Così le epigrafi svelano la geografia del passato
Così le epigrafi svelano la geografia del passato
ANTONIO DI GIACOMO
DOMENICA, 11 OTTOBRE 2009 LA REPUBBLICA - Bari
Ottanta studiosi di tutta Europa a Bari per il convegno sulle tribù dell´antica Apulia. Al centro dell´iniziativa voluta dall´Università le iscrizioni conservate nei musei più importanti della regione
È una geografia in evoluzione quella della Puglia di duemila anni fa. A svelarla, attraverso il progressivo rinvenimento di epigrafi di età romana, le campagne di scavi archeologici condotte negli ultimi anni nella regione. È così un´ottantina di studiosi provenienti un po´ da tutta Europa si sono ritrovati in questi giorni Bari, complice il sedicesimo incontro sull´Epigrafia del mondo romano. L´appuntamento, diviso ad anni alterni tra Italia e Francia, è stato ospitato stavolta nel capoluogo, dietro le quinte l´iniziativa dei dipartimenti di Studi classici e cristiani e di Scienze dell´antichità dell´Ateneo barese.
E il titolo e tema di queste giornate di studio è stato "Le tribù romane", perché, spiega Marina Silvestrini, docente di Storia romana all´Università di Bari e tra le promotrici dell´incontro, "le tribù romane corrispondono a inesplorati pezzi di storia della repubblica romana, ancora spesso da decifrare". «Le tribù - aggiunge - erano molto importanti in età repubblicana per la leva militare, il pagamento della tassa (il tributum), non più pagato dai cittadini romani dopo la vittoria di Pidna del 168 avanti Cristo, ma soprattutto valevano come unità di voto nei comitia tributa». L´obiettivo di questo incontro internazionale è stato così quello di aggiornare il quadro delle conoscenze fermo agli Anni ‘60 e agli studi di Lily Ross Taylor.
Col risultato che la stessa mappatura delle tribù romane presenti sul territorio pugliese risulta oggi più esteso, offrendo "più testimonianze sul processo di romanizzazione che culminò nella guerra sociale del 90 avanti Cristo, quando gli alleati degli altri territori si ribellarono a Roma chiedendo la cittadinanza". «Il conflitto durò poco - sottolinea la studiosa - perché volse presto al peggio e Roma ebbe l´intelligenza di chiudere la guerra politicamente concedendo la cittadinanza. Ed è allora che la Puglia, così come accadde ovviamente in altre aree d´Italia, entra nella cittadinanza romana, dove appunto i cittadini vengono registrati nelle tribù». Nel nome di un romano.
Ecco la tribù Claudia, per esempio. «Quella in cui erano registrati gli abitanti di Bari, Ceglie del Campo e Taranto ma - spiega Marina Silvestrini - anche di Ruvo, come testimoniano più recenti studi. Un altro elemento di novità la scoperta della tribù Galeria a Siponto e la Camilia a Banzi in Basilicata, Bantia in età romana, comune a quella di Lecce che, fino a tre anni fa, si riteneva fosse curiosamente isolata». Sono insomma i continui ritrovamenti di epigrafi funerarie e onorarie - conservate nei musei della regione da Bari a Taranto, da Brindisi a Canosa - a svelare, di volta in volta, la geografia dell´organizzazione sociale sul territorio oltre Roma.
«Durante queste giornate di studio - chiarisce la studiosa - è stato posto l´accento sul valore identitario della tribù, perché una famiglia, spostandosi da un centro all´altro, poteva aderire a quella dominante nella città in cui si trasferiva oppure scegliere di mantenere quella precedente. Senza contare che le tribù continueranno a essere registrate, mantenendo intatta la propria valenza identitaria, anche quando sotto l´Impero avranno perso peso politico».
ANTONIO DI GIACOMO
DOMENICA, 11 OTTOBRE 2009 LA REPUBBLICA - Bari
Ottanta studiosi di tutta Europa a Bari per il convegno sulle tribù dell´antica Apulia. Al centro dell´iniziativa voluta dall´Università le iscrizioni conservate nei musei più importanti della regione
È una geografia in evoluzione quella della Puglia di duemila anni fa. A svelarla, attraverso il progressivo rinvenimento di epigrafi di età romana, le campagne di scavi archeologici condotte negli ultimi anni nella regione. È così un´ottantina di studiosi provenienti un po´ da tutta Europa si sono ritrovati in questi giorni Bari, complice il sedicesimo incontro sull´Epigrafia del mondo romano. L´appuntamento, diviso ad anni alterni tra Italia e Francia, è stato ospitato stavolta nel capoluogo, dietro le quinte l´iniziativa dei dipartimenti di Studi classici e cristiani e di Scienze dell´antichità dell´Ateneo barese.
E il titolo e tema di queste giornate di studio è stato "Le tribù romane", perché, spiega Marina Silvestrini, docente di Storia romana all´Università di Bari e tra le promotrici dell´incontro, "le tribù romane corrispondono a inesplorati pezzi di storia della repubblica romana, ancora spesso da decifrare". «Le tribù - aggiunge - erano molto importanti in età repubblicana per la leva militare, il pagamento della tassa (il tributum), non più pagato dai cittadini romani dopo la vittoria di Pidna del 168 avanti Cristo, ma soprattutto valevano come unità di voto nei comitia tributa». L´obiettivo di questo incontro internazionale è stato così quello di aggiornare il quadro delle conoscenze fermo agli Anni ‘60 e agli studi di Lily Ross Taylor.
Col risultato che la stessa mappatura delle tribù romane presenti sul territorio pugliese risulta oggi più esteso, offrendo "più testimonianze sul processo di romanizzazione che culminò nella guerra sociale del 90 avanti Cristo, quando gli alleati degli altri territori si ribellarono a Roma chiedendo la cittadinanza". «Il conflitto durò poco - sottolinea la studiosa - perché volse presto al peggio e Roma ebbe l´intelligenza di chiudere la guerra politicamente concedendo la cittadinanza. Ed è allora che la Puglia, così come accadde ovviamente in altre aree d´Italia, entra nella cittadinanza romana, dove appunto i cittadini vengono registrati nelle tribù». Nel nome di un romano.
Ecco la tribù Claudia, per esempio. «Quella in cui erano registrati gli abitanti di Bari, Ceglie del Campo e Taranto ma - spiega Marina Silvestrini - anche di Ruvo, come testimoniano più recenti studi. Un altro elemento di novità la scoperta della tribù Galeria a Siponto e la Camilia a Banzi in Basilicata, Bantia in età romana, comune a quella di Lecce che, fino a tre anni fa, si riteneva fosse curiosamente isolata». Sono insomma i continui ritrovamenti di epigrafi funerarie e onorarie - conservate nei musei della regione da Bari a Taranto, da Brindisi a Canosa - a svelare, di volta in volta, la geografia dell´organizzazione sociale sul territorio oltre Roma.
«Durante queste giornate di studio - chiarisce la studiosa - è stato posto l´accento sul valore identitario della tribù, perché una famiglia, spostandosi da un centro all´altro, poteva aderire a quella dominante nella città in cui si trasferiva oppure scegliere di mantenere quella precedente. Senza contare che le tribù continueranno a essere registrate, mantenendo intatta la propria valenza identitaria, anche quando sotto l´Impero avranno perso peso politico».
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