AOSTA La seduzione dei frammenti antichi

AOSTA La seduzione dei frammenti antichi
LUNEDÌ, 11 AGOSTO 2008 la Repubblica

Ad Aosta la collezione raccolta negli anni da Bardini


Aosta, la Augusta Praetoria Salassorum dei Romani, ospita, divisa tra le imponenti strutture del Criptoportico romano e le sale del Museo archeologico regionale, una mostra sofisticata e complessa (Augusta Fragmenta, mostra e catalogo Electa a cura di Mario Scalini, aperta fino al 28 ottobre). Costruita con materiale proveniente nella sua totalità dai musei fiorentini, la mostra ruota essenzialmente intorno a oggetti della collezione Bardini, l´immensa ed eclettica raccolta di antichità romane, pitture gotiche e rinascimentali, rifacimenti e restauri, che l´antiquario Stefano Bardini aveva ammassato nella sua casa-museo fiorentina. Bardini era un personaggio tipico di quel mondo un po´ pioneristico e molto truffaldino che, una volta compiuta l´unità del paese, si lanciò senza eccessivi scrupoli nel saccheggio e nel commercio del patrimonio artistico italiano. Ma nel costruire la propria fortuna, Bardini portò alla luce e mise in salvo migliaia di opere d´arte, le cui copie erano spesso quelle che, nel massimo segreto, prendevano la strada delle grandi collezioni d´oltreoceano.
Il recente recupero e restauro di parte della sterminata e variegata raccolta permette di ricostruire una panoramica sul come l´arte antica, in ogni sua forma e materiale, sia sopravvissuta e abbia influenzato architetti e scultori durante tutto il Medioevo, fino al momento del recupero cosciente e della ricostruzione colta e filologica tipica del tardo Rinascimento e del Manierismo.
Nella sua esauriente introduzione alla mostra, Mario Scalini sottolinea il fatto che sin dall´epoca carolingia, la cesura con l´antichità non fu mai percepita. Pezzi di spoglio venivano riutilizzati e reinterpretati, con molta libertà, dato che quello che si era perso non era la sensibilità alla bellezza intrinseca del reperto, bensì la coscienza del suo significato originale. Ma nel corso della storia tutto, o quasi tutto, era sempre stato riutilizzato, modificato e rivisto, come testimonia il grande ritratto di imperatore, in nudità eroica e incoronato di quercia, che, come il recente restauro mette in evidenza, ha acquisito nuovi lineamenti e posizioni, perso e ritrovato corone, frange, riccioli, drappeggi e accessori a seconda del momento storico-politico e della fantasia dei restauratori. Un esempio affascinante e brillante del millenario sistema antiquariale a cui vennero sottoposti quei reperti, considerati minori, che l´antichità ci ha tramandato.

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