Ritrovamento di rilievo neoattico
Ritrovamento di rilievo neoattico
Carlo Avvisati
15/03/2009 IL MATTINO
Quasi certamente faceva pendant con l’altro rilievo neoattico trovato ben dodici anni fa - il 24 aprile 1997 - nella stessa domus, la scena scolpita su marmo rinvenuta il 18 febbraio scorso durante i lavori di ordinaria manutenzione degli edifici, nell’insula nord occidentale di Ercolano.
Il marmo, ritrovato ancora attaccato al muro, secondo gli esperti della Soprintendenza proporrebbe una scena dionisiaca con il dio del vino, Bacco-Dioniso, ritto su un piedistallo e reggente, nella mano sinistra, un kantaros (coppa); di fronte a lui si osservano due coppie formate da un uomo e una donna. La prima coppia, con la donna in secondo piano, mostrerebbe il maschio che regge un corno potorio, dal quale berrà vino; l’altra pare proporre l’elemento femminile impegnato in una danza simile a quelle previste dal rituale dionisiaco. Ma a un’analisi più approfondita si identificherebbe invece Sileno, dio dei boschi, ricevere sacrificio da due sposi (la prima coppia) appena uniti dal terzo personaggio, nel mentre la danzatrice suggella l’avvenimento con una danza rituale. Il rilievo rinvenuto nel ’97 mostrava invece una ninfa nuda, a eccezione delle gambe coperte da una veste finemente drappeggiata, mentre riempie un corno potorio a una fontana; di fronte, un satiro, la cui sola spalla sinistra era coperta con pelle di pantera, mentre tracanna il contenuto di un vaso. Il nuovo rilevo sarà presentato dal soprintendente Pietro Giovanni Guzzo e da Maria Paola Guidobaldi, direttrice degli scavi di Ercolano, alle 12,30 di martedì nella sala conferenze del Museo Archeologico di Napoli. Di più. La scena verrà inserita, e dunque sarà possibile ammirarla, fino al prossimo 13 aprile, tra i reperti esposti nella grande rassegna su «Ercolano. Tre secoli di scoperte», in corso al «Nazionale». Marted’ verrà anche proiettato il filamato del distacco del rilievo realizzatop da «labyrinthos» di Gianmatteo Matullo. Uno degli elementi significativi della scoperta è dato dall’ubicazione dell’edificio, situato nell’area cosiddetta di «Villa dei Papiri», ovvero nelle immediate adiacenze della strada che attualmente segna il confine tra le due aree archeologiche in fase di scavo: quella dell’antica Ercolano e l’altra che nel 79 dopo Cristo dovette essere il suo quartiere signorile. Il dato dell’agiatezza degli abitanti dell’insula viene confermato tanto dalla presenza di Villa dei Papiri quanto dai rinvenimenti che nel tempo si sono succeduti, tra cui la sedia- trono con impiallacciatura in avorio decorata a rilievo, ritrovata nel 2007 e, appunto, il quadretto marmoreo gemello. Il marmo recuperato è di notevole interesse, di fine lavorazione. Se a questo poi si aggiunge che si trovava incastonato in una parete la cui superficie era abbellita con pitture in IV stile che anche l’altro marmo, inserito nella parete opposta, proponeva una scena particolare, allora l’intera faccenda diventa interessante per gli studiosi se davvero si tratta di rappresentazioni bacchiche. E questo perché i riti dionisiaci erano divenuti fuorilegge a Roma e nelle sue province fin dal 187 avanti Cristo, allorché il Senato aveva vietato qualsiasi manifestazione in onore di Dioniso. E se dunque una scena di baccanale in una casa di Ercolano poteva apparire un fatto casuale, la presenza di due rilievi della stessa tipologia (se così fosse) nel salone principale della domus era intenzionale e costituiva un ciclo ben preciso, il cui significato adesso sarà materia di studio per gli specialisti.
Carlo Avvisati
15/03/2009 IL MATTINO
Quasi certamente faceva pendant con l’altro rilievo neoattico trovato ben dodici anni fa - il 24 aprile 1997 - nella stessa domus, la scena scolpita su marmo rinvenuta il 18 febbraio scorso durante i lavori di ordinaria manutenzione degli edifici, nell’insula nord occidentale di Ercolano.
Il marmo, ritrovato ancora attaccato al muro, secondo gli esperti della Soprintendenza proporrebbe una scena dionisiaca con il dio del vino, Bacco-Dioniso, ritto su un piedistallo e reggente, nella mano sinistra, un kantaros (coppa); di fronte a lui si osservano due coppie formate da un uomo e una donna. La prima coppia, con la donna in secondo piano, mostrerebbe il maschio che regge un corno potorio, dal quale berrà vino; l’altra pare proporre l’elemento femminile impegnato in una danza simile a quelle previste dal rituale dionisiaco. Ma a un’analisi più approfondita si identificherebbe invece Sileno, dio dei boschi, ricevere sacrificio da due sposi (la prima coppia) appena uniti dal terzo personaggio, nel mentre la danzatrice suggella l’avvenimento con una danza rituale. Il rilievo rinvenuto nel ’97 mostrava invece una ninfa nuda, a eccezione delle gambe coperte da una veste finemente drappeggiata, mentre riempie un corno potorio a una fontana; di fronte, un satiro, la cui sola spalla sinistra era coperta con pelle di pantera, mentre tracanna il contenuto di un vaso. Il nuovo rilevo sarà presentato dal soprintendente Pietro Giovanni Guzzo e da Maria Paola Guidobaldi, direttrice degli scavi di Ercolano, alle 12,30 di martedì nella sala conferenze del Museo Archeologico di Napoli. Di più. La scena verrà inserita, e dunque sarà possibile ammirarla, fino al prossimo 13 aprile, tra i reperti esposti nella grande rassegna su «Ercolano. Tre secoli di scoperte», in corso al «Nazionale». Marted’ verrà anche proiettato il filamato del distacco del rilievo realizzatop da «labyrinthos» di Gianmatteo Matullo. Uno degli elementi significativi della scoperta è dato dall’ubicazione dell’edificio, situato nell’area cosiddetta di «Villa dei Papiri», ovvero nelle immediate adiacenze della strada che attualmente segna il confine tra le due aree archeologiche in fase di scavo: quella dell’antica Ercolano e l’altra che nel 79 dopo Cristo dovette essere il suo quartiere signorile. Il dato dell’agiatezza degli abitanti dell’insula viene confermato tanto dalla presenza di Villa dei Papiri quanto dai rinvenimenti che nel tempo si sono succeduti, tra cui la sedia- trono con impiallacciatura in avorio decorata a rilievo, ritrovata nel 2007 e, appunto, il quadretto marmoreo gemello. Il marmo recuperato è di notevole interesse, di fine lavorazione. Se a questo poi si aggiunge che si trovava incastonato in una parete la cui superficie era abbellita con pitture in IV stile che anche l’altro marmo, inserito nella parete opposta, proponeva una scena particolare, allora l’intera faccenda diventa interessante per gli studiosi se davvero si tratta di rappresentazioni bacchiche. E questo perché i riti dionisiaci erano divenuti fuorilegge a Roma e nelle sue province fin dal 187 avanti Cristo, allorché il Senato aveva vietato qualsiasi manifestazione in onore di Dioniso. E se dunque una scena di baccanale in una casa di Ercolano poteva apparire un fatto casuale, la presenza di due rilievi della stessa tipologia (se così fosse) nel salone principale della domus era intenzionale e costituiva un ciclo ben preciso, il cui significato adesso sarà materia di studio per gli specialisti.
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