Nelle sale dell´Archeologico la vita prima dell´anno 79
Nelle sale dell´Archeologico la vita prima dell´anno 79
MERCOLEDÌ, 29 APRILE 2009 LA REPUBBLICA - Napoli
In mostra fino al 31 dicembre
Metri e metri di pitture a fresco di Ercolano e Pompei tornano a risplendere nel Museo archeologico di Napoli. Dopo circa dieci anni di studi e restauri vengono riaperte al pubblico le quattordici sale del primo piano del museo con una grande mostra della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, "La pittura pompeiana", a cura di Mariarosaria Borriello e Valeria Sampaolo, che si inaugura oggi alle 18.30 e si può visitare fino al 31 dicembre. Una collezione unica al mondo che ci restituisce l´immagine dell´arte del dipingere nell´area vesuviana, prima dell´eruzione del 79 dopo Cristo. La raccolta di pittura ad affresco, che arriva in via definitiva all´allora Real Museo Borbonico nel 1827, è frutto delle molteplici campagne di scavo iniziate a Ercolano nel 1735, per volontà di Carlo di Borbone, e proseguite in seguito a Pompei.
Grazie a un nuovo allestimento sarà possibile ricongiungere gli oltre quattrocento manufatti di pittura parietale, ridotta dopo il "distacco" in quadri incorniciati, ai luoghi d´origine. Non più solo un percorso cronologico e tematico, ma la possibilità di aiutare il visitatore a immaginare le collocazioni e provenienze di queste opere d´arte. La villa di Boscoreale, la Casa di Giasone, di Meleagro e quella dei Dioscuri ospiteranno di nuovo i loro cicli decorativi, ricostruendo "idealmente" l´integrità dei luoghi da dove erano stati distaccati.
La sezione ercolanese e pompeiana del museo costituisce un eccezionale documento della storia della pittura di età romana, nella sua evoluzione e varietà, dal Secondo al Quarto stile, di cui però purtroppo non ci sono pervenuti i nomi degli autori. Si sa di una pittrice, Iaia di Cizico, vissuta intorno al 100 avanti Cristo, e di cui in mostra, quasi a conferma delle fonti, viene esposto un quadro che ritrae una donna seduta a dipingere al cavalletto. La mostra presenta il primo affresco staccato a Pompei nel 1748 e inizia con rappresentazioni del Secondo stile, poiché il Primo stile, non essendo figurato, non venne mai staccato per le raccolte museali. Il Terzo stile definito anche "ornamentale" è caratterizzato da elementi decorativi nei quali predomina il paesaggio sulla figura umana. Il passaggio tra il Terzo e il Quarto stile del periodo tra Claudio e Nerone ritrova il gusto per le architetture scenografiche e quadri mitologici. Si aprono così le porte della Casa del Poeta Tragico e si ammirano le scene di "Achille e Briseide", "Le nozze di Hera e Zeus", e "Il Sacrificio di Ifigenia".
Nella pittura pompeiana vengono spesso rappresentati paesaggi, scopriamo ritratti di personaggi del tempo e nature morte, che gli antichi chiamavano xénia (parola greca che significa "doni ospitali"). I primi, inizialmente, fanno da sfondo a scene mitologiche di gusto idillico, e poi dopo la conquista romana dell´Egitto, vengono spesso raffigurati e ambientati sulle sponde del Nilo con pigmei, coccodrilli. Tra la galleria di ritratti, Saffo e la coppia formata da Paquio Procolo e da sua moglie. In mostra anche un filone più popolare e curioso ovvero le decorazioni delle insegne del tempo di taverne e botteghe.
(renata caragliano)
MERCOLEDÌ, 29 APRILE 2009 LA REPUBBLICA - Napoli
In mostra fino al 31 dicembre
Metri e metri di pitture a fresco di Ercolano e Pompei tornano a risplendere nel Museo archeologico di Napoli. Dopo circa dieci anni di studi e restauri vengono riaperte al pubblico le quattordici sale del primo piano del museo con una grande mostra della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, "La pittura pompeiana", a cura di Mariarosaria Borriello e Valeria Sampaolo, che si inaugura oggi alle 18.30 e si può visitare fino al 31 dicembre. Una collezione unica al mondo che ci restituisce l´immagine dell´arte del dipingere nell´area vesuviana, prima dell´eruzione del 79 dopo Cristo. La raccolta di pittura ad affresco, che arriva in via definitiva all´allora Real Museo Borbonico nel 1827, è frutto delle molteplici campagne di scavo iniziate a Ercolano nel 1735, per volontà di Carlo di Borbone, e proseguite in seguito a Pompei.
Grazie a un nuovo allestimento sarà possibile ricongiungere gli oltre quattrocento manufatti di pittura parietale, ridotta dopo il "distacco" in quadri incorniciati, ai luoghi d´origine. Non più solo un percorso cronologico e tematico, ma la possibilità di aiutare il visitatore a immaginare le collocazioni e provenienze di queste opere d´arte. La villa di Boscoreale, la Casa di Giasone, di Meleagro e quella dei Dioscuri ospiteranno di nuovo i loro cicli decorativi, ricostruendo "idealmente" l´integrità dei luoghi da dove erano stati distaccati.
La sezione ercolanese e pompeiana del museo costituisce un eccezionale documento della storia della pittura di età romana, nella sua evoluzione e varietà, dal Secondo al Quarto stile, di cui però purtroppo non ci sono pervenuti i nomi degli autori. Si sa di una pittrice, Iaia di Cizico, vissuta intorno al 100 avanti Cristo, e di cui in mostra, quasi a conferma delle fonti, viene esposto un quadro che ritrae una donna seduta a dipingere al cavalletto. La mostra presenta il primo affresco staccato a Pompei nel 1748 e inizia con rappresentazioni del Secondo stile, poiché il Primo stile, non essendo figurato, non venne mai staccato per le raccolte museali. Il Terzo stile definito anche "ornamentale" è caratterizzato da elementi decorativi nei quali predomina il paesaggio sulla figura umana. Il passaggio tra il Terzo e il Quarto stile del periodo tra Claudio e Nerone ritrova il gusto per le architetture scenografiche e quadri mitologici. Si aprono così le porte della Casa del Poeta Tragico e si ammirano le scene di "Achille e Briseide", "Le nozze di Hera e Zeus", e "Il Sacrificio di Ifigenia".
Nella pittura pompeiana vengono spesso rappresentati paesaggi, scopriamo ritratti di personaggi del tempo e nature morte, che gli antichi chiamavano xénia (parola greca che significa "doni ospitali"). I primi, inizialmente, fanno da sfondo a scene mitologiche di gusto idillico, e poi dopo la conquista romana dell´Egitto, vengono spesso raffigurati e ambientati sulle sponde del Nilo con pigmei, coccodrilli. Tra la galleria di ritratti, Saffo e la coppia formata da Paquio Procolo e da sua moglie. In mostra anche un filone più popolare e curioso ovvero le decorazioni delle insegne del tempo di taverne e botteghe.
(renata caragliano)
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