Egnazia, spunta la Pompei della Puglia
Egnazia, spunta la Pompei della Puglia
TITTI TUMMINO
DOMENICA, 25 GENNAIO 2009 LA REPUBBLICA - Bari
Il parco archeologico di Egnazia non smette di stupire. Gli ultimi scavi hanno portato alla luce nuovi incredibili tesori: tombe mai violate, una cappella con tracce di pavimento, presbiterio e balaustra, un complesso termale con ancora gli ambienti per i bagni caldi e freddi.
Scoperte che candidano il sito a diventare la Pompei della Puglia, come dice il direttore regionale dei Beni culturali, Ruggiero Martines. Che intanto ha bloccato i lavori per la realizzazione di uno stabilimento balneare all´interno dell´area archeologica.
I nuovi scavi nel sito riportano alla luce una cappella, tombe mai violate e un complesso termale L´area archeologica diventa così uno dei parchi più importanti ed estesi dell´intero Mezzogiorno
Ritrovati anche preziosi corredi funerari
I risultati delle ricerche bloccano i lavori per la realizzazione di uno stabilimento balneare all´interno del complesso
Quando il poeta latino Orazio, vissuto nella seconda metà del primo secolo a. C., proveniente da Roma lungo la via Minucia, futura Traiana, si trovò davanti lo spettacolo di Egnazia, si può facilmente immaginare ne rimase abbagliato. Fra le meraviglie, quel santuario che svettava sull´Acropoli, perla di questo fazzoletto di terra ampio circa 40 mila metri quadrati, affacciato sul più bel mare Adriatico. Il sito archeologico di Egnazia ne ha già svelate molte di quelle meraviglie, facendosi conoscere ben oltre i confini della Puglia come uno dei più importanti d´Italia, testimonianza dell´antica civiltà messapica e romana, e caso unico, a parte Ostia, di complesso archeologico affacciato sul mare.
Gli scavi partiti ai primi del Novecento ad opera di Quintino Quagliati e affidati dal 2001 al dipartimento di Scienze dell´antichità all´Università di Bari hanno restituito testimonianze fra le più preziose del nostro passato remoto, cimeli e reperti, ma anche basiliche, edifici e chiese, che raccontano dell´antica civiltà, quella dei Messapi appunto, vissuti fino al terzo secolo a.C. Una popolazione socialmente evoluta, che si dedicava ad agricoltura e pastorizia, ma anche alla manifattura ceramica, con i suoi luoghi di culto e le tante sepolture dalle quali sono emerse migliaia di reperti custoditi nell´annesso museo.
Ma Egnazia non smette di stupire. E con le nuove scoperte, avvenute nell´arco degli ultimi due mesi, grazie alla squadra di giovani archeologi dell´Ateneo barese, regala nuovi incredibili tesori. Tanto da spingere Ruggiero Martines, direttore regionale dei Beni culturali, a candidarla come la Pompei della Puglia. Il nuovo scavo ha evidenziato alle falde dell´Acropoli, lungo la costa, una serie di strutture databili a partire dal terzo secolo a. C. fino all´età tardoantica e strettamente correlate con quelle evidenziate nella città romana già presente nel parco. Gli archeologi hanno riportato alla luce alcune tombe, finora mai violate, che hanno restituito corredi funerari con pregevoli ceramiche a figure rosse. Ma anche un complesso termale, uno stabilimento vero e proprio, con ancora gli ambienti per il bagno caldo e quello freddo. Chicca fra le chicche dei nuovi ritrovamenti, la scoperta di una cappella, crollata presumibilmente alla fine del V secolo d. C., con tracce del pavimento, della balaustra e del presbiterio, a dimostrazione che la diocesi di Egnazia in quell´epoca era ricca di strutture di culto.
Insomma degli autentici gioielli che rivestono enorme importanza storica perché si riconnettono direttamente con la città di Egnazia conservata nel parco archeologico e dimostrano come l´area urbana si ampliasse fino alla linea di costa. Il sito potrebbe dunque diventare un unico grande complesso, uno dei parchi archeologici più estesi del Mezzogiorno, se non fosse per una sorta di spada di Damocle pendente. Gli scavi che hanno portato a queste nuove scoperte sono stati infatti dettati dall´urgenza di preservare l´area dalla possibile realizzazione di uno stabilimento balneare. Niente di illegale, beninteso, ma una possibilità sfruttata da alcuni imprenditori monopolitani che hanno acquistato una parte del terreno, proprio quella dove sono state effettuate le nuove scoperte, che è privata seppur sottoposta a vincolo della Soprintendenza archeologica.
Alla luce dei nuovi ritrovamenti, è quindi scattato lo stop all´insediamento balneare, già battezzato Lido Punta penna grande sulle colonnine realizzate all´ingresso, mentre a pochi metri è visibile il piccolo fabbricato costruito in stile antico, dove avrebbero dovuto trovar posto bagni e bar. La Direzione regionale ai Beni culturali, che ha affidato la direzione scientifica delle ricerche a Raffaella Cassano dell´Università di Bari e quella tecnica ad Angela Cinquepalmi della Soprintendenza archeologica, è ora impegnata ad acquisire allo Stato il territorio in questione per realizzare quel grande parco di Egnazia affacciato sul mare, che rappresenterebbe un´occasione culturale unica per tutta la regione. Un´impresa che vede alleati il sindaco di Fasano, Pasquale Di Bari, e la Provincia di Brindisi, disposta a spostare a monte la strada che attualmente taglia in due l´area archeologica: un progetto da due milioni e mezzo di euro, derivanti da fondi Cipe, già approvato. Nel nome della nostra grande storia, la speranza è che la Puglia possa avere la sua Pompei.
TITTI TUMMINO
DOMENICA, 25 GENNAIO 2009 LA REPUBBLICA - Bari
Il parco archeologico di Egnazia non smette di stupire. Gli ultimi scavi hanno portato alla luce nuovi incredibili tesori: tombe mai violate, una cappella con tracce di pavimento, presbiterio e balaustra, un complesso termale con ancora gli ambienti per i bagni caldi e freddi.
Scoperte che candidano il sito a diventare la Pompei della Puglia, come dice il direttore regionale dei Beni culturali, Ruggiero Martines. Che intanto ha bloccato i lavori per la realizzazione di uno stabilimento balneare all´interno dell´area archeologica.
I nuovi scavi nel sito riportano alla luce una cappella, tombe mai violate e un complesso termale L´area archeologica diventa così uno dei parchi più importanti ed estesi dell´intero Mezzogiorno
Ritrovati anche preziosi corredi funerari
I risultati delle ricerche bloccano i lavori per la realizzazione di uno stabilimento balneare all´interno del complesso
Quando il poeta latino Orazio, vissuto nella seconda metà del primo secolo a. C., proveniente da Roma lungo la via Minucia, futura Traiana, si trovò davanti lo spettacolo di Egnazia, si può facilmente immaginare ne rimase abbagliato. Fra le meraviglie, quel santuario che svettava sull´Acropoli, perla di questo fazzoletto di terra ampio circa 40 mila metri quadrati, affacciato sul più bel mare Adriatico. Il sito archeologico di Egnazia ne ha già svelate molte di quelle meraviglie, facendosi conoscere ben oltre i confini della Puglia come uno dei più importanti d´Italia, testimonianza dell´antica civiltà messapica e romana, e caso unico, a parte Ostia, di complesso archeologico affacciato sul mare.
Gli scavi partiti ai primi del Novecento ad opera di Quintino Quagliati e affidati dal 2001 al dipartimento di Scienze dell´antichità all´Università di Bari hanno restituito testimonianze fra le più preziose del nostro passato remoto, cimeli e reperti, ma anche basiliche, edifici e chiese, che raccontano dell´antica civiltà, quella dei Messapi appunto, vissuti fino al terzo secolo a.C. Una popolazione socialmente evoluta, che si dedicava ad agricoltura e pastorizia, ma anche alla manifattura ceramica, con i suoi luoghi di culto e le tante sepolture dalle quali sono emerse migliaia di reperti custoditi nell´annesso museo.
Ma Egnazia non smette di stupire. E con le nuove scoperte, avvenute nell´arco degli ultimi due mesi, grazie alla squadra di giovani archeologi dell´Ateneo barese, regala nuovi incredibili tesori. Tanto da spingere Ruggiero Martines, direttore regionale dei Beni culturali, a candidarla come la Pompei della Puglia. Il nuovo scavo ha evidenziato alle falde dell´Acropoli, lungo la costa, una serie di strutture databili a partire dal terzo secolo a. C. fino all´età tardoantica e strettamente correlate con quelle evidenziate nella città romana già presente nel parco. Gli archeologi hanno riportato alla luce alcune tombe, finora mai violate, che hanno restituito corredi funerari con pregevoli ceramiche a figure rosse. Ma anche un complesso termale, uno stabilimento vero e proprio, con ancora gli ambienti per il bagno caldo e quello freddo. Chicca fra le chicche dei nuovi ritrovamenti, la scoperta di una cappella, crollata presumibilmente alla fine del V secolo d. C., con tracce del pavimento, della balaustra e del presbiterio, a dimostrazione che la diocesi di Egnazia in quell´epoca era ricca di strutture di culto.
Insomma degli autentici gioielli che rivestono enorme importanza storica perché si riconnettono direttamente con la città di Egnazia conservata nel parco archeologico e dimostrano come l´area urbana si ampliasse fino alla linea di costa. Il sito potrebbe dunque diventare un unico grande complesso, uno dei parchi archeologici più estesi del Mezzogiorno, se non fosse per una sorta di spada di Damocle pendente. Gli scavi che hanno portato a queste nuove scoperte sono stati infatti dettati dall´urgenza di preservare l´area dalla possibile realizzazione di uno stabilimento balneare. Niente di illegale, beninteso, ma una possibilità sfruttata da alcuni imprenditori monopolitani che hanno acquistato una parte del terreno, proprio quella dove sono state effettuate le nuove scoperte, che è privata seppur sottoposta a vincolo della Soprintendenza archeologica.
Alla luce dei nuovi ritrovamenti, è quindi scattato lo stop all´insediamento balneare, già battezzato Lido Punta penna grande sulle colonnine realizzate all´ingresso, mentre a pochi metri è visibile il piccolo fabbricato costruito in stile antico, dove avrebbero dovuto trovar posto bagni e bar. La Direzione regionale ai Beni culturali, che ha affidato la direzione scientifica delle ricerche a Raffaella Cassano dell´Università di Bari e quella tecnica ad Angela Cinquepalmi della Soprintendenza archeologica, è ora impegnata ad acquisire allo Stato il territorio in questione per realizzare quel grande parco di Egnazia affacciato sul mare, che rappresenterebbe un´occasione culturale unica per tutta la regione. Un´impresa che vede alleati il sindaco di Fasano, Pasquale Di Bari, e la Provincia di Brindisi, disposta a spostare a monte la strada che attualmente taglia in due l´area archeologica: un progetto da due milioni e mezzo di euro, derivanti da fondi Cipe, già approvato. Nel nome della nostra grande storia, la speranza è che la Puglia possa avere la sua Pompei.
Commenti