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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

Nelle sale dell´Archeologico la vita prima dell´anno 79

Nelle sale dell´Archeologico la vita prima dell´anno 79 MERCOLEDÌ, 29 APRILE 2009 LA REPUBBLICA - Napoli In mostra fino al 31 dicembre Metri e metri di pitture a fresco di Ercolano e Pompei tornano a risplendere nel Museo archeologico di Napoli. Dopo circa dieci anni di studi e restauri vengono riaperte al pubblico le quattordici sale del primo piano del museo con una grande mostra della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, "La pittura pompeiana", a cura di Mariarosaria Borriello e Valeria Sampaolo, che si inaugura oggi alle 18.30 e si può visitare fino al 31 dicembre. Una collezione unica al mondo che ci restituisce l´immagine dell´arte del dipingere nell´area vesuviana, prima dell´eruzione del 79 dopo Cristo. La raccolta di pittura ad affresco, che arriva in via definitiva all´allora Real Museo Borbonico nel 1827, è frutto delle molteplici campagne di scavo iniziate a Ercolano nel 1735, per volontà di Carlo di Borbone, e proseguite in seguito

Scoperto un edifìcio di tremila anni fa

Scoperto un edifìcio di tremila anni fa S.C. Il Tirreno - Pontedera, 19/07/2006 I resti sono emersi durante i lavori del Consorzio di bonifica BIENTINA. Un edificio, probabilmente con vocazione commerciale, del 1000 avanti Cristo. È stato scoperto - ora è ufficiale - lungo la Bientinese, nel comune di Bientina, al confine con il territorio di Orentano. Ieri mattina il sindaco Marco Braccini e il presidente del Consorzio di Bonifica del Bientina, Ismaele Ridolfi, hanno effettuato un sopralluogo nell'area del ritrovamento archeologico guidati da Giulio Ciampoltrini, funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana. La scoperta risale al novembre scorso. Tuttavia per ragioni climatiche lo studio del sito è stato possibile soltanto nelle ultime due settimane, grazie al lavoro delle archeologhe Elisabetta Abela, Serena Cenni e Irene Monacci. Ciampoltrini ha tenuto a sottolineare che non si tratta di un ritrovamento casuale, ma che è stato atteso e «per certi aspett

La riscoperta di Spalato

La riscoperta di Spalato 23-07-2006 IL SOLE 24 ORE Nel 1757 Robert Adam e Charles-Louis Clérisseau raggiunsero la città dalmata e la documentarono. Sette anni dopo avrebbero realizzato uno dei più bei libri illustrati mai pubblicati, attirando l'attenzione di Winckelmann - Effettuarono misure e rilievi di ogni dettaglio dello sterminato palazzo-città, da cui furono tratte sessanta incisioni Fernando Mazzocca La bella collana di saggi intitolata «I figli di Mercurio» della Minerva Edizioni di Bologna si arricchisce, dopo gli altri importanti volumi dedicati a Winckelmann, di un contributo molto particolare che mette in luce, attraverso una serie di testimonianze di cui alcune inedite o comunque sinora non considerate, il rapporto privilegiato che unì il fondatore della moderna storia dell'arte, convinto assertore della superiorità assoluta della civiltà greca, con l'avventuroso artista viaggiatore Charles-Louis Clérisseau, un architetto francese che fu soprattutto uno straor

Sepolto e dimenticato il sito archeologico

Sepolto e dimenticato il sito archeologico di ADRIANO CIOCI Lunedì 31 Luglio 2006, Il messaggero, Umbria BASTIA – Molti cittadini hanno espresso perplessità davanti al reinterramento, eseguito alcune settimane fa, del sito archeologico di Bastiola. In effetti chi percorre la strada adiacente l’antica area, si trova di fronte ad un terreno livellato dal quale a mala pena si scorge il perimetro della costruzione, il misterioso circolo di pietre riaffiorato due anni fa. L’assessore alla cultura Giusepe Belli, che sul rinvenimento ha seguito sin dall’inizio ogni vicenda, è stato negli ultimi giorni tempestato di telefonate. Ma subito rassicura intorno all’operazione effettuata: «Dopo la segnalazione del consigliere Giuliano Monacchia, sullo stato di degrado in cui versava il sito – chiarisce Giuseppe Belli – ci siamo attivati, sotto la guida della Soprintendenza, ed abbiamo effettuato dei lavori di messa in sicurezza. E’ stato portato a compimento un sistema per il drenaggio delle acque, c

Scoperta un ‘antica fortezza sannita su Monte Saraceno

Scoperta un ‘antica fortezza sannita su Monte Saraceno A.M. Primo Piano 02-08-2006 A Cercemaggiore è stata scoperta un'antica fortezza sannita. La fortificazione sannita sta tornando alla luce sul monte Saraceno, a circa tre chilometri da Cercemaggiore. A più di mille metri d'altezza è ripresa da qualche giorno la campagna di scavi archeologici diretta dalla Soprintendenza del Molise. I primi scavi sono stati effettuati dalla Saci di Ancona, ora invece i lavori vengono effettuati da un gruppo del posto supervisionato dall'archeologa Angela Di Niro. “Il sito è di rilevante interesse — ha di- chiarato il primo cittadino del paese - al termine degli scavi infatti si dovrebbe avere un'idea completa di quella che, con tutta probabilità, era la principale roccaforte del popolo sannita”. Dagli scavi effettuati in questi giorni sta venendo alla luce uno degli ingressi dell'acropoli. Il varco del muro di cinta è largo oltre sei metri ed è difeso da un contrafforte imponente

Libano. Baalbek, gioiello dell'archeologia simbolo dell'incontro tra culture

Libano. Baalbek, gioiello dell'archeologia simbolo dell'incontro tra culture RORY CAPPELLI la Repubblica, 3 agosto 2006 La studiosa Giuliana Calcati: "Se colpissero i templi il danno sarebbe incalcolabile" UN BILANCIO pesante quello del blitz aereo di ieri notte a Baalbek, nel Libano del nord. Pesante prima di tutto per le vittime. Ma anche perché si è colpito un simbolo dell'incontro tra culture, uno straordinario sito archeologico, trale più importanti città romane del Medio Oriente. Le rovine — bellissime, uniche, di dimensioni ciclopiche — si trovano tra le case del villaggio. Giuliana Calcati, docente di Storia dell'archeologia all'Università di Roma 3 che ha a lungo lavorato nell'area, spiega che, se dovessero continuare i bombardamenti, «il danno sarebbe incalcolabile. Sarebbe come se si perdesse la Cappella Sistina. Fermo restando che parlare di danni a monumenti o cose a fronte della perdita di vite umane è sempre fuori misura». Cosa rende Baa

La grotta preistorica degli «orsi volanti» distrutta da una cava

La grotta preistorica degli «orsi volanti» distrutta da una cava Il Tempo – Abruzzo, 06-AGO-2006 PESCARA — Gli Orsi vo¬lanti si sono estinti. Un gioco di parole, ma una triste verità. La grotta preistorica degli «Orsi Vo¬lanti», che rendeva magi¬ca la zona di Rapino non esiste più: a denunciarlo sono stati tre consiglieri nazionali dell'Archeoclub d'Italia Giulio De Collibus, Raffaele Giannantonio e Rocco Valentini. La grotta si apriva a una quo¬ta di circa 700 metri sul livello del mare, era lunga 20-25 metri e si articolava parallelamente al fronte della cava che ne avrebbe causato la sparizione. «La grotta non c'è più - ha detto De Collibus - è lette¬ralmente scomparsa, non sappiamo se per dolo o per colpa, ma questa situazione l'abbiamo denuncia¬ta alla Procura della Repubblica che verificherà le varie responsabilità». Una grande perdita di bellezza e di storia: al suo interno infatti la grotta degli Orsi volanti presentava un deposito stratificato di fauna fossile,

scoperte: lì sono le mura medievali e ì bastioni spagnoli

scoperte: lì sono le mura medievali e ì bastioni spagnoli (p.b.f.sa.) 06/08/2006; LA Repubblica, Milano L'archeologo: in quella zona c'erano chiese e palazzi. IN PRINCIPIO furono gli scheletri di Porta Romana. Il macabro ammasso di resti umani trovati nelle viscere di piazza Medaglie d'Oro. Adesso tocca ai resti medievali, o rinascimentali, emersi in un cantiere dietro palazzo di Giustizia. Sembra che a Milano ogni volta che si buca la terra per costruire un parcheggio, salti mori una sorpresa. Specialmente in quella fetta di città compresa nella cerchia dei Navigli e delimitata dalla circonvallazione interna. Professor Marco Sannazaro, docente di archeologia medievale all'università Cattolica, che tipo di resti possono essere quelli di via San Barnaba? «Beh, lì ci può essere di tutto. Ma tenderei a escludere cose vecchissime». Cioè? «Bisogna partire dalla collocazione geografica della via. Siamo tra le mura medievali — per intenderci quelle che sorgevano dove ora c'

Affiora la città antica, stop alle ruspe

Affiora la città antica, stop alle ruspe PAOLO BERIZZI FERRUCCIO SANSA 06/08/2006; LA Repubblica, Milano Gli esperti della sovrintendenza stanno già lavorando in via San Barnaba, i resti potrebbero essere medievali o quattrocenteschi. Il ritrovamento in via San Barnaba, fuori dalla Milano romana ma a cento metri dalla chiesa di San Pietro in Gessate. Sotto il tribunale la città del Medioevo:una rete di edifici e mura nello scavo per il posteggio; ruspe ferme. La scoperta durante gli scavi per il parcheggio del trìbunale. UN INTRECCIO di muri, forse di età medievale o forse quattrocenteschi, è venuto alla luce durante i lavori di scavo per il nuovo parcheggio di palazzo di Giustizia, invia San Barnaba, proprio alle spalle del tribunale. La scoperta, pochi giorni fa. Quando gli operai della Giada Macchine, l'impresa che esegue i lavori, hanno lasciato spazio agli archeologi che con martelli e pennelli hanno iniziato a ripulire la costruzione della polvere del cantiere e dei secoli. «

LA CITTA' E LA MEMORIA

LA CITTA' E LA MEMORIA MARCO GARZONIO Corriere della Sera (Milano) 07/08/2006 L'affiorare di resti medievali vicino a Palazzo di Giustizia e di un teatro romano presso la Borsa sono gli episodi più recenti di ritrovamenti solo apparentemente «casuali». Nel giro di pochi mesi, se aggiungiamo i reperti in piazza Meda, le mura lungo la Darsena, il cimitero di Medaglie d'Oro sta riemergendo una rete di insediamenti che confermano la ricchezza degli antichi insediamenti. La Milano moderna ha sempre guardato con fastidio alla storia e alle testimonianze delle generazioni passate. Difficile trovare una città tanto propensa a rimuovere le radici e a far coincidere nuove edificazioni e demolizioni, culturalmente incapace di integrare passato, presente, futuro. Basterebbe pensare alla distruzione del sistema urbano dei Navigli prima della guerra e a quello dei Bastioni dopo il conflitto. Con tutto l'indotto sulle sistemazioni del tessuto circostante. Una mentalità fatta di ruspe

Reperti romani all’ex Luigi Rossi

Reperti romani all’ex Luigi Rossi 08/08/2006, Corriere Adriatico Cantiere controllato dalla Soprintendenza. Conclusi gli scavi nell’antico teatro E' considerata un'area interessante ai fini archeologici, quella relativa alla demolizione dell'ala aggiunta, rispetto al progetto originario, all'ex Luigi Rossi. Ecco perché i lavori vengono compiuti sotto la sorveglianza della Soprintendenza ai beni archeologici che esamina attentamente la terra di scavo. Costantemente è presente un tecnico e il dirigente della Soprintendenza Gabriele Baldelli vi compie visite frequenti. Siamo nei pressi del grande quadriportico romano, i cui resti si conservano nel seminterrato e, dati i segni significativi che emergono, altre sorprese potrebbero venire alla luce. Nel frattempo è terminata anche per quest'anno la campagna di scavi nell'area del teatro romano; ma ancora c'è molto da scoprire, anche se la terra asportata dagli archeologi ha posto allo scoperto parti interessanti d

Necropoli, scoperti altri tesori

Necropoli, scoperti altri tesori Edizione del 9 agosto 2006, Corriere Adriatico SPINETOLI – Il vicepresidente della Provincia Emidio Mandozzi “Stiamo scavando per ritrovare la nostra storia” Da alcuni giorni è scesa in campo una équipe di antropologi dell’Università di Camerino Fino ad ora sono state trovate 60 tombe. Venti quelle già ispezionate Tre paia di calzari (molto probabilmente militari per via delle borchie metalliche) vanno ad aggiungersi a lucerne, olle, monete e collane di pasta vitrea, venute alla luce presso la necropoli di Spinetoli, dove gli scavi degli archeologi della ditta A.B.C. di Mara Miritello (accreditata presso la Soprintendenza archeologica delle Marche), ben coadiuvati dai ragazzi che hanno appena concluso un corso professionale presso la Provincia, continuano a ritmo incessante, tanto che sono oltre sessanta le tombe sinora ritrovate , di cui una ventina già “ispezionate” al loro interno. Una necropoli molto vasta, che a distanza di 22 giorni non finisce di

"Così, scoperta dopo scoperta ricostruiamo la storia della città"

"Così, scoperta dopo scoperta ricostruiamo la storia della città" 09/08/2006, La Repubblica, Milano Parla la studiosa Elisabetta Roffia: "Ogni ritrovamento ci insegna qualcosa" I LAVORI per i parcheggi sotterranei sono una grande occasione per recuperare una parte della storia della nostra città. Milano è cresciuta su se stessa nei secoli e, in alcuni punti, possiamo pensare che nasconda ancora qualcosa del passato. Per questo ogni volta che qualcuno scava in profondità all'in terno delle mura romane viene seguito passo passo dai nostri archeologi». Elisabetta Roffia, fino alla scorsa settimana sovrintendente ai Beni archeologici della Lombardia (tra pochi giorni il testimone passerà a Luigi Malnati), è donna prudente che non ama fare ipotesi azzardate. Ma, come tutti gli archeologi, lavora per induzione. E di una cosa è certa: «L'archeologo procede per piccoli passi, non sempre per scoperte sensazionali. Ogni piccolo ritrovamento, magari anche il frammento

Libano, una guerra anche all'arte e alla storia

Libano, una guerra anche all'arte e alla storia Marco Innocente Furina L'Unità 11-08-2006 Essi stanno ai margini del la Foresta! Osservano meravigliati l'altezza dei Cedri! Erano come estasiati all'entrata nel bosco (...)! Essi guardarono la montagna dei cedri (...)! I cedri si alzavano maestosi e lussureggianti sulla montagna! La loro ombra era gradevole! Dava la felicità a chi vi entrava!. Migliaia di anni prima della nostra era, molto prima dell'iliade e dell'Odissea, la prima opera letteraria dell'umanità, l'Epopea di Gilgamesh, parlava del Libano e delle sue foreste. Da quel giorno il Libano sarà conosciuto per sempre come il Paese dei Cedri, albero che ancor oggi campeggia al centro della sua bandiera. Gilgarnesh, mitico re sumero di Uruk, si era recato sui quei monti per prendere il legname che invece mancava nella sua terra. Da quell'altezza l'eroe mesopotamico contemplò il sole tramontare sul mare vicino. E fu così che il Mediterraneo, n

E’ «on line» lo straordinario tesoro rupestre

E’ «on line» lo straordinario tesoro rupestre Corriere del Mezzogiorno 23/04/2009 Visitare lo sterminato patrimonio rupestre della pro­vincia di Taranto sarà possibile anche via internet. Gra­zie al portale «Habitat Rupestre» (www.habitatrupestre­puglia. it), chiunque potrà esplorare uno dei tesori nasco­sti di Puglia, le grotte, le chiese, le gravine. Finanziato con i Pis (progetti integrati settoriali), il portale verrà inaugurato a Laterza domani. Tredici i comuni che avran­no il compito di arricchirlo quotidianamente: Altamura, Castellaneta, Crispiano, Ginosa, Gravina di Puglia, Grot­taglie, Laterza (comune capofila), Massafra, Montemeso­la, Mottola, Palagianello, Santeramo in Colle e Statte. «La finestra che si apre sull’Europa, grazie a questo portale turistico, può essere fonte immensa di possibilità di far­si conoscere per i nostri operatori, ma soprattutto di far conoscere il nostro stupendo territorio con le sue pecu­­liarità, le sue gravine, le sue tradizioni socio-culturali

Necropoli bizantina, le prospettive dopo la scoperta

Necropoli bizantina, le prospettive dopo la scoperta IL TEMPO 23/04/2009 Un convegno per parlare delle prospettive archeologiche che si sono aperte dopo le ultime scoperte nell'area di Marinelle Vecchie. Il ritrovamento di 18 tombe risalenti al periodo bizantino non solo ha infatti gettato una nuova luce sulla storia del Molise, ma potrebbe essere, secondo gli esperti, la testimonianza che esiste nella zona un ampio insediamento ancora tutto da studiare. L'incontro si terrà domani, alle ore 17,30, presso Palazzo Norante a Campomarino. Saranno esaminati e discussi i nuovi dati acquisiti e si valuteranno anche interessanti prospettive in chiave turistica. All'appuntamento, che sarà aperto dai saluti di Anna Maria Mattucci, presidente del Consiglio Comunale, e moderato da Pasquale Di Giulio, parteciperanno, in qualità di relatori, tre studiosi dell'Università degli Studi del Molise: il professor Tonino Minguzzi, preside del Corso di Laurea in Scienze Turistiche, il profess

Dopo cent’anni il Comune pensa a una seconda serie di scavi

Dopo cent’anni il Comune pensa a una seconda serie di scavi Gianluigi Valsecchi La Provincia - Como, 16 aprile 2009 ZELBIO - Una campagna di scavi archeologici per fare luce sulla storia di Zelbio. Lo rivela il sindaco, Giuseppe Sorbini: «Il nostro paese ha una origine molto antica. Basterebbe rammentare alcune delle numerose leggende locali, secondo cui la regina Auffreda, moglie del re dei Goti Teodorico, si fece edificare un palazzo imperiale al Piano del Tivano , o – ancora – ricordare come giusto un secolo fa una campagna di scavi archeologici portò alla luce in località Malmoria numerosi reperti oggi conservati al museo archeologico di Como». L’idea di nuovi scavi nasce dunque spontanea a, come detto, un secolo di distanza dalla prima importante campagna. «Riteniamo che al Piano del Tivano, particolarmente nella zona delle due grotte, la Tacchi e la Zelbio, vi siano numerose testimonianze della Zelbio di ieri e dell’altroieri»– continua il primo cittadino – «Scavando, insomma, po

Sahara, arte a rischio tra vandali e incuria

il Riformista 19.4.09 Sahara, arte a rischio tra vandali e incuria di Savino di Lernia ALLARME. Alcune antichissime pitture nel Tadrart Acacus sono state imbrattate da ignoti. Un danno inestimabile contro una "cappella sistina" dell'antichità, patrimonio dell'Unesco. La Missione archeologica della Sapienza a Tripoli fa il possibile. Ma i turisti sono sempre di più. E i siti sempre meno protetti. La prima e-mail arriva tre giorni fa: una collega, amante del deserto e conoscitrice di ogni piega dell'Acacus, nel cuore del Sahara libico, mi accenna ad un episodio di vandalismo contro alcuni dipinti di età preistorica. Poi una serie concitata di telefonate, messaggi sms, e la casella di posta del sito web della missione intasata di lettere dei (tanti) turisti che visitano le pitture rupestri del Sahara, da oltre venti anni Patrimonio Unesco dell'Umanità. Se all'inizio pensavo fosse un tamtam non del tutto fondato - come spesso accade per le cose africane, e lib

Butovo, una Katyn alle porte di Mosca

il Riformista 12.4.09 Butovo, una Katyn alle porte di Mosca di Ubaldo Casotto Fosse comuni. In Russia sono oltre seicento. Dal 1918 al 1953 sono state fucilate 826.645 persone. Lidija Golovkova, musicista e professoressa d'arte, ha scoperto per caso una di queste fosse, con 20mila corpi. E, novella Antigone, ha deciso di consegnare alla nostra memoria la storia di quei martiri, uno per uno. Ho finalmente visto "Katyn". Il film di Andrzej Wajda sulla strage di circa ventimila soldati polacchi, tra cui 4.500 ufficiali, perpetrata dai russi nell'aprile-maggio 1940. Furono tutti uccisi con un colpo alla nuca e gettati "alla rinfusa in fosse comuni" come annota nel suo diario personale il ministro tedesco per la propaganda Joseph Gobbels, alla data del 9 aprile 1943, dopo la scoperta dell'eccidio dei suoi ex alleati. A vedere il film del grande regista polacco, fra parenti e amici, eravamo in otto. Io che mi sono laureato in filosofia agli inizi degli anni Ot

Butovo, una Katyn alle porte di Mosca

il Riformista 12.4.09 Butovo, una Katyn alle porte di Mosca di Ubaldo Casotto Fosse comuni. In Russia sono oltre seicento. Dal 1918 al 1953 sono state fucilate 826.645 persone. Lidija Golovkova, musicista e professoressa d'arte, ha scoperto per caso una di queste fosse, con 20mila corpi. E, novella Antigone, ha deciso di consegnare alla nostra memoria la storia di quei martiri, uno per uno. Ho finalmente visto "Katyn". Il film di Andrzej Wajda sulla strage di circa ventimila soldati polacchi, tra cui 4.500 ufficiali, perpetrata dai russi nell'aprile-maggio 1940. Furono tutti uccisi con un colpo alla nuca e gettati "alla rinfusa in fosse comuni" come annota nel suo diario personale il ministro tedesco per la propaganda Joseph Gobbels, alla data del 9 aprile 1943, dopo la scoperta dell'eccidio dei suoi ex alleati. A vedere il film del grande regista polacco, fra parenti e amici, eravamo in otto. Io che mi sono laureato in filosofia agli inizi degli anni Ot

Montezuma non fu lapidato dai suoi ma ucciso dagli spagnoli

Corriere della Sera 9.4.09 Il British Museum rilegge documenti e reperti archeologici. A fine estate una grande esposizione Montezuma non fu lapidato dai suoi ma ucciso dagli spagnoli di Guido Santevecchi I vincitori scrivono la storia e di soli­to, oltre al potere, cercano di to­gliere allo sconfitto anche la dignità. Nel 1520 gli avventurieri venuti dalla Spagna in cerca di nuove terre segui­rono questo copione con Montezu­ma, l’imperatore azteco che li aveva accolti come inviati del cielo e fu ri­pagato con schiavitù, morte e disono­re. Secondo le cronache del tempo, Montezuma aprì le porte del suo do­minio — che si estendeva dalle coste del Pacifico al Golfo del Messico — agli uomini guidati da Hernán Cor­tés e quando il suo popolo capì che i conquistadores erano arrivati solo per depredarli delle loro ricchezze e si ribellò, Montezuma cercò ancora di trovare un compromesso, ma finì lapidato dalla folla che assalì il palaz­zo di Tenochtitlan (l’attuale Città del Messico). Questa la

Una catena umana per salvare la necropoli punica

Una catena umana per salvare la necropoli punica Alessandra Sallemi La Nuova Sardegna 06/04/2009 CAGLIARI Un operaio del settore pneumatici è venuto col figlio da Olbia perché «prima che olbiese sono sardo» e il destino della necropoli di Tuvixeddu è un problema che riguarda tutta l’isola: una bella frase che testimonia l’interesse ancora vivo dopo vent’anni di tira e molla sul progetto Coimpresa, riaccreditato sul piano politico con l’avvento alla Regione della giunta amica di centrodestra. Il variegato gruppo di oppositori all’accordo di programma che anni fa diede il via libera alla costruzione di palazzine eleganti affacciate sul parco-necropoli, con strada di snellimento del traffico costruita in mezzo al canyon a spese del Comune, ieri si è riunito nella manifestazione organizzata da Legambiente, Wwf, Italia Nostra, Cagliari Social Forum e Studenti di Cagliari per dire, ancora una volta, che Tuvixeddu non sono quattro sassi da abbellire con un centro residenziale, ma è l’unica ne