Nel museo di Chiusi i capolavori dei sudditi di Re Porsenna
Nel museo di Chiusi i capolavori dei sudditi di Re Porsenna
LAURA LARCAN
GIOVEDÌ, 25 AGOSTO 2011 la repubblica - - Roma
Anfore
Per i 110 anni dalla nascita l´istituto toscano ospita una mostra visitabile per un anno con reperti risalenti al VII secolo a.C.
In principio furono gli "scavini", professionisti dello scavo, antenati illustri dei tombaroli, che all´inizio dell´Ottocento, con la benedizione dei proprietari terrieri, riportavano alla luce tesori per alimentare il commercio internazionale di antichità. Poi, uno spirito civico cominciò a farsi largo, e la smania del business lasciò spazio al gusto della collezione privata. Che aprì la strada all´idea di un museo che svelasse al pubblico i capolavori della terra del mitico re Porsenna, alleato, come vuole la tradizione, con Tarquinio il Superbo per la conquista di Roma.
La grandiosa storia degli Etruschi passa anche per questi momenti, fatti di scoperte, uomini, progetti. E a raccontarla è proprio il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, città tra le più importanti dell´Etruria, che domenica inaugura la grande mostra dedicata ai centodieci anni di vita dell´istituzione. Era il 22 agosto del 1901 quando aprì i battenti, al fianco del duomo medievale, il nuovo edificio di stile neoclassico, progettato dall´architetto senese Giuseppe Partini: «Rappresenta un caso eccezionale in Toscana e in Italia di edificio che nasce per essere un museo – racconta la direttrice Monica Salvini – la maggior parte dei musei, infatti, sfruttavano ex conventi, palazzi storici o ex caserme».
L´esposizione, che resterà visitabile per un anno, ripercorre questa impresa, offrendo per la prima volta pregevoli reperti mai visti, databili fino al VII secolo a.C. chiusi da decenni nei magazzini del museo, restaurati appositamente per l´occasione. Splendidi crateri attici con scene figurate, statue, buccheri, terrecotte, frammenti di affreschi. A questi si aggiungono opere provenienti dai depositi del Museo Archeologico di Firenze. Il tutto si arricchisce di una documentazione inedita d´archivio, con fotografie sui vari allestimenti secondo le mode delle epoche, disegni e stampe ottocenteschi di oggetti e monumenti, fino a curiosità come l´invito da parte del sindaco per l´inaugurazione del museo.
La mostra, dunque, evoca la lunga storia dell´archeologia etrusca di Chiusi, terra che ha restituito capolavori assoluti, come il "Cratere François" del VI secolo a.C. il più antico vaso a volute attico ritrovato, scoperto intorno al 1844 e conservato a Firenze. «Per la straordinaria ricchezza del territorio si formò all´inizio dell´Ottocento un commercio istituzionalizzato di reperti chiusini – dice la Salvini – con protagonisti gli scavini, scavatori di mestiere, abilissimi a riconoscere le tracce. Non solo scoprivano opere, ma le restauravano. Tant´è che oggi i tesori di Chiusi sono al Louvre, Metropolitan o British Museum».
Le tappe verso la nascita del museo sono ben note: «Nel 1831 i notabili mostrano gli oggetti scoperti nelle campagne - dice Salvini – e nel 1860 nasce la Commissione civica archeologica, mentre nel 1871 apre il primo nucleo del Museo etrusco, in tre stanze di via Mecenate». Fino alla svolta del 1901. Via Porsenna 93, Chiusi, Siena. Orari: 9-20, tel. 0578-20177.
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