Orvieto: sei anni di scavi ed emerge il Fanum, luogo sacro degli Etruschi

Orvieto: sei anni di scavi ed emerge il Fanum, luogo sacro degli Etruschi
Giulio Ladi
Il Messaggero 9/9/2006

ORVIETO - Si riunivano una volta all'anno, le Nazioni Unite degli Etruschi. All’ombra del tempio dedicato al Dio Voltumna si decidevano le guerre, i capi che le dovevano condurre, le sanzioni per le città ribelli. I resti di quello che fu il Fanum Voltumnae, il luogo sacro per eccellenza degli Etruschi, pare siano ormai da collocare nella pianura sulla quale sorge la Rupe di Orvieto. Cercato disperatamente da ogni etruscologo e da ogni archeologo, ormai da secoli, sembra sia stato svelato proprio agli albori del terzo millennio.
Così, almeno, sostiene l'archeologa che da sei anni "rincorre" il Fanum, con tanto di zappetto e spazzola. «I presupposti ci sono tutti - dice Simonetta Stopponi, docente all'università di Macerata - sia per quanto è stato trovato negli anni scorsi, con antefisse, strade, vasi, immagini votive, reperti di negozi e terme, sia per quanto trovato quest'anno, le mura imponenti di un edificio che non poteva non essere un tempio». La critica, come era logico prevedere, non ha tardato a esprimere tutti i suoi dubbi. Magari si sono fatti avanti anche ciarlatani ma le opinioni degli esperti del calibro di Giovanni Colonna e Mario Torelli non possono non essere prese in considerazione.
Nessuno dei due mette in dubbio la possibilità che il Fanum possa essere stato collocato nei pressi di Orvieto, ma per entrambi, «la certezza scientifica non si avrà finché non verrà trovata l'iscrizione e non si andrà ancora più avanti con lo scavo».
Se ne riparlerà il prossimo anno, quando Simonetta Stopponi, insieme all'archeologo Claudio Bizzarri, torneranno a Podere Giardino, luogo dello scavo, insieme agli studenti - operai dell'Università di Macerata. Ma intanto, il solco sembra tracciato, comunque, in quella spianata sotto la Rupe di Orvieto, doveva essere stato costruito un edificio di dimensioni enormi, sicuramente un tempio. Che fosse dedicato a Voltumna o a qualche altro dio Etrusco saranno gli scienziati, studiando i reperti, a stabilirlo.

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