Murgia, distrutto villaggio megalitico. Operazioni di spietramento: sequestrata l'area
Murgia, distrutto villaggio megalitico. Operazioni di spietramento: sequestrata l'area
GIULIANO FOSCHINI
GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2006 BARI, LA REPUBBLICA
L’INTERVENTO è quello classico dello spietramento: aperta campagna, massi stritolati, pietre asportate. «Il problema - ha spiegato Giuliano Palomba, capo della stazione del Corpo forestale dello Stato, al pm Luigi Scimè - è che quella è un'area di importantissimo valore archeologico». Il vincolo della Soprintendenza non c'è: «Dopo una segnalazione di ormai dieci anni fa, non è mai stato terminato l'iter burocratico» denuncia Pasquale Salvemini, il dirigente del Wwf che ha segnalato alla magistratura lo scempio. «Ieri - continua - gli archeologi hanno effettuato un primo sopralluogo: la lista dei danni però è chiara». Secondo la Forestale è stata gravemente danneggiata un'intera area megalitica. Sarebbe stata danneggiata anche una statua menhir antropomorfa e un monolite risalenti verosimilmente a quattromila anni fa.
Le motivazioni del decreto di sequestro-in attesa di convalida da parte
del gip - hanno anche motivazioni ambientali. L'area si trova all'interno di una zona destinata al ripopolamento faunistico e per questo sottoposta a vincoli ambientali. Nelle aree protette è vietato effettuare «interventi che comportano grave turbamento alla fauna selvatica e modificazioni significative dell'ambiente». Non è possibile nemmeno compiere «arature profonde e i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale la morfologia del sito» come invece è successo a Bisceglie. Quello dello spietramento - nonostante l'offensiva mossa alcuni mesi fa dalla procura di Trani che sta indagando su mille persone circa - continua a essere un fenomeno molto diffuso in Puglia, e in particolare nella Murgia. A rischio, secondo gli esperti, sono gli assetti idrogeologici del territorio: come denunciato dal ministero dell'Ambiente, il pericolo è la desertificazione.
GIULIANO FOSCHINI
GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2006 BARI, LA REPUBBLICA
L’INTERVENTO è quello classico dello spietramento: aperta campagna, massi stritolati, pietre asportate. «Il problema - ha spiegato Giuliano Palomba, capo della stazione del Corpo forestale dello Stato, al pm Luigi Scimè - è che quella è un'area di importantissimo valore archeologico». Il vincolo della Soprintendenza non c'è: «Dopo una segnalazione di ormai dieci anni fa, non è mai stato terminato l'iter burocratico» denuncia Pasquale Salvemini, il dirigente del Wwf che ha segnalato alla magistratura lo scempio. «Ieri - continua - gli archeologi hanno effettuato un primo sopralluogo: la lista dei danni però è chiara». Secondo la Forestale è stata gravemente danneggiata un'intera area megalitica. Sarebbe stata danneggiata anche una statua menhir antropomorfa e un monolite risalenti verosimilmente a quattromila anni fa.
Le motivazioni del decreto di sequestro-in attesa di convalida da parte
del gip - hanno anche motivazioni ambientali. L'area si trova all'interno di una zona destinata al ripopolamento faunistico e per questo sottoposta a vincoli ambientali. Nelle aree protette è vietato effettuare «interventi che comportano grave turbamento alla fauna selvatica e modificazioni significative dell'ambiente». Non è possibile nemmeno compiere «arature profonde e i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale la morfologia del sito» come invece è successo a Bisceglie. Quello dello spietramento - nonostante l'offensiva mossa alcuni mesi fa dalla procura di Trani che sta indagando su mille persone circa - continua a essere un fenomeno molto diffuso in Puglia, e in particolare nella Murgia. A rischio, secondo gli esperti, sono gli assetti idrogeologici del territorio: come denunciato dal ministero dell'Ambiente, il pericolo è la desertificazione.
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