanti dall'ubicazione, contrapposta, delle cattedrali e dei castelli o palazzi pubblici, elementi simbolici di forte impatto e sedi dei poteri politici territoriali.
L'assetto urbano pugliese prima della conquista normanna appariva caratterizzato da pochi centri risalenti al periodo romano e in molti casi decadenti. Per dare un adeguato risalto al tema relativo all'organizzazione territoriale e alle istituzioni ecclesiastiche legate alla conquista normanna, si deve far riferimento al generale fenomeno che, tra la fine dell'XI secolo e i primi due decenni del secolo seguente, vide coinvolto in maniera significativa l'intero Mezzogiorno italiano. In quel periodo, infatti, da una parte l'erezione di castelli e la riorganizzazione su base comitale e signorile dei centri politico-ammi-nistrativi, e dall'altra l'istituzione di nuove diocesi con la conseguente costruzione delle cattedrali e il riassetto dell'ordinamento ecclesiastico all'interno di un contesto segnato da due diverse obbedienze religiose, la romana e la bizantina, furono tra i tratti distintivi dell'arrivo dei normanni e della strutturazione del regno meridionale.
Si tratta peraltro di temi che hanno riscosso particolare e mirata attenzione, e che nelle sedicesime Giornate normanno-sveve su «I caratteri originari della conquista normanna» hanno conosciuto un momento di sintesi di indubbia efficacia e utilità. Gli studi di Errico Cuozzo strettamente collegati alle ricerche di Evelyne Jamison, quelli di Leon- Réne Menager, Dione Clementi, Gerardo Sangermano, fino ai saggi di Jean-Marie Martin sul Ducato e di Franco Porsia proprio su «I segni sul territorio», riferiti a città e fortificazioni, non sottacendo gli studi di Paolo Delogu su Salerno e, più in generale, sul Mezzogiorno normanno, hanno posto le basi per una definitiva comprensione della questione.
Nell'incontro di questo pomeriggio per il ciclo «I mercoledì con la Storia» del Centro di Studi Normanno-Svevi, dal titolo «Castello e Cattedrale: un problema non solo urbanistico», si proverà, dunque, a ragionare su alcuni punti nodali che riguardano la nascita e l'evoluzione della città meridionale, delle sue componenti politiche, istituzionali e culturali insistenti nel tempo. La distrettuazione episcopale nella politica normanna che introduce per la prima volta nel Mezzogiorno, tradizionalmente carente di città, un sistema territoriale a carattere urbano; l'ubicazione delle Cattedrali e dei Castra che privilegia un sito strategico rispetto alla cinta muraria, alle porte di accesso alla città e segnatamente all'altro polo di rilevante peso urbanistico costituito dal castrum; l'ubicazione delle Cattedrali nel centro urbano in salda correlazione con le strutture castellari, da non considerare una mera o casuale scelta urbanistica, ma il risultato di due piste convergenti, l'una di carattere politico, l'altra di interesse ecclesiastico. Questo processo si accompagna a una vera e propria scelta ideologica sul ruolo della Chiesa cattedrale e che trova significativi riscontri nel capitolo XIX del libro III della Cronaca di Goffredo Malaterra e in un alcune laudes civitatis dell'Italia meridionale normanna. Tutto ciò inserisce pienamente il regno nell'Europa medievale e nel Mediterraneo in generale, in una prospettiva naturale che permane ancora oggi nella mentalità e nelle esperienze culturali dei territori meridionali, tanto da poter dire che la Puglia delle città sia iniziata con i Normanni.
* Accademico dei Lincei, già rettore dell'università della Basilicata e docente di Storia medievale all'università di Bari
Il cambiamento
Tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del successivo la nuova organizzazione territoriale coincise con il riassetto dell'ordinamento ecclesiastico
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