I segreti del Tumulo II del Sodo.

I segreti del Tumulo II del Sodo.
CORRIERE DI CORTONA 12.10.2009

I rinvenimenti archeologici della nuova campagna di scavo nell’area cortonese. Prove di un grande centro abitato inquadrabile tra I sec. a.C. e I sec. d.C.

I lavori di scavo presso l'ex nuovo alveo del rio Loreto subito a nord del tumulo II del Sodo sono iniziati a partire dall'11 giugno 2009 e si stanno concludendo in questi giorni. Pubblichiamo la relazione del dottor Luca Fedeli della Soprintendenza Archeologica per la Toscana che li ha diretti, con la collaborazione di Adolfo Renzi, Franco Cecchi e del Comune di Cortona (dott. Paolo Giullierini, architetto Monica Salvatelli) che ha finanziato i lavori, la conduzione delle dottoresse A. Salvi e M.A. Turchetti e l'esecuzione ad opera della ditta Cesa di Città di Castello. “Come progettato, in accordo tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ed il Comune di Cortona, le aree individuate da esplorare con la campagna di scavo dell'estate 2009 sono state l'area intorno alla struttura denominta convenzionalmente "edificio" in prossimità del nuovo alveo del Rio Loreto; l'area circostante i circoli orientalizzanti già parzialmente esplorati nel 2005 e nel 2007/2008 e una zona contigua al nuovo alveo, nei pressi dell'ingresso all'area archeologica del Tumulo II del Sodo. L'area del cosiddetto edificio è stata oggetto dell'indagine più estensiva e prolungata nel tempo, nell'ottica di definire estensione, destinazione d'uso e cronologia delle strutture messe in luce. L'edificio, la cui estensione attualmente documentata misura 31 metri per 18 (ma l'impianto prosegue ben oltre i limiti di saggio), è costituito da consistenti murature in pietre di arenaria locale, legate con argilla, con alzato in mattoni crudi rinvenuti allo stato di disfacimento e copertura in laterizi. I dati ad oggi in nostro possesso ci permettono di datare l'impianto originario dell'edificio non antriormente al I sec. a.C., anche se alcuni frammenti di ceramica a vernice nera e presigillata potrebbero consentire di risalire al secolo precedente. Complessivamente gli elementi rinvenuti sembrano orientare per una interpretazione dell'edificio, almeno nella sua prima destinazione d'uso, come struttura abitativa, ponendo l'interessante problema della vicinanza di abitazioni e strutture tombali quali il tumulo II del Sodo, i circoli orientalizzanti e le numerose tombe a fossa e alla cappuccina che indiziano un uso necropolare dell'area ancora almeno nella prima età imperiale. L'area indagata intorno ai circoli orientalizzanti, in direzione est ha restituito quale dato più interessante due strutture in muratura, la prima di dimensioni più contenute (4 metri per 4), ma con evidenti tracce di espoliazione e rimaneggiamenti, che utilizza come materiale da costruzione anche blocchi quadrangolari di travertino, analogamente a quanto documentato presso la cosiddetta tomba degli ori e il tamburo del Sodo I. Presso la struttura più piccola sono stati individuati frammenti di un calice o pisside di bucchero pesante della seconda metà del VI sec. a.C., non in giacitura primaria ma rigettato all'esterno della struttura a seguito di un intervento di spoliazione. La struttura, la cui natura di struttura funeraria sembra chiarita dal rinvenimento di ossa combuste, risultava espoliata probabilmente in epoca romana e dunque non conservava praticamente nulla del corredo originario. Era stata anche riutilizzata presso il lato nord per una sepoltura a fossa ad inumazione, che ha restituito nel terreno di riempimento mattoni e frammenti vitrei che ne consentono un inquadramento non anteriore al primo secolo a.C. La seconda struttura di dimensioni maggiori (7,50 metri per 7,80 circa), ha murature realizzate con ciottoli di fiume di piccole e medie dimensioni ben connessi a secco, probabilmente costituenti una zoccolatura di base il cui alzato poteva essere in terra o mattoni crudi. La struttura sul lato nord presenta una cavità rettangolare che sporge come un piccolo avancorpo rispetto alle murature. Questa cavità risulta perimetrata da murature identiche per tessitura ai quattro lati della struttura e con essi legantisi. Tale cavità, favissa votiva, tomba o altro che fosse, non ha restituito il suo contenuto originario in quanto asportato in epoca romana, come sembra dimostrare lo strato di riempimento rinvenuto al suo interno costituito da pietrame e ciottoli e rari mattoni romani. Tale intervento di espoliazione è andato ben oltre la profondità originaria della cavità, parzialmente asportando anche una struttura sottostante, in parte ancora in situ e precedente al cd. edificio a ciottoli, associata a materiali orientalizzanti e arcaici. Tale struttura, probabilmente la prosecuzione del cosiddetto muro obliquo individuato a perimetro dei circoli orientalizzanti, o comunque altra struttura coeva da meglio indagare, consente, in questa zona di verificare la sovrapposizione di epoche e strutture diverse. Il cosiddetto. edificio a ciottoli, per l'espoliazione del contenuto della cavità che ne rappresentava l'elemento saliente, rimane di incerta definizione. La presenza di alcune ollette e ciotole in impasto depositate in piccole cavità del pavimento e subito all'esterno della struttura potrebbe far escludere l'uso a scopo abitativo (peraltro poco plausibile all'interno di un'area necropolare) e far propendere per una struttura votiva, databile tra l'epoca oriantalizzante-arcaica (strutture sottostanti) e l'epoca romana (interventi di espoliazione). Nel complesso, la presente campagna di scavo restituisce il dato rilevante di una probabile presenza abitativa di notevole estensione, inquadrabile al momento tra I sec. a.C. e I sec. d.C., che potrebbe essere legata allo sfruttamento agricolo dell'area, a breve ridosso dalla necropoli orientalizzante e arcaica, necropoli che forse riutilizza per le sepolture dei suoi abitanti (si vedano le sepolture di età romana frammiste alle più antiche). Altro elemento di estremo interesse il rinvenimento di nuove strutture nell'area dei circoli orientalizzanti, strutture a carattere sacro e/o funerario che rendono ancora più variegato e ricco di implicazioni il quadro desumibile dai dati in nostro possesso sulla area di necropoli, confermando l'intensa e ininterrotta antropizzazione di questa zona fino almeno dal VII secolo avanti Cristo”.

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