Gli etruschi a Monterappoli Nel cantiere archeologico trovati alcuni frammenti

EMPOLI. Gli etruschi a Monterappoli Nel cantiere archeologico trovati alcuni frammenti
SABATO, 26 LUGLIO 2008 IL TIRRENO - Empoli

Lo scavo resterà aperto per tutto il mese di agosto. «Speriamo di continuare nel 2009»

Assistere ad uno scavo archeologico, anche solo per pochi attimi, fa vivere delle emozioni intense. Basta lasciar andare la mente e sembra di popolare la scena di un film. Oppure si può immaginare di essere parte di una scoperta epocale. O ancora si può tornare indietro nel tempo e far finta di partecipare ad una caccia al tesoro tra bambini. L’immaginario legato all’archeologia è ricco e affascinante. E sembra popolare l’animo di quei tanti volontari dell’associazione archeologica del Mediovaldarno che dal 16 luglio scorso stanno portando avanti lo scavo al giardino di Monterappoli.
«Più precisamente si dovrebbe parlare di un saggio di scavo esplorativo - rivela Leonardo Terreni, responsabile dei lavori e presidente dell’associazione archeologica -, che è stato finanziato e realizzato interamente dall’associazione. Il nostro interesse per questo sito è nato circa 10 anni fa, quando, durante i lavori di terrazzamento del giardino, ad opera del Comune, iniziarono ad emergere degli archi a mattoni che sorreggevano il terreno. Facemmo fermare subito i lavori per non danneggiare la struttura. L’anno scorso, grazie alla consulenza del geologo Paolo Mauriello, dell’Università del Molise, abbiamo condotto analisi approfondite e ci siamo resi conto che ci poteva essere qualcosa di interessante». Attraverso una misurazione geoelettrica, basata cioè sulla trasmissione di onde elettriche nel terreno, sono emerse delle anomalie. Gli strati sottostanti alla superficie presentavano una composizione diversa, che faceva pensare ad una sedimentazione di materiale risalente ad epoche storiche passate. Quello che attualmente è un giardino comunale, infatti, una volta era l’interno di una rocca. La prima attestazione documentaria di questa struttura risale al XII secolo, ma non si esclude una presenza ancora più antica. La derivazione longobarda del toponimo Monterappoli e il ritrovamento di frammenti attribuibili all’epoca etrusca sembrano confermare questa ipotesi. Ma nessuno degli addetti ai lavori si sbilancia.
D’altronde l’archeologia è una scienza sperimentale, che si basa prevalentemente sui fatti. E per ora l’equipe formata dai volontari dell’associazione e guidata dagli archeologi professionisti Walter Maiuri, Martina Filippi e Leonardo Terreni, ha trovato diversi frammenti sparsi di vasi etruschi, ceramiche del 1200 e del 1600. Ciò dimostra il gran vissuto che c’è stato in questa zona. Inoltre dallo scavo, che ha un’ampiezza di una cinquantina di metri quadrati per 1,70 metri di profondità, sta emergendo un piano, forse un pavimento, formato da mattoni e pietre allineati e sedimentati.
«Per ora siamo nella fase di individuazione delle anomalie - continua Leonardo Terreni -, ma rimaniamo fiduciosi perchè le nostre previsioni si sono rivelate esatte. Il cantiere chiuderà verso la fine di agosto e speriamo di riaprirlo il prossimo anno, magari con dei finanziamenti anche pubblici. Quel che è certo è che il fine ultimo di questo scavo è la valorizzazione del territorio di Monterappoli».
Marco Pagli

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