Trovato il tesoro del guerriero piceno

Trovato il tesoro del guerriero piceno
21 DICEMBRE 2009, CORRIERE ADRIATICO

Sequestrati dalla Finanza reperti dell’VIII secolo A.C., denunciati un imprenditore edile e un geometra

Ancona Il corredo funerario di un guerriero piceno, raccolto in una teca, viaggiava nel furgone guidato da un imprenditore edile. Accanto a lui anche un geometra, appassionato di antichità. Potrebbero essere “tombaroli” da cantiere, predatori di reperti trovati durante scavi e sbancamenti per costruzioni. Per la Guardia di finanza, che li ha fermati venerdì pomeriggio durante un controllo stradale a Senigallia, stavano provando a piazzare sul mercato clandestino reperti archeologici giudicati dalla Sovrintendenza di “grandissimo interesse”, testimonianze picene della prima età del ferro, tra il IX e l’VIII secolo avanti Cristo. Nella teca c’erano una spada di bronzo con l’impugnatura ad antenne, un rasoio lunato, uno spillone da mantello, un puntale, borchie, fibule e altri frammenti di accessori in bronzo, tutti dello stesso periodo e appartenenti a un’unica sepoltura.

Da dove spuntano? “Ho ereditato quei reperti da mio nonno”, ha provato a giustificarsi l’imprenditore edile, proprietario del furgone, senza convincere gli investigatori. In casa del geometra sono stati sequestrati altri oggetti antichi, di età romana e medievale, lucerne, piccoli vasi raffigurati, una fiaschetta, un pestello in pietra e arnesi in osso e metallo, punte di frecce e normali utensili di uso domestico. Sia l’imprenditore che il geometra - entrambi sui cinquant’anni, di Mondolfo, provincia di Pesaro - sono stati denunciati per ricettazione e illecita detenzione di reperti archeologici, un reato punito con l’arresto da uno a tre anni e ammende fino a quattromila euro.

“E’ importante che questi reperti siano restituiti alla collettività, il sequestro è frutto del costante impegno della Guardia di finanza nel controllo del territorio e dell’economia, attività svolta anche contro il mercato illecito delle opere d’arte e dei beni archeologici”, ha detto in conferenza stampa il generale Giovambattista Urso, comandante provinciale delle Fiamme Gialle, illustrando l’operazione insieme al colonnello Gaetano Scazzeri, comandante del nucleo di Polizia tributaria, e al colonnello Guido Pieri, comandante del Gruppo tutela dell’economia.

Tutto il materiale recuperato, da restaurare, sarà affidato in custodia alla Sovrintendenza per i beni archeologici delle Marche, che dopo la catalogazione deciderà a quale museo assegnare i pezzi pregiati di epoca picena. Potrebbero andare al Museo archeologico nazionale di Ancona, ma anche l’Antiquarium di Numana, sede di una collezione sui Piceni, potrebbe candidarsi. Il valore dei reperti non è stimabile. “Da noi in Sovrintendenza sarà inventariato per svariate migliaia di euro - ha detto ieri l’archeologa Maria Cecilia Profumo, presente nella caserma Vanvitelli della Finanza -, ma non posso dire quanto potevano fruttare, perché l’unico mercato dei beni archeologici posseduti illegalmente è quello nero, dove i prezzi sono superiori alle stime da inventario”.
Lorenzo Sconocchini,

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