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Visualizzazione dei post da marzo, 2009

scoperte dagli scavi nell´area archeologica di Marsala

scoperte dagli scavi nell´area archeologica di Marsala CLAUDIO PATERNA SABATO, 28 MARZO 2009 LA REPUBBLICA - Palermo I misteri della sibilla nel pozzo di Capo Lilybeo Riportate in luce le imponenti fortificazioni e una porta d´accesso alla città-porto Le scoperte archeologiche si susseguono senza sosta al Capo Lilybeo di Marsala. Prima il ritrovamento della statua marmorea femminile di Venere e l´identificazione di una pseudo cupola sopra il famoso "antro della Sibilla", poi la rimessa in luce di imponenti fortificazioni conservate in altezza per più di due metri, una porta monumentale d´accesso alla città-porto, un eccezionale inedito santuario probabilmente dedicato alla dea Iside come risultati della più recente campagna di scavi condotta al capo Boeo nell´ambito del Por Sicilia-circuito aree archeologiche, risultati che saranno presentati al museo di Marsala. Gli scavi condotti dalla Soprintendenza di Trapani, con il coordinamento del Servizio per i beni archeologici dire

L'altra verità sui bronzi di Riace

L'altra verità sui bronzi di Riace Giuseppe Bragò Il Quotidiano della Calabria 17-08-2006 Agosto 1972. Giorno sedici. Riace, spiaggia. Agosto 2006. Giorno diciassette. Vibo Valentia, casa mia. Oggi i Bronzi compiranno trentaquattro anni. Dal ritrovamento. Dalla creazione, oltre duemilacinquecento. Non se ne conosce il nome dell’Autore, o degli Autori. Dello scopritore, sì. Mariottini dr. Stefano, laziale con residenza in Monasterace (l’antica Kaulon), deve la notorietà mondiale ai fatti di quel caldissimo giorno. Molte le ipotesi su chi possano rappresentare, i due capolavori. Una delle più accreditate, avanzata sul finire degli anni ’80 dallo storico d’arte Paolo Moreno, ci suggerisce di vedere raffigurata, rispettivamente per la Statua A, la mitica figura di Tideo, semidio e, per la statua B, Anfiarao, detto anche il profeta. Secondo l’autorevole professore dell’Università Tre di Roma, i Bronzi sono stati “fusi” col risoluto metodo della “cera persa” in Grecia, rispettivamente ad

Pantelleria, affiorano reperti di 3.500 anni fa

Pantelleria, affiorano reperti di 3.500 anni fa SALVATORE GABRIELE Giornale di Sicilia, 21 agosto 2006 PANTELLERIA. (saga) È una capanna di pescatori risalente al XV secolo avanti Cristo quella scoperta a Pantelleria in località Mursia. Non ha dubbi il professor Sebastiano Tusa, direttore della missione archeologica che continua a portare alla luce tesori nel villaggio dell'età del bronzo situato nella costa occidentale dell'isola. «Nella capanna di forma ovale di circa 30 metri quadrati -spiega Tusa - abbiamo trovato lische di pesci di tutte le dimensioni, arnesi da pesca, attrezzi in pietra che forse servivano per la lavorazione del pescato, pesi per calare in mare le reti». Forse la capanna potrebbe essere addirittura il magazzino dove veniva lavorato, per la conservazione, il pescato. Sono state rinvenute macine per cereali e un bacile con all'interno ancora l'orzo. Oltre al pane con l'orzo forse gli antichi ci facevano una bevanda simile alla birra. Ci sono poi

Pantelleria: nuove scoperte archeologiche.

Pantelleria: nuove scoperte archeologiche. SEBASTIANO TUSA 24/08/2006, La Repubblica, Palermo COSI MANGIAVANO I NOSTRI ANTENATI Gli scavi archeologici dell'abitato dell'età del bronzo di Mursia, sulla costa occidentale di Pantelleria, sono ripresi quest'anno durante il mese di agosto ed hanno offerto ancora novità interessanti che contribuiscono a fare di quest'isola tra la Sicilia e l'Africa non soltanto una metà preferita dai Vip per il suo mare, i suoi dammusi e la sua gastronomia, ma anche dagli appassionati di storia e archeologia. Già negli anni scorsi Pantelleria era stata oggetto di attenzione mediatica, oltre che scientifica, per la scoperta degli ormai famosi tre ritratti in marmo romani raffiguranti Giulio Cesare, Antonia Minore e Tito (già esposti ripetutamente in Italia ed all'estero) rinvenuti nel sito dell'acropoli punico-romana presso la contrada San Marco. Ciò grazie ad uno sforzo istituzionale e finanziario dell'assessorato peri Beni cu

Murgia, distrutto villaggio megalitico. Operazioni di spietramento: sequestrata l'area

Murgia, distrutto villaggio megalitico. Operazioni di spietramento: sequestrata l'area GIULIANO FOSCHINI GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2006 BARI, LA REPUBBLICA L’INTERVENTO è quello classico dello spietramento: aperta campagna, massi stritolati, pietre asportate. «Il problema - ha spiegato Giuliano Palomba, capo della stazione del Corpo forestale dello Stato, al pm Luigi Scimè - è che quella è un'area di importantissimo valore archeologico». Il vincolo della Soprintendenza non c'è: «Dopo una segnalazione di ormai dieci anni fa, non è mai stato terminato l'iter burocratico» denuncia Pasquale Salvemini, il dirigente del Wwf che ha segnalato alla magistratura lo scempio. «Ieri - continua - gli archeologi hanno effettuato un primo sopralluogo: la lista dei danni però è chiara». Secondo la Forestale è stata gravemente danneggiata un'intera area megalitica. Sarebbe stata danneggiata anche una statua menhir antropomorfa e un monolite risalenti verosimilmente a quattromila anni fa. Le

Ritrovato tempio etrusco di grande valore

Ritrovato tempio etrusco di grande valore Domenica 27 Agosto 2006, Il Messaggero Un piccolo tempio dedicato alla dea Demetra, risalente all'epoca etrusco-romana è stato scoperto in località Bosco delle Valli, nei pressi di Vetralla. Il ritrovamento è stato compiuto dalla Soprintendenza archeologica all'Etruria Meridionale, a seguito di una segnalazione, lo scorso mese di aprile, ma la notizia è stata diffusa solo ieri dall'assessore al patrimonio del comune di Vetralla, Maurizio Sensi, che ha chiesto alla Regione Lazio un finanziamento per riprendere gli scavi, sospesi per mancanza di fondi. Il piccolo tempio è ritenuto di grande valore dalla Soprintendenza. All'interno dell'edificio, sono stati ritrovati preziosi reperti, tra i quali spiccano manufatti raffiguranti organi genitali maschili e femminili, che hanno permesso di collegare la struttura alla dea della fertilità, Demetra appunto. I reperti sono custoditi nel museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.

Vetralla (VT): scoperto un piccolo tempio etrusco votato a Demetra, la dea della fertilità

Vetralla (VT): scoperto un piccolo tempio etrusco votato a Demetra, la dea della fertilità 27/08/2006, La Gazzetta del Mezzogiorno Archeologia. Nei pressi di Vetralla (Viterbo) Un piccolo tempio dedicato alla dea Demetra, risalente all'epoca etrusco-romana è stato scoperto in località Bosco delle Valli, nei pressi di Vetralla, in provincia di Viterbo. Il ritrovamento è stato compiuto dalla Soprintendenza archeologica all'Etruria Meridionale, a seguito di una segnalazione, lo scorso mese di aprile, ma la notizia è stata diffusa solo ieri. Il piccolo tempio è ritenuto di grande valore dalla Soprintendenza. All'interno dell'edificio, sono stati ritrovati preziosi reperti, tra i quali spiccano manufatti raffiguranti organi genitali maschili e femminili, che hanno permesso di collegare la struttura alla dea della fertilità, Demetra appunto. I reperti sono custoditi nel museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma. «È nostra intenzione - ha detto l'assessore comunale al

Restaurata entro l´anno la tomba della Montagnola Intanto ne spunta un´altra

Restaurata entro l´anno la tomba della Montagnola Intanto ne spunta un´altra m. a. la Repubblica (Firenze) 20/03/2009 «Entro quest´anno la tomba etrusca della Montagnola a Quinto Basso sarà completamente restaurata». La conferma arriva dalla vicesoprintendente archeologica Carlotta Cianferoni e dal sindaco Gianni Gianassi di Sesto Fiorentino, dopo un sopralluogo al sito, dove recentemente è stata rinvenuta un´altra piccola tomba a camera, di poco successiva alla Montagnola che è del VII sec. a.C. Tanto che gli studiosi ipotizzano che intorno sia presente una piccola necropoli etrusca. Il ripristino e il progetto di salvaguardia, consolidamento e restauro della tomba della Montagnola, è costato complessivamente 7 milioni di euro, interamente finanziati da Tav, nell´ambito degli accordi per il tratto fiorentino dell´Alta velocità ferroviaria: gli interventi hanno riguardato le mura interne, la messa in opera di un manto drenante all´esterno del tumulo, una scalinata e nuovi percorsi, un

Da un incontro di civiltà nacque Milano

Da un incontro di civiltà nacque Milano EVA CANTARELLA Corriere della Sera - 2009-03-18 Anteprima Oggi la prima conferenza del ciclo sulla storia della metropoli lombarda organizzato dal Comune e dall'editore Laterza Il mito di fondazione della città include gli stranieri. A differenza di quello ateniese I miti aiutano a capire la storia? La domanda è antica. Nel Settecento, Voltaire scriveva che per capire il mondo pagano bisognava ignorare quelle «favole assurde». Per Vico, invece, il mito era «uno specchio della storia». Nell'Ottocento, Max Mueller considerava i racconti mitici una «malattia del linguaggio », frutto della incapacità degli antichi di rappresentarsi le astrazioni; per J.J. Bachofen, invece, il mito delle Amazzoni contribuiva a dimostrare che prima del patriarcato era esistito il matriarcato. Recentemente, in Italia, con riferimento alla storia di Roma, Andrea Carandini ha sostenuto che le nuove scoperte archeologiche consentono di identificare il nucleo di ver

Ecco il santuario che accoglieva l’«Onu» degli etruschi

Ecco il santuario che accoglieva l’«Onu» degli etruschi di Marco Innocente Furina 02/09/2006, L'Unità Ricorda Tito Livio che analogamemte alla città greche della Ionia anche gli etruschi erano soliti riunirsi in una «dodecapoli»,una lega di dodici città (che comunemente si identificano in : Arretium, Caere, Clusium, Cortona, Faesulae, Perusia, Tarquinii, Veii, Vetulonia, Volaterrae, Volsinii eVulci). Annualmente i rappresentanti di queste città-stato - le più ricche e importanti dell’Etruria - si riunivano presso il Fanum Voltumnae. Qui, ogni primavera, gli esponenti politici e religiosi della nazione etrusca decidevano se fare la guerra o la pace, stringevano alleanze, stipulavano trattati. Una sorta di assemblea confederale in cui si rinsaldavano i vincoli di lingua, cultura e religione di un popolo altrimenti gelosissimo della proprie particolarità cittadine. Con la conquista romana del Fanum Voltumnae (che con la fine dell’indipendenza non aveva più alcuna funzione) si persero

Torna alla luce il Fanum Voltumnae, il 'Vaticano' etrusco

Torna alla luce il Fanum Voltumnae, il 'Vaticano' etrusco il Resto del Carlino (Emilia Romagna) 04/09/2006 MACERATA — E' targata Macerata quella che è considerata dagli esperti una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi anni. Ci sono voluti sei anni di scavi e ricerche per riportare alla luce Fanum Voltumnae, il santuario federale delle dodici città etrusche, una sorta di Vaticano di questa antica civiltà. Il Dipartimento di scienze archeoldgiche e storiche dell'antichità dell'Università di Macerata ha individuato l'insediamento ai piedi di Orvieto, nella spianata di Campo della Fiera, e secondo il direttore dello scavo, Simonetta Stopponi, docente ordinario di etruscologia e archeologia italica all'Ateneo maceratese, l'identità dello scavo potrà essere confermata solo con il ritrovamento di un'iscrizione dedicata al dio Voltumna, patrono del popolo etrusco. La vasta area pianeggiante ad ovest del pianoro tufaceo su cui sorge Orviet

Orvieto: sei anni di scavi ed emerge il Fanum, luogo sacro degli Etruschi

Orvieto: sei anni di scavi ed emerge il Fanum, luogo sacro degli Etruschi Giulio Ladi Il Messaggero 9/9/2006 ORVIETO - Si riunivano una volta all'anno, le Nazioni Unite degli Etruschi. All’ombra del tempio dedicato al Dio Voltumna si decidevano le guerre, i capi che le dovevano condurre, le sanzioni per le città ribelli. I resti di quello che fu il Fanum Voltumnae, il luogo sacro per eccellenza degli Etruschi, pare siano ormai da collocare nella pianura sulla quale sorge la Rupe di Orvieto. Cercato disperatamente da ogni etruscologo e da ogni archeologo, ormai da secoli, sembra sia stato svelato proprio agli albori del terzo millennio. Così, almeno, sostiene l'archeologa che da sei anni "rincorre" il Fanum, con tanto di zappetto e spazzola. «I presupposti ci sono tutti - dice Simonetta Stopponi, docente all'università di Macerata - sia per quanto è stato trovato negli anni scorsi, con antefisse, strade, vasi, immagini votive, reperti di negozi e terme, sia per qua

Morgantina, un monumento particolare

Morgantina, un monumento particolare Giovanna Cirino Giornale di Sicilia, 19/9/2006 In principio non fu creato per gli spettacoli Nel 1958 l'American Journal of Archaeology pubblica la notizia dell'identificazione della città greco-sicula di Morgantina, in provincia di Enna. La città era stata fondata dai Siculi (Morgeti) sui Monti Erei, nell'altura della Cittadella; la sua esistenza era certificata dai documenti storici, ma non era ancora stata localizzata. Secondo alcuni studiosi l'altopiano di Serra Orlando era l'ultimo posto dove cercare la città dei Morgeti, anche se Diodoro Siculo aveva situato l'antica Morgantina non lontano da Agira. Gli scavi di Serra Orlando, erano stati autorizzati nell'agosto del 1955, da Luigi Bernabò Brea, Sovrintendente alle Antichità di Siracusa. Erik Sjoqvist e Richard Stillwell condussero gli scavi della missione archeologica americana della Princeton University. Armati di picconi e speranze, baciati dal sole e dalla fortun

Lago degli Idoli, uno scrigno inesauribile di reperti.

Lago degli Idoli, uno scrigno inesauribile di reperti. I risultati degli ultimi scavi Giuseppe Valeri La Nazione - Arezzo 29/9/2006 POPPI — Il sito archeologico del Lago degli Idoli continua a stupire e far parlare studiosi ed esperti. Questo angolo sperduto a 1380 metri di quota sul versante meridionale del Falterona, a due passi dalla sorgente del grande fiume toscano, l'Arno e una volta caratterizzato da un piccolo lago, sembra essere sempre di più un grande contenitore di reperti etruschi e a distanza di 170 anni dai primi ritrovamenti (ex voto, statuette, monete e frammenti di armi sparsi oggi in vari musei d'Europa, tra i quali il Louvre, il British Museum, l'Ermitage) regala ancora testimonianze di estremo valore artistico e storico. E così i risultati dell'ultima campagna di scavi del 2003: sono stati scavati 176 metri quadri, con il ritrovamento di 136 oggetti; nel 2004 1800 metri, con il ritrovamento di 180 oggetti; nel 2005 864 metri, con il ritrovamento di 9

Il padre di tutti gli dei: ultimo mistero risolto tra le rovine di Ebla

Il padre di tutti gli dei: ultimo mistero risolto tra le rovine di Ebla LORENZO CREMONESI Corriere della Sera, 9 ottobre 2006 Dagli scavi dell'archeologo Paolo Matthiae un'interpretazione rivoluzionaria. EBLA — Dal testo scritto allo scavo tra terra e pietre. Leggere le tavolette cuneiformi come fossero mappe in codice per individuare i templi religiosi di 4400 anni fa. E il fatto clamoroso è che la cosa funziona. Paolo Matthiae. ha elaborato un nuovo modo per esplorare le rovine di Ebla: il grande amore che da 43 anni segna la sua esistenza di archeologo appassionato. Adesso dedica una gran parte del suo tempo alla rilettura delle famose tavolette con la scrittura cuneiforme da lui scoperte nel 1975. Quindi, sulla base delle rivelazioni in esse contenute, si concentra a scavare in alcune zone specifiche dei quasi 60 ettari sulla collinetta di terra rossastra che emerge per un paio di decine di metri dalla piana presso l'autostrada tra Hama e Aleppo. «Mi sono convinto che i

Il faraone delle oasi. Dal deserto libico spunta un rivale dei re egizi

Il faraone delle oasi. Dal deserto libico spunta un rivale dei re egizi Maurizio Assalto La Stampa, 9 ottobre 2006 SCOPERTA DI UN EGITTOLOGO ITALIANO NELLE SABBIE DI EL-BAHREIN: A OVEST DEL NILO ESISTEVA UN REGNO POTENTE CHE CONTROLLAVA LE ACQUE E LE VIE CAROVANIERE SI faceva chiamare «re dell’alto e del basso Egitto», proprio come i faraoni, e come quelli «figlio di Ra», il grande dio del sole, e in aggiunta «figlio di Shu», il die dell'aria luminosa che si stende fra terra e cielo. Ma non amministrava il suo regno da Tebe, né da Menfi, né da alcuno dei centri politico-cerimoniali lungo il Nilo. E però non era un millantatore: era un autentico (forse un pò vanesio) faraone che regnava sulle oasi e sulla sabbia senza fine del deserto libico, a venti giorni di marcia dalla fertile valle dei suoi omologhi egiziani. Un faraone-bis, uno stravagante clone occidentale. Di questo personaggio inimmaginato, e del suo ipotizzabile reame, sono emerse le tracce, ora, per la prima volta. Ed è u