Mosaico del IV secolo a Canosa raffigura cervi che si abbeverano
Mosaico del IV secolo a Canosa raffigura cervi che si abbeverano
FRANCESCA LOMBARDI
VENERDÌ, 23 OTTOBRE 2009 LA REPUBBLICA - Bari
È una scoperta straordinaria perché l´iconografia di due animali è attestata per la prima volta in Puglia
La scoperta nella basilica di Santa Maria pari a quella del pavone paleocristiano nel tempio di San Leucio
Un mosaico rarissimo, realizzato con tessere di color arancio, rosso scuro e blu, in calcare, ciottoli e pasta vitrea, che raffigura due cervi che si abbeverano a un kantharos (una coppa per le libagioni), è emerso dagli scavi che l´Università di Foggia sta svolgendo nell´area di San Giovanni al Piano. «E´ una scoperta straordinaria – ha dichiarato Giuliano Volpe, rettore dell´Università e direttore dello scavo – perché l´iconografia di due animali è la prima volta che viene attestata in Puglia ed è poco nota in altri complessi paleocristiani dell´Italia meridionale». La decorazione è stata rinvenuta il 20 ottobre scorso, all´ingresso della basilica di Santa Maria, prima cattedrale costruita a Canosa, che risale alla metà IV–V secolo dopo Cristo.
Si tratta della scoperta più eclatante della campagna di scavo di Piano San Giovanni, che gli archeologi stanno conducendo da circa due mesi. Gli interventi sono ancora in corso, partecipano circa trenta studenti e dottorandi dell´Università di Foggia e sono diretti dai docenti Roberta Giuliani e Danilo Leone, in collaborazione con Soprintendenza per i beni archeologici. Comune di Canosa e Fondazione archeologica canosina.
«Il ritrovamento acquisirà una centralità pari al famoso mosaico che raffigura il pavone della basilica paleocristiana di San Leucio», ha sottolineato Marisa Corrente, direttore archeologo della Soprintendenza. Le indagini nell´area archeologica, iniziate nel 2006 e interrotte per mancanza di fondi fino a due mesi fa, hanno riportato alla luce la chiesa di Santa Maria, una delle prime cattedrali realizzate in Puglia, pavimentata con un mosaico in bianco e nero. La basilica fu sottoposta nel corso del VI secolo a una ripavimentazione completa delle navate, e forse, a un rifacimento degli ornamenti pittorici delle pareti, di cui restano ampie tracce. Tale ristrutturazione fu voluta dal vescovo Sabino che costruì, accanto alla cattedrale, il noto e monumentale battistero (del VI secolo) preceduto da un ampio atrio che andò a sostituire una precedente struttura battesimale ancora ignota. «Probabilmente – ha spiegato Volpe – il battistero relativo alla chiesa del IV secolo è nascosto nella parte centrale, tra la chiesa e il battistero del VI secolo».
«Tra gli interventi sabiniani della chiesa sono riconoscibili le splendide pavimentazioni, le cui geometrie rimandano ai tassellati ravennati e all´area greco-orientale» ha aggiunto Leone. «Al momento è stata indagata solo una piccola parte della chiesa, l´area comprendente il nartece (corridoio-porticato della basilica), parte della navata centrale e della navata meridionale. Solo, quindi, il 20 per cento dell´intera chiesa che doveva avere un´ampiezza pari a 20 metri per 40 – ha concluso Giuliani - Accanto ad un urgente piano di consolidamento delle pavimentazioni rinvenute, bisogna concepire un intervento di più ampio respiro che consenta di riportare alla luce l´intera basilica, le cui parti più significative, come la zona absidale e il presbiterio, sono tuttora sepolte».
FRANCESCA LOMBARDI
VENERDÌ, 23 OTTOBRE 2009 LA REPUBBLICA - Bari
È una scoperta straordinaria perché l´iconografia di due animali è attestata per la prima volta in Puglia
La scoperta nella basilica di Santa Maria pari a quella del pavone paleocristiano nel tempio di San Leucio
Un mosaico rarissimo, realizzato con tessere di color arancio, rosso scuro e blu, in calcare, ciottoli e pasta vitrea, che raffigura due cervi che si abbeverano a un kantharos (una coppa per le libagioni), è emerso dagli scavi che l´Università di Foggia sta svolgendo nell´area di San Giovanni al Piano. «E´ una scoperta straordinaria – ha dichiarato Giuliano Volpe, rettore dell´Università e direttore dello scavo – perché l´iconografia di due animali è la prima volta che viene attestata in Puglia ed è poco nota in altri complessi paleocristiani dell´Italia meridionale». La decorazione è stata rinvenuta il 20 ottobre scorso, all´ingresso della basilica di Santa Maria, prima cattedrale costruita a Canosa, che risale alla metà IV–V secolo dopo Cristo.
Si tratta della scoperta più eclatante della campagna di scavo di Piano San Giovanni, che gli archeologi stanno conducendo da circa due mesi. Gli interventi sono ancora in corso, partecipano circa trenta studenti e dottorandi dell´Università di Foggia e sono diretti dai docenti Roberta Giuliani e Danilo Leone, in collaborazione con Soprintendenza per i beni archeologici. Comune di Canosa e Fondazione archeologica canosina.
«Il ritrovamento acquisirà una centralità pari al famoso mosaico che raffigura il pavone della basilica paleocristiana di San Leucio», ha sottolineato Marisa Corrente, direttore archeologo della Soprintendenza. Le indagini nell´area archeologica, iniziate nel 2006 e interrotte per mancanza di fondi fino a due mesi fa, hanno riportato alla luce la chiesa di Santa Maria, una delle prime cattedrali realizzate in Puglia, pavimentata con un mosaico in bianco e nero. La basilica fu sottoposta nel corso del VI secolo a una ripavimentazione completa delle navate, e forse, a un rifacimento degli ornamenti pittorici delle pareti, di cui restano ampie tracce. Tale ristrutturazione fu voluta dal vescovo Sabino che costruì, accanto alla cattedrale, il noto e monumentale battistero (del VI secolo) preceduto da un ampio atrio che andò a sostituire una precedente struttura battesimale ancora ignota. «Probabilmente – ha spiegato Volpe – il battistero relativo alla chiesa del IV secolo è nascosto nella parte centrale, tra la chiesa e il battistero del VI secolo».
«Tra gli interventi sabiniani della chiesa sono riconoscibili le splendide pavimentazioni, le cui geometrie rimandano ai tassellati ravennati e all´area greco-orientale» ha aggiunto Leone. «Al momento è stata indagata solo una piccola parte della chiesa, l´area comprendente il nartece (corridoio-porticato della basilica), parte della navata centrale e della navata meridionale. Solo, quindi, il 20 per cento dell´intera chiesa che doveva avere un´ampiezza pari a 20 metri per 40 – ha concluso Giuliani - Accanto ad un urgente piano di consolidamento delle pavimentazioni rinvenute, bisogna concepire un intervento di più ampio respiro che consenta di riportare alla luce l´intera basilica, le cui parti più significative, come la zona absidale e il presbiterio, sono tuttora sepolte».
Commenti