Un futuro per Alba Fucens
Un futuro per Alba Fucens
e.b.
Il Centro 19/7/2011
Massa d'Albe. Ecco la replica dopo le accuse di De Zanet (Sogni in musica)
La Soprintendenza: area valorizzata, non in abbandono
MASSA D'ALBE. La Soprintendenza per i beni archeologici d'Abruzzo risponde alle accuse di Angelo De Zanet (associazione Sogni in musica) sullo stato del sito di Alba Fucens, chiarendo l'iter che l'Ente sta seguendo per la conservazione e la tutela della colonia romana. «Nel sito romano di Alba Fucens sono attualmente in corso, sotto la direzione e con fondi della Soprintendenza lavori di scavo archeologico e di sistemazione dell'area», ha precisato Andrea Pessina, soprintendente per i Beni archeologici, «in modo da poter consentire una migliore fruizione del sito, che ha sofferto dell'assenza di interventi nello scorso anno». Secondo la Soprintendenza per i beni archeologici d'Abruzzo «definire miserabili le condizioni di Alba Fucens non corrisponde a verità. L'attuale sistemazione, decorosa e accogliente, è il frutto di un lavoro quotidiano reso però particolarmente gravoso dalla posizione dell'area archeologica, a mille metri di altitudine, che non facilita certo la conservazione dei resti antichi, mentre li sottopone a una continua usura come mostrano i restauri del secolo scorso che ormai reclamano nuovi ed estesi interventi, in parte già avviati». L'attacco di De Zanet è quindi per la Soprintendenza inopportuno perché accusa l'Ente di «spoliazione del patrimonio di Alba Fucens a danno delle popolazioni locali». «In realtà», continua il soprintendente Pessina, «è proprio grazie a questa ricerca scientifica e all'impegno di studiosi provenienti da ogni parte d'Italia e dall'estero che oggi la località è nota a livello nazionale e costituisce un'occasione fondamentale di crescita culturale e di arricchimento per le comunità locali e per i visitatori. Pertanto le scoperte degli ultimi giorni, per la qualità dei reperti rinvenuti, rivestono una particolare importanza per la ricostruzione delle vicende storiche dell'antica città e non l'ennesima occasione di furto da chi ha il non facile compito di assicurare la salvaguardia del patrimonio archeologico d'Abruzzo». Le noti dolenti ovviamente non mancano e anche i responsabili della Soprintendenza d'Abruzzo ammettono che «a fronte di ripetute e continuative attività di ricerca e tutela svolte il sito soffre della mancanza di adeguate politiche di promozione, azioni per le quali il codice per i beni culturali consente partecipazione degli enti locali e dei privati. Benché l'attenzione del pubblico nei confronti del sito sia costante in Abruzzo, non è mai pervenuta alcuna proposta concreta dai soggetti interessati ad affiancare l'impegno della Soprintendenza, in una prospettiva di collaborazione e condivisione non solo dei meriti e dei risultati, ma anche degli oneri e delle responsabilità».
Commenti