Riapre il tempio dei Fenici

Riapre il tempio dei Fenici
Stefania Aoi
06/01/2006, Il Giornale di Sardegna

Dopo trentatré lunghi anni torna in vita il museo fenicio punico di Sant'Antioco, considerato tra i più importanti di tutto il bacino Mediterraneo.

Gli studiosi lo definiscono uno dei “templi” della cultura fenicio punica del Mediterraneo. Dopo trentatré anni di attesa, riapre finalmente il museo archeologico di Sant'Antioco. Saranno i due splendidi leoni a grandezza naturale, un tempo custodi della città, oggi piazzati nell'atrio dell'edificio, a “salutare”, lunedì prossimo a mezzogiorno, gli invitati all'inaugurazione. I visitatori invece dovranno aspettare il pomeriggio. L'orario ufficiale di apertura è infatti previsto per le 15. IL MUSEO è stato dedicato al lungimirante e generoso archeologo Ferruccio Barreca. Che, per primo, ha voluto e ottenuto, che i reperti ritrovati nel territorio non venissero portati altrove. Fu proprio l'archeologo a scoprire molti di quei manufatti, durante gli scavi iniziati nel 1956, della necropoli punica. Un'area sacra per quelle genti, e ora di straordinario interesse, nella quale venivano sepolti con particolari riti i bambini nati morti o deceduti in tenera età. O, forse - è una teoria che ha perso consensi - i neonati sacrificati alle divinità. Lo stesso Barreca realizzò una prima sala espositiva, in quella zona. Se lo studioso è stato l'ideatore del museo, spettano al sindaco Eusebio Baghino l'onore e il merito di averlo riaperto. Dopo 33 anni di attese e rinvii sarà lui a fare gli onori di casa, mentre per tagliare il nastro è attesa l'assessore regionale alla Pubblica istruzione Elisabetta Pilia. L'amministrazione ha voluto fare le cose in grande, invitando anche i sindaci di mezza Sardegna e numerose autorità politiche, religiose e militari. Un modo per sottolineare l'importanza dell'evento davvero storico per la cittadina. Oltre agli splendidi leoni in arenaria la mostra temporanea custodita negli spazi museali (che rievocano quelli di una nave), saranno esibiti circa seimila oggetti. Una quantità di materiale notevole, che rappresenta solo una parte delle testimonianze archeologiche rinvenute nelle terre comunali. Molti ritrovati sono infatti ospitati in altri musei come quello nazionale di Cagliari. Le ricerche archeologiche hanno permesso di stabilire come tutta l'isola di Sant'Antioco, durante il periodo fenicio (750- 500 A.C.), fosse un centro molto attivo nel Mediterraneo, in contatto con tutte le principali città costiere dell’area. Per capire sino in fondo la ricchezza di oggetti e di tracce del passato su quest'isola, per comprendere in pieno l'importanza di quella che un tempo era l'antica Sulki, è sufficiente pensare che il 15 per cento del materiale esposto alla mostra sui Fenici a Venezia, proveniva dal Sulcis. Adesso buona parte di questo patrimonio sarà contenuto dal museo Barreca. L'allestimento fatto tra marzo e dicembre 2005 da Piero Bartoloni, professore ordinario di Archeologia fenicio-punica dell’università di Sassari, con la collaborazione di Paolo Bernardini, direttore della Soprintendenza archeologica per Cagliari e Oristano, è finalmente a disposizione della cittadinanza. Hanno detto Il dato
Dagli antichi biberon ai mosaici

L' es p os i z i o n e
Il museo archeologico Ferruccio Barreca contiene oltre seimila manufatti. Tra gli oggetti più strani, in esposizione ci sono gli antenati del biberon (questa è una delle ipotesi). Si tratta di vasi particolari, con i quali si pensa fossero nutriti i neonati prima di essere sacrificati. Il museo vanta una ricchissima collezione di monili, collane, bracciali anelli e ornamenti vari, in oro, argento e pasta vitrea. Oggetti della vanità femminile, impreziositi da ametiste e altre pietre. Da segnalare lo splendido mosaico di epoca romana chiamato “delle pantere” e dedicato al dio della salute e della saggezza Dioniso. Numerose anche le terre cotte e le ceramiche.

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