Necropoli, scoperti altri tesori
Necropoli, scoperti altri tesori
Edizione del 9 agosto 2006, Corriere Adriatico
SPINETOLI – Il vicepresidente della Provincia Emidio Mandozzi “Stiamo scavando per ritrovare la nostra storia”
Da alcuni giorni è scesa in campo una équipe di antropologi dell’Università di Camerino
Fino ad ora sono state trovate 60 tombe. Venti quelle già ispezionate
Tre paia di calzari (molto probabilmente militari per via delle borchie metalliche) vanno ad aggiungersi a lucerne, olle, monete e collane di pasta vitrea, venute alla luce presso la necropoli di Spinetoli, dove gli scavi degli archeologi della ditta A.B.C. di Mara Miritello (accreditata presso la Soprintendenza archeologica delle Marche), ben coadiuvati dai ragazzi che hanno appena concluso un corso professionale presso la Provincia, continuano a ritmo incessante, tanto che sono oltre sessanta le tombe sinora ritrovate , di cui una ventina già “ispezionate” al loro interno.
Una necropoli molto vasta, che a distanza di 22 giorni non finisce di stupire per l’importante ricchezza storica del materiale rinvenuto.
“Stiamo scavando per ritrovare la nostra storia”, le parole usate dal vice presidente ed ex sindaco di Spinetoli, Emidio Mandozzi, per introdurre la conferenza stampa di ieri, tenuta proprio sul campo.
“Siamo molto soddisfatti sia del ritrovamento che della sinergia prodotta insieme a comune e provincia – ha asserito la dottoressa Nora Lucentini, Soprintendente ai Beni Archeologici delle Marche -, che ci sta permettendo di portare avanti con celerità e competenza i lavori di scavo. Confermo che trattasi di una necropoli romana di età imperiale, forse del II o III secolo dopo Cristo, afferente a gente comune dell’epoca. Quindi un ritrovamento sicuramente importante, ma più propriamente dal punto di vista storico ed archeologico – ha tenuto a precisare la Lucentini -, con il materiale rinvenuto ora al centro di studi approfonditi per stabilire non solo l’esatta epoca, ma anche stili di vita riguardo alla società del tempo”.
A proposito di ciò, da alcuni giorni è scesa in campo a Spinetoli una equipe di antropologi dell’Università di Camerino (prossimamente arriverà anche quella di Macerata, ndr), con a capo il professor Ugo Rollo, che ha salutato come innovativa l’idea di investire degli esperti antropologi: “Attraverso lo studio degli scheletri (tutti allineati con il capo ad est ed i piedi ad ovest, ndr)– ha affermato infatti il professore -, si potranno stabilire molte cose, tra cui anche il tipo di società dell’epoca. I resti ritrovati sinora, indicano una sepoltura con casse lignee (tre le tipologie di tombe: semplice a fossa terragna, copertura con tegoloni orizzontali, alla cappuccina), e fanno ipotizzare un rituale funebre tutt’altro che rozzo”.
Secondo gli esperti, la necropoli potrebbe essere molto vicina ad un importante insediamento abitativo, così come incerta è ancora la vera traiettoria dell’ultimo tratto dell’antica Salaria, forse spostata un poco più a nord dell’attuale asse viario.
“Faremo di tutto affinché i reperti, una volta catalogati, rimangano nel nostro museo di Spinetoli”, hanno infine dichiarato all’unisono e visibilmente soddisfatti il sindaco Canala e l’assessore Damiani.
Edizione del 9 agosto 2006, Corriere Adriatico
SPINETOLI – Il vicepresidente della Provincia Emidio Mandozzi “Stiamo scavando per ritrovare la nostra storia”
Da alcuni giorni è scesa in campo una équipe di antropologi dell’Università di Camerino
Fino ad ora sono state trovate 60 tombe. Venti quelle già ispezionate
Tre paia di calzari (molto probabilmente militari per via delle borchie metalliche) vanno ad aggiungersi a lucerne, olle, monete e collane di pasta vitrea, venute alla luce presso la necropoli di Spinetoli, dove gli scavi degli archeologi della ditta A.B.C. di Mara Miritello (accreditata presso la Soprintendenza archeologica delle Marche), ben coadiuvati dai ragazzi che hanno appena concluso un corso professionale presso la Provincia, continuano a ritmo incessante, tanto che sono oltre sessanta le tombe sinora ritrovate , di cui una ventina già “ispezionate” al loro interno.
Una necropoli molto vasta, che a distanza di 22 giorni non finisce di stupire per l’importante ricchezza storica del materiale rinvenuto.
“Stiamo scavando per ritrovare la nostra storia”, le parole usate dal vice presidente ed ex sindaco di Spinetoli, Emidio Mandozzi, per introdurre la conferenza stampa di ieri, tenuta proprio sul campo.
“Siamo molto soddisfatti sia del ritrovamento che della sinergia prodotta insieme a comune e provincia – ha asserito la dottoressa Nora Lucentini, Soprintendente ai Beni Archeologici delle Marche -, che ci sta permettendo di portare avanti con celerità e competenza i lavori di scavo. Confermo che trattasi di una necropoli romana di età imperiale, forse del II o III secolo dopo Cristo, afferente a gente comune dell’epoca. Quindi un ritrovamento sicuramente importante, ma più propriamente dal punto di vista storico ed archeologico – ha tenuto a precisare la Lucentini -, con il materiale rinvenuto ora al centro di studi approfonditi per stabilire non solo l’esatta epoca, ma anche stili di vita riguardo alla società del tempo”.
A proposito di ciò, da alcuni giorni è scesa in campo a Spinetoli una equipe di antropologi dell’Università di Camerino (prossimamente arriverà anche quella di Macerata, ndr), con a capo il professor Ugo Rollo, che ha salutato come innovativa l’idea di investire degli esperti antropologi: “Attraverso lo studio degli scheletri (tutti allineati con il capo ad est ed i piedi ad ovest, ndr)– ha affermato infatti il professore -, si potranno stabilire molte cose, tra cui anche il tipo di società dell’epoca. I resti ritrovati sinora, indicano una sepoltura con casse lignee (tre le tipologie di tombe: semplice a fossa terragna, copertura con tegoloni orizzontali, alla cappuccina), e fanno ipotizzare un rituale funebre tutt’altro che rozzo”.
Secondo gli esperti, la necropoli potrebbe essere molto vicina ad un importante insediamento abitativo, così come incerta è ancora la vera traiettoria dell’ultimo tratto dell’antica Salaria, forse spostata un poco più a nord dell’attuale asse viario.
“Faremo di tutto affinché i reperti, una volta catalogati, rimangano nel nostro museo di Spinetoli”, hanno infine dichiarato all’unisono e visibilmente soddisfatti il sindaco Canala e l’assessore Damiani.
Commenti