Scoperta nel Viterbese una montagna "sacra"

Scoperta nel Viterbese una montagna "sacra"
Paola Lo Mele
IL TEMPO 27/07/2011

Una montagna "sacra" nel cuore dell'Etruria dove tremila anni fa si offrivano voti agli dei e si bruciavano oggetti sacri in loro onore. Un antico villaggio, sulle pendici del monte Cimino, abitato da comunità protostoriche che vivevano di coltivazioni, allevamento e guerra.
È la "scoperta" portata a galla da un'équipe di archeologi dell'Università La Sapienza di Roma e della soprintendenza ai Beni archeologici dell'Etruria meridionale, dopo tre anni di scavi sulle alture di Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo.
I ritrovamenti, risalenti al 1000 a. C., sono stati presentati ieri sul posto, in località La Faggeta. Sulla sommità del monte, a oltre mille metri di altezza, negli ultimi tre anni l'equipe degli archeologi, coordinati dal professor Andrea Cardarelli, ha condotto gli scavi portando alla luce «una serie di stratificazioni di materiali derivanti da roghi» e una serie reperti di culto risalenti alla stessa epoca. Una «chiara evidenza votiva», secondo il docente della Sapienza che spiega: «Non sappiamo molto di queste popolazioni, perché molto antiche, ma sappiamo che le attività religiose di allora passavano proprio attraverso il fuoco. In onore degli dei venivano bruciati oggetti sacri, cibi o animali».
All'ombra dei faggi, nel cuore della montagna sacra, gli archeologi sono ancora a lavoro. Si tratta di un gruppo di venti persone (soprattutto giovani studenti della Sapienza) che ogni estate, da tre anni, scavano nella montagna per far rivivere usi e costumi di una civiltà precedente a quella etrusca. Tanti i reperti portati alla luce: il manico di una tazza decorata e la rotellina di un carro votivo, ma anche oggetti di uso quotidiano come fornelli domestici, vasi da cucina, fusaiole per filare la lana. «Era un villaggio abitato da comunità protoetrusche - spiega l'archeologo Andrea Schiappelli -. Non sappiamo se fosse abitato tutto l'anno o solo d'estate. Possiamo immaginare che parte della comunità fosse costituita da guerrieri perché la montagna era difesa da una cinta muraria».
«Dopo aver scoperto questo grande villaggio, abbiamo sperato che ci potesse essere anche un luogo dedicato al culto sulla sommità del monte – gli fa eco il collega Nicola Ialongo – e quando ne abbiamo rinvenuto le tracce è stata una grande emozione».
Ma gli interrogativi sono ancora tanti. Laura D'Erme della Soprintendenza ai Beni archeologici dell'Etruria meridionale si domanda: «Quali rapporti intercorrevano tra gli abitanti del monte Cimino e la vicinissima comunità di Soriano? La montagna era abitata dalla classe dominante? Era questo il punto di riferimento religioso dell'Etruria? Solo altri scavi potranno darci queste risposte».

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